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Durban e la delusione degli ambientalisti

Marika Di Cristina
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Durban e la delusione degli ambientalisti
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ROMA, 14 DICEMBRE 2011 – Per gli ambientalisti si è conclusa con una sconfitta la conferenza sul clima tenutasi in Sudafrica negli scorsi giorni. Nonostante c’è chi continua a vedere il bicchiere mezzo pieno, chi ha a cuore il pianeta non si accontenta.[MORE]

Quali saranno le novità? Un nuovo trattato globale per la riduzione delle emissioni di Co2 (e dei gas responsabili dell’innalzamento della temperatura terrestre) che includerà tutti i maggiori inquinatori del mondo a partire dal 2020, l’ok al protocollo Kyoto 2 dal 2013 ad almeno il 2017, e l’istituzione di un Fondo verde per aiutare i Paesi più poveri a contrastare il cambiamento climatico. Fin qua nulla da dire.

Ma quali sono i problemi? Per quanto riguarda il trattato globale per la riduzione di emissioni, “rimandare le azioni mirate a combattere il climate change al 2020 è chiaramente insufficiente alla luce degli allarmi degli scienziati sull’esigenza di agire tempestivamente”, come ha detto Bas Eichkout, Eurodeputato dei Verdi in rappresentanza della delegazione del Parlamento europeo a Durban.

Il protocollo di Kyoto invece è stato firmato solo dall’Ue e da qualche paese industrializzato, non una quota di paesi sufficiente insomma. Rimangono fuori i maggiori inquinatori del mondo come Stati Uniti, Russia, Giappone e Canada che ha anche deciso di uscire dal primo Kyoto.

Il terzo problema riguarda la modalità con la quale verranno recuperati i soldi per il Fondo verde di 100 miliardi di dollari, si è deciso quanti soldi raccogliere ma non come. Tutto questo ci porta a giustificare la visione pessimista degli ambientalisti.

«I governi che hanno lasciato la conferenza Onu dovrebbero vergognarsi – ha commentato Kumi Naidoo, direttore esecutivo di Greenpeace International – . Ci chiediamo come riusciranno al ritorno a guardare negli occhi i loro figli e nipoti. Il loro fallimento inciderà nella vita dei più poveri, vulnerabili e meno responsabili per del cambiamento climatico nel mondo».

Marika Di Cristina
 


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Scritto da Marika Di Cristina

Giornalista di InfoOggi

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