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Def: "Stop all'aumento dell'Iva", M5s e Lega chiedono flessibilità, Tria prudente
ROMA, 19 GIUGNO - Stop all'aumento dell'Iva, misure nel 2018 a saldi invariati e maggiori spazi di flessibilità sul deficit con un rinvio del pareggio di bilancio attualmente programmato al 2020. Sono gli impegni richiesti al governo dalla maggioranza M5s-Lega con la risoluzione sul Def tendenziale approvata dalle Camere. Impegni sottoscritti dal ministro dell'Economia, Giovanni Tria, che ha assicurato "una seria riflessione" sul percorso di riduzione del deficit da concordare con l'Europa, ma ha confermato la linea prudente sui conti pubblici definendo condizione "imprescindibile" il calo del debito. [MORE]
La priorità resta evitare l'aumento dell'Iva e delle accise che l'anno prossimo vale 12,4 miliardi. Il governo dovra', di conseguenza, "assumere tutte le iniziative per favorire il disinnesco delle clausole di salvaguardia" e "individuare misure da adottare nel 2018 nel rispetto dei saldi di bilancio". Allo stesso tempo l'esecutivo dovra' "riconsiderare in tempi brevi il quadro di finanza pubblica nel rispetto degli impegni europei per quanto riguarda i saldi di bilancio del triennio 2019-2021". Ovvero una revisione dei target di deficit che implichera' il rinvio del pareggio di bilancio strutturale attualmente previsto dal quadro tendenziale al 2020.
Con la risoluzione la maggioranza impegna inoltre il governo "a individuare gli interventi prioritari necessari" per attuare il programma di governo su cui il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha ottenuto la fiducia. Richieste che dovranno fare i conti con prospettive di crescita "meno favorevoli". Tria ha infatti messo in guardia sui rischi che pesano sul quadro programmatico dei conti che il governo presentera' a settembre con la Nota di aggiornamento al Def.
"La ripresa dell'economia italiana continua - ha sottolineato il ministro - ma a ritmi piu' contenuti che nel 2017" e "una fase di lancio e' tuttavia alla nostra portata". Il quadro macroeconomico tendenziale presentato dal precedente esecutivo e' basato su dati "obsoleti" e lo scenario programmatico che il governo presentera', ha spiegato il ministro, "terra' conto delle scelte di politica economica, cosi' come delle piu' recenti evoluzioni della congiuntura internazionale e nazionale". Da qui l'avvertimento: "Le tensioni protezionistiche emerse negli ultimi mesi - ha osservato il responsabile dell'Economia - hanno gia' rallentato la forte crescita del commercio internazionale registrata nel 2017 e raffreddato la fiducia delle imprese manifatturiere europee e asiatiche".
Tria ha fissato quindi i paletti della sua politica economica: l'avvio del percorso discendente del debito "e' un'evoluzione che e' bene non mettere a repentaglio, perche' il consolidamento di bilancio e una dinamica decrescente del rapporto debito-Pil sono condizioni necessarie per mantenere e rafforzare la fiducia dei mercati finanziari, fiducia che e' imprescindibile per la tutela delle nostre finanze pubbliche, dei risparmi degli italiani, nonche' per la stabilita' della crescita". Pertanto il governo agira' "in modo da prevenire ogni aggravio per la finanza pubblica". In questa strategia sara' centrale il rilancio degli investimenti per il quale sara' costituita un'apposita task force all'interno dell'esecutivo.
L'obiettivo e' avviare un dialogo con l'Europa per ottenere maggior spazi di flessibilita' e realizzare quel "cambio radicale di paradigma economico" richiesto dalle forze di maggioranza. Lo scenario tendenziale del deficit, ha assicurato Tria, "sara' oggetto di seria riflessione in sede di predisposizione del quadro programmatico, in stretta collaborazione con la Commissione europea e, nel rispetto degli impegni europei e della normativa italiana, si individuera' il percorso piu' adeguato all'attuale contesto economico e anche al perseguimento dell'obiettivo di contenimento e riduzione del rapporto debito/Pil". Il ministro non ha risparmiato critiche all'impianto europeo. "La nostra azione in Europa deve essere volta verso una profonda riforma delle istituzioni economiche che governano l'Eurozona" viste "le gravi inadeguatezze che caratterizzano l'attuale equilibrio istituzionale europeo".
Secondo Tria, "il sistema delle regole di bilancio non favorisce le spese per investimenti pubblici, mentre consente persistenti squilibri di partite correnti, dannosi al funzionamento dell'intera area". L'Italia si impegna quindi a mantenere l'impegno sulla riduzione del debito ma questa sara' "la condizione di forza per rivendicare" a livello europeo "una svolta decisiva che consenta di considerare la spesa per investimenti diversamente dalla spesa corrente, anche ai fini degli obiettivi di indebitamento". Una svolta europea, ha osservato Tria, "ormai matura, che deve portare ad un significativo piano europeo per gli investimenti, di cui l'Italia e' da sempre promotrice".
Tria ha poi ricordato le riforme strutturali annunciate nel programma di governo che riguarderanno il sistema fiscale, il sistema pensionistico, il sistema del welfare. Al centro di questa strategia, da un lato, la semplificazione del sistema fiscale e la progressiva riduzione delle tasse per favorire la crescita, e, dall'altro, il reddito di cittadinanza "volto a contrastare le sacche di poverta' presenti in Italia" attraverso interventi "non assistenziali, bensi' indirizzati all'integrazione