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Berlusconi è decadenza. Il Cav: «Resto in campo. Oggi giorno amaro e di lutto»

ROMA, 27 NOVEMBRE 2013 - Silvio Berlusconi non è più un senatore della Repubblica. «Essendo stati respinti tutti gli ordini del giorno presentati in difformità dalla relazione della Giunta per le Immunità che proponeva di non convalidare l'elezione di Berlusconi la relazione della Giunta deve intendersi approvata».

Sono queste le parole con le quali il presidente del Senato, Pietro Grasso, annuncia la decadenza parlamentare del Cavaliere in virtù dell’applicazione della legge Severino a seguito della condanna all’ex premier per frode fiscale nel processo Mediaset. Con il voto odierno, giunto dopo una lunga ed intensa giornata, dove non sono per altro mancati in aula momenti di tensione e di scontri verbali tra forzisti e lo stesso presidente Grasso, si chiude una vicenda all’apparenza infinita e che ha contrassegnato fin dal suo nascere l’attuale governo Letta.

Alla fine dei conti tutto come previsto, con Pd, Sel, M5S, Autonomie e Psi, e buona parte di Scelta Civica, due soli i senatori “montiani” astenuti, che hanno espresso il loro voto a favore della decadenza di Berlusconi, mentre Fi, Nuovo centrodestra, Lega e Gal hanno votato contrari. Dunque, alle ore 17.43 del 27 novembre è arrivata puntuale e senza colpi di scena la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi.[MORE]

Ma prima del voto finale, e contro i suoi cosiddetti “esecutori”, il Cavaliere si era già espresso nel primo pomeriggio dal palco di via del Plebiscito, dove è stata organizzata una manifestazione di protesta. «È un giorno amaro e di lutto per la democrazia. Il Senato di sinistra con il suo potere ha ordinato al tempo di fare freddo». E giù col solito mantra, l’immancabile attacco alla magistratura ormai vero e proprio “fil rouge” di Berlusconi: «A partire dal 1994, una magistratura di estrema sinistra si è data come missione la via giudiziaria al socialismo. Persino l’Unità ha accusa certi pm di aver abbracciato le idee estremiste delle Br. Approfittando della legge che aboliva l’immunità parlamentare – ha continuato l’oramai ex senatore – certi magistrati hanno fatto piazza pulita di cinque partiti. E allora sapete cosa è successo? Siamo scesi in campo noi. Hanno subito cercato di farmi fuori dalla scena politica con i processi».

E dopo un excursus sui vari processi subiti il Cavaliere si è espresso sulla sentenza specifica del processo Mediaset, rivendicando la sua solita innocenza e ribadendo le oramai note tesi di complotto ordite contro la sua persona: «la sentenza sui diritti Tv è una sentenza che grida vendetta davanti a dio e agli uomini. È basata solo su teoremi e congetture e su nessun fatto o documento o testimone. Sono assolutamente sicuro che il finale di questi ricorsi sarà il capovolgimento della sentenza con la mia completa assoluzione». Tuttavia dinanzi la sua platea di fedelissimi sostenitori, Berlusconi ha ribadito la sua volontà di non uscire dalla scena della politica italiana invitando il suo partito all’unità: «non disperiamoci, ci sono dei leader dei partiti che non sono parlamentari, come Renzi e Grillo».

(Immagine da polisblog.it)

Giovanni Maria Elia