Estero
“Davos nel deserto”: possibile boicottaggio Usa e Gb
WASHINGTON, 14 OTTOBRE – La Bbc, citando fonti diplomatiche, ha reso noto che gli Stati Uniti e la Gran Bretagna potrebbero considerazione l'ipotesi di boicottare “Davos nel deserto”, un incontro tra esponenti di primo piano della politica e dell'economia internazionale, per discutere delle questioni più urgenti. La ragione alla base della possibile decisione americana ed inglese sarebbe legata al caso di Jamal Khashoggi, il giornalista dissidente scomparso 12 giorni fa nel consolato saudita ad Istanbul.
In questi giorni il governo turco ha riferito ai funzionari statunitensi di essere in possesso di registrazioni audio e video che provano che Khashoggi è stato ucciso all'interno del consolato. Ma Riad classifica le accuse come "menzogne". Secondo quanto riportato dalla Bbc, nel caso in cui dovesse arrivare la conferma della morte del giornalista, Usa e Gran Bretagna divulgheranno un comunicato congiunto in cui esprimono una forte condanna.
Jamal Khashoggi, 60 anni il 13 ottobre, è scomparso il 2 ottobre 2018 dopo aver varcato la soglia del consolato a Istanbul, in Turchia. Era solito definirsi un “un giornalista indipendente che usa la penna per il bene del suo paese”. A maggio di quest’anno, durante una conferenza, il giornalista ha conosciuto Hatice Cengiz, una cittadina turca di 36 anni. I due avevano deciso di sposarsi e trasferirsi in Turchia, ma alle autorità turche necessitava un certificato saudita che attestasse la validità del precedente divorzio di Khashoggi, così gli consigliarono di recarsi presso il consolato saudita per ritirarlo. Ma, dal consolato, il giornalista non ha fatto ritorno. Secondo la polizia turca sarebbe stato ucciso e smembrato all’interno dell’edificio.
“Aveva lavorato come giornalista ad altissimo livello, aveva girato il mondo. Eppure lo hanno costretto a scappare dal suo paese per colpa del giro di vite verso intellettuali e attivisti che hanno osato criticare il principe Mohammed bin Salman. Non ha potuto fare altro. Ha lasciato l’Arabia saudita perché era l’unico modo per trattare delle questioni a cui teneva, l’unico modo di lavorare senza compromettere la sua dignità” ha dichiarato Hatice Cengiz, e concludendo con un ammonimento diretto a Mohammed bin Salman: “L’oppressione non dura per sempre. I tiranni alla fine pagano sempre per i loro peccati”.
Immagine da: huffingtonpost.com