Politica

De Magistris rinviato a giudizio

NAPOLI, 24 Gennaio 2012-  "Sono amareggiato per la decisione del Gup del Tribunale di Roma rispetto ad un procedimento in cui mi appare chiara l'incompetenza dell'autorità giudiziaria di Roma, così come è ancora più evidente l'infondatezza dei fatti. Non mi aspettavo questo rinvio a giudizio, perché l'accusa rivoltami è quella di aver acquisito tabulati di parlamentari senza necessaria autorizzazione del Parlamento stesso: mai un pm potrebbe essere così ingenuo. Ritenevo e ritengo un dover costituzionale indagare nei confronti di tutti e anche nei confronti dei parlamentari e dei potenti. Mi auguro che la magistratura giudicante, nella sua autonomia e indipendenza, riconosca la correttezza del mio operato e l'infondatezza degli addebiti formulati dalla Procura di Roma. L'unica nota positiva di questa giornata amara è che in un pubblico dibattimento tutti si potranno rendere conto della incredibile storia da cui ancora oggi sono costretto a difendermi" .
Esordisce così il sindaco de Magistris sulla sua pagina personale di Facebook in merito alla vicenda che lo vede protagonista.[MORE]

E' il 2007 quando l'allora magistrato istruisce la famosa inchiesta “Why not” attraverso la quale vennero scoperti gruppi di potere trasversali retti da una vera e propria loggia massonica, nota come “La Loggia di San Marino”. Associazione a delinquere, truffa, corruzione, violazione della Legge Anselmi: questi i capi d'imputazione rivolti ai 19 indagati, tra cui spiccano i nomi di Romano Prodi e Clemente Mastella.
Oggi la situazione si è ribaltata. Dopo aver accolto le richieste del procuratore aggiunto Alberto Caperna, il gup Barbara Callari ha deciso per il rinvio a giudizio dello stesso de Magistris e del suo ex consulente Genchi con l'accusa di concorso in abuso d'ufficio. I due, rei secondo la Callari di essere entrati illegalmente in possesso dei tabulati telefonici di un nutrito gruppo di parlamentari, dovranno presentarsi il 17 aprile davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Roma.

Alcuni degli accusati nell'inchiesta del 2007 si sono costituiti parte civile, tra cui lo stesso Mastella che ha dichiarato «Le responsabilità maggiori sono di de Magistris ed io ancora oggi mi chiedo perché finii in quell’inchiesta» e, proseguendo, «Inventarono addirittura un pentito contro di me che poi ritrattò tutto. Una costruzione arbitraria ma io fui totalmente prosciolto a Catanzaro. E se per quella vicenda c’è un processo contro de Magistris non posso che rallegrarmene: è la dimostrazione che si trattò solo di populismo giudiziario da parte sua».

L'inchiesta originaria diede luogo a due processi; uno ancora in corso presso il tribunale di Catanzaro, tra i cui indagati figurano i nomi di due ex governatori della Calabria, Agazio Loiero e Giuseppe Chiaravallotti, l'altro, conclusosi per volere del gup con 8 condanne e 34 assoluzioni.

Già nel novembre 2010 l'allora magistrato napoletano era stato rinviato a giudizio per omissione di atti d'ufficio. De Magistris ha sempre dichiarato di aver agito come uomo di giustizia, mostrando piena fiducia nel lavoro di Genchi nonostante la mancanza di informazioni sulla fonte e l'utilità di quelle utenze.
Utenze che gli sono costate il rinvio a giudizio.

Sara De Franco