Cronaca
Deborah Angrisani, la ragazza trentina calpestata dal poliziotto a Roma: "E' stato disumano"
TRENTO, 15 APRILE 2014 - Si chiama Deborah Angrisani, ha 22 anni, è di Trento e studia Scienze della Pace a Pisa. In questi giorni è stata sotto gli occhi di tutti, perchè è la ragazza calpestata da un agente di polizia durante gli scontri di sabato scorso a Roma, immortalata dalle fotografie pubblicate da alcune testate nazionali, come La Repubblica, e dalle telecamere di Servizio Pubblico.
Era la prima volta che la ragazza si recava ad una grande manifestazione a Roma, ed era con il suo fidanzato Andrea, che l'ha protetta dai colpi di manganello, mentre lei gli tamponava il sangue avvolgendogli una sciarpa intorno alla testa. Non aveva lanciato nè pietre nè molotov contro il ministero nè contro le forze di polizia, eppure, in via Vittorio Veneto, inizia lo scontro con i poliziotti che cominciano a picchiare Andrea perché lo credono un facinoroso, forse a causa della felpa che ha intorno alla faccia per difendersi dai fumogeni, e spiega: "Non so perché le forze dell’ordine ci hanno attaccato in via Veneto. Io stavo indietreggiando. Non avevo nulla. Nessuna spranga: le mie mani erano abbassate. Mi hanno picchiato, mi hanno messo a sedere e continuato a picchiare".
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Anche il racconto che Deborah fa in seguito è agghiacciante: "Quando abbiamo lasciato via Veneto e siamo riusciti ad arrivare in piazza abbiamo incontrato la gente che urlava “Scappate, scappate”. Ma noi siamo stati gli ultimi ad entrare e siamo rimasti bloccati. Io mi sono presa le manganellate sul braccio e sulla schiena, poi sono caduta a terra. A un certo punto ho sentito il dolore fortissimo sulla pancia: è quando l’agente mi è montato addosso. Ma lì per lì non mi rendevo conto di niente. Sentivo solo i poliziotti che ci insultavano - “fate schifo”, “gente di merda” - e che picchiavano. Anche con il manico del manganello".
Mentre a La Repubblica Deborah racconta: "E' stato disumano quello che ci ha fatto la polizia ero terrorizzata dalla violenza che era sotto i miei occhi. Volevano allontanarci, ma la piazza era chiusa da ogni parte dalle forze dell'ordine. Ci hanno manganellato da dietro, mentre scappavamo, io sono inciampata o mi hanno spinto...nemmeno ricordo. Lì per lì pensavo mi avesse dato un calcio, dopo aver visto le foto di Repubblica ho capito mi aveva calpestato" La ragazza non ha alcuna intenzione di perdonarlo: "Assolutamente nessuna intenzione - dice - ma voglio dire che non può essere il solo a pagare. E' sotto gli occhi di tutti quello che è successo, c'erano giornalisti, fotografi, telecamere. Ci hanno inseguito e picchiato".
Deborah e Andrea hanno deciso di non denunciare i poliziotti, e Andrea spiega: "Tanto a che serve? Per far avere un mese di sospensione a qualche agente? Preferisco continuare il mio impegno sociale per la mia strada".
Intanto lo stesso capo della Polizia Alessandro Pansa ha definito "un cretino" il poliziotto "autore" del violento gesto nei confronti dei due ragazzi, che si è poi presentato in Questura per farsi identificare giustificando il gesto per la concitazione del momento.
Fonte: La Repubblica; Trentinocorrierealpi
Valentina D'Andrea