Cronaca

Dal nuovo libro di Nuzzi: "Obolo di San Pietro? Su 10 euro donati solo 2 in beneficenza"

ROMA, 4 NOVEMBRE 2015 - “Una totale assenza di trasparenza nella contabilità sia della Santa Sede, sia del Governatorato”, passo tratto dal libro di Nuzzi. Sembra essere questo il leit motiv delle 314 pagine a firma Gianluigi Nuzzi, noto giornalista Mediaset e scrittore, che ha pubblicato il libro-inchiesta Via Crucis, edito da Chiarelettere. Un approfondimento sul tema, sempre delicato, delle finanze della Santa Sede: non più, ora, solo un tema della cattiva propaganda antiromana, ma un vero problema strutturale che riguarda “logiche di potere e interessi che questo Papa vuole cambiare”, a detta di Nuzzi.

Una inchiesta, corredata da numerosi documenti inediti, più che altro emessi dalla Commissione referente di studio e di indirizzo sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede, da cui emerge un intero apparato clericale impegnato nella rincorsa agli interessi, più al vil denaro che alla benevolenza. Quattro mesi dopo la sua elezione al Soglio Pontificio, “il Papa ha già una fotografia abbastanza precisa della situazione finanziaria del vaticano. In particolare riceve un documento (riprodotto e pubblicato nel libro, ndr) scritto dai revisori internazionale della Prefettura degli affari economici della Santa Sede”, e lì, secondo Nuzzi, Francesco assume contezza dell'entità del problema. “Santo Padre, c’è una totale assenza di trasparenza nella contabilità sia della Santa Sede, sia del Governatorato. Questa mancanza di trasparenza rende impossibile fornire una chiara stima dell’attuale stato finanziario del Vaticano nel suo complesso e delle singole entità che la compongono. Questo significa anche che nessuna persona può essere considerata effettivamente responsabile per la gestione finanziaria. Sappiamo soltanto che i dati esaminati mostrano una tendenza al ribasso e davvero sospettiamo fortemente che il Vaticano nel suo complesso ha un grave deficit strutturale. Il management finanziario generale all’interno del Vaticano può essere definito, nel migliore dei casi, come inadeguato […] il bilancio e il processo decisionale sia della Santa Sede che del Governatorato sono senza senso, nonostante l’esistenza di chiari orientamenti definiti dal regolamento corrente. Questa realtà sembra suggerire che, come minimo, l’atteggiamento prevalente del Vaticano è meglio catturato dall’espressione ‘le regole non si applicano a noi’”, è il testo della missiva, pubblicata nelle primissime pagine del libro.

[MORE]Presa in mano la situazione, con fermezza, Francesco avrebbe incontrato i cardinali della Curia, nel luglio 2013, “ai quali dice che la spesa della Curia è totalmente fuori controllo:“dobbiamo stare attenti, fratelli cardinali, ai nostri investimenti perchè appena sono arivato mi dicono che in Svizzera abbiamo perso 10 milioni di Euro in investimenti sbagliati. Dobbiamo stare attenti agli investimenti!”, perchè ricorda come quando era responsabile dei Gesuiti in Argentina, l'economo scoprì da un controllo degli investimenti in banca, che il 60% degli investimenti era destinato a fabbriche che producono armi”, asserisce in conferenza stampa Nuzzi. In armi. Investimenti compiuti da coloro che più in antitesi dovrebbero essere con la polvere da sparo. Almeno in teoria.

Continua il giornalista Mediaset: “Il Papa, dinanzi a questa situazione, forma una commissione d'inchiesta sullo Ior ed una commissione d'inchiesta denominata Cosea sui conti delle finanze vaticane. Il documento, che vedete alle vostre spalle, spiega esattamente come viene investito il denaro raccolto dall'Obolo di San Pietro (un fondo per la carità del Papa, ndr). Su dieci Euro che,all'epoca (al 2013), entrano in Vaticano per la beneficenza del Santo padre, sei finiscono a sanare i conti in rosso della Curia, 2 vengono accantonati in un fondo che giace sui conti che ormai ammonta a 400 milioni di euro, e solo due Euro, di questi iniziali dieci, sono nella disponibilità del Papa per fare la beneficenza prevista dall'Obolo di San Pietro”. Se ne fosse confermata la veridicità, e la mole di documenti ufficiali presenti nel libro sembrano parlar chiaro, un quadro tale da rimanere allibiti, da chiedere ai credenti se volessero accordare beneficenza ai conti prosciugati della Curia.

Ai cronisti accorsi al Residence di Ripetta, dove ha avuto luogo la presentazione del libro, Gianluigi Nuzzi ha spiegato: “Io credo che i segreti siano l'anticamera dei ricatti, svelare delle verità consolidate, sicure, certe, non può altro che aiutare chi vuole la trasparenza”.

Salvatore Remorgida