Politica
Decreto sicurezza, il Senato vota la fiducia. 163 voti favorevoli
ROMA, 7 NOVEMBRE - “Decreto Sicurezza e Immigrazione, ore 12.19, il Senato approva!!! #DecretoSalvini, giornata storica!". Così il Ministro dell’Interno e vicepremier, Matteo Salvini, esulta su twitter per il via libera del senato al suo decreto Sicurezza con 163 favorevoli, 59 contrari e 19 astenuti. Su 288 presenti hanno votato in 241. Il dl è stato approvato con il voto di fiducia, il primo al Senato dall’insediamento del governo Conte. Ora passerà alla Camera dei Deputati.
Nella conferenza stampa successiva al voto Salvini riferendosi a quelli che definisce "sciacalli" ha dichiarato: "Si rassegnino questo governo andrà avanti a lavorare per 5 anni". Il Ministro ha continuato: “Con il Ghana stiamo lavorando ad un accordo sui rimpatri e non solo con il Ghana: stiamo lavorando per rimediare alle dormite di chi ha lavorato in questo paese negli ultimi anni. Siamo a meno 92 mila arrivi. Voglio chiudere l'anno con un più espulsioni e chiudere accordi con altri paesi. Con almeno 4 Paesi stiamo lavorando in questa direzione". Infatti secondo Salvini "se capiscono che la musica è cambiata, gli scafisti cambiano mestiere".
Nonostante l’ottimismo ostentato dalla maggioranza non mancano i malumori all’interno dei partiti di governo. Il numero dei dissidenti all’Interno del M5S è aumentato: hanno disertato l’aula non solo i quattro che in commissione avevano espresso la loro contrarietà al decreto (Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori e Matteo Mantero) ma anche Virginia La Mura. Mario Michele Giarrusso e Vittoria Bogo Deledda sono in congedo per motivi di salute. Quindi dei 167 senatori dei partiti di governo (58 della Lega e 109 del M5S), solo 160 hanno votato sì al dl sicurezza.
Gli altri tre sì sono arrivati da Maurizio Buccarella, fuoriuscito dei 5 stelle, ora nel Misto, e dai due senatori del Maie, Adriano Cario e Riccardo Antonio Merlo. Astenuto l'altro ex grillino Carlo Martelli. Questi ultimi 4 senatori avevano votato la fiducia al governo Conte lo scorso giugno facendo raggiungere al numero dei favorevoli quota 171.
Sui dissidenti interni al movimento Stefano Patuanelli, capogruppo del M5S al Senato, ha fatto sapere: “In qualità di capogruppo ho segnalato ai probiviri il comportamento tenuto in Aula dai senatori Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Matteo Mantero e Virginia La Mura, che hanno avviato un'istruttoria nei loro confronti. Si tratta di un comportamento particolarmente grave visto che si trattava di un voto di fiducia al Governo”.
Julia Unterberger (Autonomie) aveva annunciato il voto contrario del suo gruppo definendo il decreto "un atto di propaganda inutile, se non dannoso". Per Loredana De Petris di Liberi e Uguali "la fiducia al dl sicurezza è frutto di uno scambio sulla prescrizione" e il M5S "ha ceduto alla Lega in maniera strutturale. In questo decreto sono stati messi in discussione valori costituzionali".
Si sono astenuti i senatori di Forza Italia, che hanno sventolato in aula dei fogli con su scritto “Sì alla Sicurezza, no al governo”. Il senatore Maurizio Gasparri ha spiegato le motivazioni dell’astensione: “La fiducia non ve la possiamo dare perché poi ci saranno i compromessi tra Lega e M5S sulla prescrizione e i processi saranno infiniti. Quindi non votiamo la fiducia ma apprezziamo alcune misure di questo provvedimento. La tutela della sicurezza dei cittadini, in particolare. E per questo ci asteniamo dal voto. Noi diciamo sì alla sicurezza ma non al governo perché poi non si dica nei bar italiani che Forza Italia vota contro un provvedimento che punta alla sicurezza dei cittadini”. Inoltre Forza Italia sottolinea che la fiducia ha impedito di approvare alcuni emendamenti migliorativi.
Il senatore del Pd, Dario Parrini, ha motivato il no del suo partito al decreto: “Non è il decreto sicurezza ma il decreto clandestinità”, inoltre “è un testo illiberale e in tante parti incostituzionale perché ignora la lettera del Capo dello Stato che lo accompagnava e non rispetta la Costituzione in punti rilevanti quali il rispetto degli obblighi internazionali, la restrizione delle libertà personali, la questione della cittadinanza. Come si può credere che ci sarà più sicurezza senza il rispetto delle libertà civili fondamentali? Se non c’è libertà non c’è sicurezza. Infine, è stato portato avanti da Lega e M5s con prove di arroganza inquietanti. La maggioranza non ha il diritto di svilire il ruolo del Parlamento e di scaricare i suoi contrasti sulle opposizioni. Per tutti questi motivi il Pd vota no”.
Fonte immagine: ilfattoquotidiano.it
Fabio Di Paolo