Cronaca
Delitto di via Poma, 22 anni dopo
ROMA, 15 FEBBRAIO 2012- Il delitto di via Poma, ribattezzato dall’opinione pubblica, è anche il titolo del film girato da Roberto Faenza. Film che è andato in onda lo scorso dicembre su canale 5. Il regista ha voluto raccontare e mettere chiarezza sugli eventi che hanno caratterizzato tale vicenda negli anni, facendo una ricostruzione accurata del tragico evento.
L’omicidio di Simonetta Cesaroni, accaduto il 07 agosto del 1990 in via Carlo Poma n 2 a Roma, ha rappresentato un vero è proprio giallo che ha fatto discutere. Un caso difficile che ha portato a mille interrogativi ai quali solo negli ultimi tempi si sta arrivando a delle risposte.
La ragazza,all’epoca ventenne, è stata trovata morta in una delle stanze dell’ufficio dove lavorava con indosso solamente il reggiseno abbassato, una canottiera sollevata e un paio di calzini. Causa della morte risulta essere un trauma cranico avvenuto durante la colluttazione con il suo assassino. Inoltre, sul corpo della giovane erano presenti 29 ferite inferte con un oggetto, che dalle indagini successive, sembra essere un tagliacarte.
Le circostanze dell’omicidio fanno pensare che la vittima conoscesse il suo carnefice e che questi si trovasse nello stabile. Inizialmente, il sospettato principale delle indagini e dagli indizi raccolti risulta essere Pietrino Vanacore. Uno dei portiere del palazzo che successivamente risultò non colpevole, dagli accertamenti fatti sul sangue presente nei pantalone che portava il giorno del delitto. Un sospetto che però segnò Vanacore nell’anima portandolo al suicidio nel marzo 2010.
Il mistero negli anni si infittisce e le piste seguite sono molteplici ma nessuna di queste porta alla risoluzione del caso. Fino a quando nel 2007 Raniero Busco, ex fidanzato della Cesaroni, viene inserito nel registro degli indagati per il reato di omicidio volontario. Tale decisione scaturisce dalla prova del DNA fatta sulle tracce di saliva ritrovate sul reggiseno che la ragazza indossava il giorno della sua morte. DNA che dagli accertamenti risulta essere dell’ex-fidanzato. [MORE]
Una tragica storia caratterizzata da mille sfaccettature per la quale, il 26 gennaio del 2011, è arrivata la condanna di colpevolezza in primo grado a 24 anni di reclusione a Raniero Busco. Un delitto che dopo ventidue anni non è ancora volto al termine. Infatti, nel novembre 2011 è cominciato il processo di secondo grado che vede la prossima udienza fissata per il 27 marzo 2012.
Foto da: lanostratv.it
Cristin Stella