Politica
Decreto milleproroghe: attesa per oggi la prima fiducia del governo Conte
ROMA, 12 SETTEMBRE – Primo importante banco di prova per il governo insediatosi il 1° giugno di quest’anno, avendo il Consiglio dei Ministri deciso di blindare il decreto milleproroghe mediante l’apposizione della questione di fiducia in Parlamento, facendo così dipendere la propria permanenza in carica dall’approvazione del provvedimento. Si tratta del consueto decreto legge, riproposto ormai annualmente dal CdM dopo essere in realtà nato come misura eccezionale, volto a prorogare o risolvere situazioni urgenti entro la fine dell’anno in corso. Nella fattispecie, si tratterà dello strumento che l’esecutivo utilizzerà per giungere all’introduzione di alcune contestate norme, come quelle sui vaccini e sui fondi destinati alle periferie cittadine. [MORE]
Dopo aver respinto le varie pregiudiziali di costituzionalità presentate da PD, FI e FdI, alla Camera dei Deputati è cominciata ieri la discussione generale del testo, sul quale si è poi continuato a lavorare per tutta la serata. Ciò ha contribuito a rendere il clima in aula parecchio infuocato, in particolare nel momento in cui il deputato leghista Alberto Ribolla, rispondendo ad alcune critiche sull’accordo al ribasso con l’ANCI, ha definito mere “marchette” i finanziamenti governativi ai comuni da destinare alle periferie, provocando scintille tra i suoi colleghi.
I Sindaci di molti comuni erano in effetti da diversi giorni sul piede di guerra nei confronti dell’esecutivo, che aveva deciso di tagliare i fondi per molti progetti locali in fase di esecuzione. Ciò aveva reso necessario aprire una trattativa fra l’Associazione Nazionale Comuni Italiani ed il premier Conte, che aveva organizzato un vertice a Roma coadiuvato dai suoi consiglieri. L’incontro ha dato poi esito positivo, rendendo soddisfatti i principali rappresentanti degli enti locali: Antonio Decaro, presidente ANCI, pur sottolineando che l’accordo risulti essere una mediazione tra volontà contrapposte, ha comunicato di aver convinto il governo a ripristinare i fondi per i progetti già in fase avanzata relativi al prossimo triennio, un risultato considerato ottimo rispetto alla decurtazione di 1,6 miliardi di € inizialmente ipotizzata. Anche il Presidente del Consiglio ha confermato con una nota ufficiale il buon esito della trattativa, affermando di aver “ascoltato con grande disponibilità le istanze dell’ANCI” e di aver “condiviso con i sindaci presenti l’obiettivo di avviare un percorso per giungere alla migliore soluzione possibile e nei tempi più rapidi. La soluzione che intendiamo adottare è quella di inserire nel primo decreto utile (successivo alla conversione del Milleproroghe) una norma che di fatto dia la possibilità di recuperare la realizzabilità dei progetti già in fase avanzata”. Non sono mancate nel contempo le critiche da parte di alcuni Sindaci, come Matteo Ricci di Pesaro, il quale ha considerato l’incontro “andato male”, perché Conte si sarebbe presentato soltanto con generici impegni futuri e senza una proposta concreta e perché nel frattempo “con il via libera al Milleproroghe i nuovi fondi per le periferie resteranno bloccati”.
Molto contestata, soprattutto dalla sponda dem, anche la decisione di inserire nel decreto la possibilità di prorogare ulteriormente la sospensione dell’obbligo di presentare la certificazione vaccinale all’atto dell’iscrizione scolastica dei bambini, con la conseguenza di ritenere sufficiente l’autocertificazione già ammessa dalle circolari ministeriali sul tema.
Con l’apposizione della fiducia al decreto, troncando la discussione sui vari emendamenti che erano stati depositati dalle opposizioni, il governo potrà inoltre evitare che vengano riaperte le graduatorie ad esaurimento riservate alle insegnanti diplomate magistrali ante a.s. 2001/02 ed alle altre aree di insegnanti assunti o inseriti con riserva. L’emendamento che riguardava questo tema era stato presentato da Stefano Fassina di LeU, al fine di far accedere alle graduatorie circa 45mila nuovi insegnanti; il tentativo sarebbe stato in ogni caso respinto dalla maggioranza, che considerava tale proposta foriera di nuova precarietà nel settore scolastico, inserendo un elevato numero di docenti in una sorta di incerta lista d’attesa a tempo indeterminato. L’obiettivo del Ministero dell’Istruzione sarebbe invece quello di puntare all’esaurimento delle graduatorie esistenti e di bandire poi eventualmente nuovi concorsi.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: romatoday.it