Politica

Decreto sviluppo, Marcegaglia: le cose di cui si parla sono deludenti

CAPRI (NA), 22 OTTOBRE 2011 – Nel suo intervento al 26° convegno dei giovani imprenditori, la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, è ancora una volta intervenuta nel dibattito che sta animando la politica italiana negli ultimi giorni. << Facciamo bene e subito le cose che dobbiamo fare con il decreto sviluppo piuttosto che farcele imporre dall'Unione Europea >> perchè << le cose di cui si parla sono deludenti >>.[MORE]

La leader degli industriali ha messo in guardia il governo da un nuovo "commissariamento" da parte dell'Ue, già precedentemente intervenuta attraverso la nota lettera della Banca Centrale Europea, con la quale si richiedeva al governo italiano di rafforzare l'impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali. Condizioni necessarie per ampliare significativamente le potenzialità di progresso dell'economia.

<< Se facessimo un buon decreto sviluppo sono convinta che l'Italia potrebbe riprendere una certa credibilità e con calma ritornare sul processo di crescita >> la Marcegaglia ha così proseguito, sottolineando che, per far ripartire l'economia, occorre da una parte tagliare la spesa pubblica e ridurre le tasse a lavoratori, giovani e imprese, e investire dall'altra.

L'intervento della presidente di Confindustria stigmatizza le ipotesi che circolano intorno al suddetto decreto. Si ipotizza, infatti, un condono fiscale che non piace né agli industriali né all'opposizione e, allo stesso tempo, un temporeggiamento da parte del presidente Berlusconi che spiazza l'opinione pubblica internazionale. Inoltre, secondo quanto sostenuto dal segretario del Pdl Angelino Alfano, non c'è da illudersi di risolvere la crisi economica semplicemente con un decreto, ma è necessario l'impegno di tutti, anche dei privati, e non solo dell'attuale governo.

Intanto però il pressing sul governo si fa sempre più insistente ed autorevole: oltre l'opposizione e il Capo dello Stato, anche l'Unione Europea spinge perchè si arrivi in tempi brevissimi all'individuazione di un progetto di sviluppo tale da far ripartire l'economia del Paese, tenendo però sempre sotto stretto controllo la spesa pubblica.

Sulla necessità di pervenire in tempi strettissimi all'emanazione di un provvedimento efficace, si sono espressi anche il presidente del Senato, Renato Schifani, ed il ministro degli Interni, Roberto Maroni, presente al convegno di Capri. Nel frattempo perviene anche una concreta proposta da parte della Coldiretti, che ha richiesto ai ministri competenti la dismissione di terreni agricoli di proprietà dello Stato del valore di circa 6 miliardi di euro, che potrebbero essere venduti alle imprese agricole.

Una nota di colore, al margine del citato convegno di Capri, è stato il folkloristico intervento del ministro dell'Attuazione del programma, Gianfranco Rotondi, che, sull'assenza degli uomini di partito, ha testualmente dichiarato: << E chi se ne frega? I giovani italiani non si riconoscono nei black bloc ma nemmeno nei figli di papà >>.

Nicola Capolupo