Cronaca

Delitto di Via Poma: per la Cassazione non ci sono prove contro Raniero Busco

ROMA, 24 SETTEMBRE 2014 – La Cassazione ha depositato le trenta pagine contenenti le motivazioni dell’assoluzione definitiva di Raniero Busco, assolto anche in appello dopo essere stato precedentemente condannato in primo grado per l’omicidio dell’ex fidanzata Simonetta Cesaroni, assassinata in Via Poma il 7 Agosto 1990.

Busco era stato condannato in primo grado a 24 anni di reclusione il 26 Gennaio 2011 dalla Corte d’Assise del Tribunale di Roma e poi prosciolto in secondo grado il 27 Aprile 2012 dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma. Per la Cassazione, che ha emesso la sentenza per l’assoluzione definitiva, il verdetto di primo grado si basava su una ricostruzione dei fatti «suggestiva, ma ampiamente congetturale in ordine a vari aspetti» mentre il verdetto di proscioglimento è conforme alle regole della «congruità e completezza della motivazione».

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Nelle motivazioni di proscioglimento si legge che, data la mancanza di prove della presenza di un morso sul seno di Simonetta Cesaroni dopo l’omicidio, «si dimostra la insostenibilità» della tesi che ne voleva attribuire quel mordo «a Busco e dell’origine salivare del Dna presente sui capi di vestiario repertati».

(foto www.lacasebook.it)

Elisa Lepone