Cronaca

Delitto di Cogne, detenzione domiciliare per Annamaria Franzone

BOLOGNA, 26 GIUGNO - Concessa la detenzione domiciliare ad Annamaria Franzoni. Da sei anni la donna scontava in carcere la condanna definitiva di 16 anni per l’omicidio del figlio Samuele.

A deciderlo è stato il Tribunale di Sorveglianza di Bologna accogliendo così l’istanza presentata dalla difesa della mamma di Samuel. La donna però, come stabilisce l’ordinanza del Tribunale, non potrà assolutamente far ritorno nella sua abitazione di Cogne dove uccise barbaramente il piccolo Samuele.

La decisione del Tribunale di Sorveglianza di Bologna arriva alcuni giorni dopo la discussione legata alla perizia psichiatrica del professore Augusto Balloni, che esclude la possibilità da parte della donne di commettere nuovamente un folle gesto come quello avvenuto il 30 Gennaio 2002. Quel giorno la donna colpì ripetutamente il piccolo figlio Samuele causandone la morte.

Dopo poco più di 12 anni dal fatto” ha detto il professore Balloni - “si può sostenere che non vi sia il rischio che si ripeta il figlicidio, come descritto nella sentenza della Corte D’Assise d’Appello di Torino”.[MORE]

Stando a quanto raccolto ed evidenziato dalla perizia psichiatrica effettuata sulla Franzoni “una tale costellazione di eventi non è più riscontrabile”. Inoltre il professore Balloni ha sottolineato che Annamaria Franzoni sarebbe pronta anche ad un processo di risocializzazione e rieducazione da realizzare con il supporto di uno psicoteraupeta e dei servizi sociali.

Fondamentale, inoltre, per Balloni che il delitto di Cogne diventi solo un terribile ricordo nella sua vita. Il professore, infatti, si augura che i media la dimentichino: “spero che venga dimenticata. Sarebbe per lei il più grosso regalo”, sottolineando poi che se Annamaria Franzoni venisse lasciata in pace sarebbe più facile dimenticare ed andare avanti.

Paola Savio, avvocato della Franzoni, è felice della decisione del Tribunale di Sorveglianza di Bologna e alla stampa ha detto che Annamaria Franzoni non ha ancora lasciato il carcere di Bologna semplicemente per delle “pratiche burocratiche da svolgere”.

Emanuele Ambrosio

(fonte www.corriere.it)