Interviste

Da clown a inviato per Striscia la Notizia: Luca Abete si racconta a InfoOggi

BOLOGNA, 3 MAGGIO 2014 – E’ conosciuto come l’inviato di Striscia la Notizia, come l’uomo vestito di verde. Luca Abete è noto al pubblico per i suoi servizi-inchiesta che vanno in onda nel programma di Antonio Ricci da ben nove anni, ma nella sua carriera c’è molto altro. Le sue parole, nell’intervista raccolta da Giovanni Cristiano, in esclusiva per InfoOggi.

Dunque, Luca, la prima domanda è quasi scontata: dove nasce questa tua passione per lo spettacolo e per il giornalismo?

“Innanzi tutto diciamo subito che io non sono giornalista ma mi trovo a operare, si può dire, come se lo fossi. Io sono semplicemente una persona che faceva il clown, regalava sorrisi ai bambini e ai passanti che erano per strada. Poi mi sono appassionato alla televisione per i bambini, fino a ritrovarmi oggi a Striscia facendo il clown perché fondamentalmente noi a Striscia siamo un po’ dei clown con le nostre gag, e proviamo a regalare sorrisi a persone che hanno problemi oppure a chi soffre. Io personalmente cerco di mettere anima e corpo per, non dico risolvere, ma quanto meno mettere in evidenza delle cose avendo capito di avere un potere che mi è stato conferito da Striscia, e proprio per questo cerco di sfruttarlo al massimo.”

In qualche modo hai anticipato la mia domanda. Infatti tutti conoscono Luca Abete come inviato di Striscia la Notizia da ben nove anni, ma non molti sanno che inizi a muovere i primi passi proprio come clown nella tua città natale che è Avellino. Cosa ci racconti di quell’esperienza e che qual è il rapporto con la tua città?

“Io di quell’esperienza ho un ricordo bellissimo. Alla mia città devo tanto, anche perché essendo una città piccola ho avuto la possibilità di muovere i miei primi passi in tutta serenità. Così come devo tantissimo a migliaia di bambini con i quali, divertendomi, ho provato a sperimentarmi. Ancora oggi io vivo nella mia città, frequento le stesse persone di sempre e oggi è bellissimo incontrare dei ragazzi di 15/20 anni che ti abbracciano e si ricordano di te perché eri il loro animatore preferito. In sostanza è come se fossi diventato un po’ l’idolo di questa generazione che è cresciuta con me e mi ha visto crescere.”

Il 19 febbraio 2001 è una data molto importante per te, la data che segna il tuo esordio in tv. Come ricordi quel debutto?

“Nella mia vita è accaduto quasi tutto per caso. Ho sempre dato il massimo spingendo sull’acceleratore e mi sono ritrovato velocemente in situazioni sempre nuove. L’esordio in tv lo ricordo quasi come un trauma. Non avevo mai registrato una puntata, mai realizzato una diretta televisiva. Mentre facendo il clown si ha il conforto del pubblico grazie ai loro sorrisi, con la televisione è tutto diverso. Sei da solo con una telecamera davanti, senza alcun tipo di conforto. Parlare con una telecamera era molto strano, non ero abituato. Oggi invece parlare con la telecamera è diventato il mio lavoro, la mia passione.” [MORE]

Tu hai anche una grande passione per la fotografia. E anche in merito a ciò, l’1 dicembre 2010 hai dato vita a “OnePhotoOneDay”. Ci dici di cosa si tratta?

“Io sono sempre stato un appassionato non tanto di fotografia intesa nel senso professionale, ma di fotografia intesa come possibilità di congelare un attimo e tenertelo per sempre. Di fatti io non uso macchine professionali, non ho mai fatto un corso di fotografia, ma scatto tantissime fotografie da quando ho scoperto che esisteva una macchina fotografica digitale. E il progetto ‘OnePhotoOneDay’ nasce proprio grazie a questa spinta. Ho pensato, per gioco, di farmi una foto al giorno per raccontare e per raccontarmi quello che mi accade quotidianamente. Ti posso garantire che oggi, dopo quasi 1300 fotografie, sono in grado, rivedendo anche una foto di tre anni fa, di ricordarmi dov’ero, quale era il mio stato d’animo, chi c’era con me e il motivo per il quale ho fatto quella fotografia. L’esperimento è ampiamente riuscito dal momento che oggi siamo arrivati oltre quello che immaginavamo.”

Tanti i riconoscimenti che hai avuto nella tua carriera. Addirittura se ne contano ben 15 dal 2007 a oggi. L’ultimo, in ordine cronologico, è il “Premio Legalità”, ricevuto quest’anno a San Prisco, nel casertano. Riconoscimento che, è giusto ricordarlo, hai ricevuto anche nel 2010 a Casal di Principe. Cosa significa per un campano doc come te, ricevere un premio del genere?

“Per me questi premi sono sempre una sorpresa, perché ti fanno sentire eroe quando alla fine non lo sei. Io non sono un eroe, io sono una persona che pensa delle cose giuste su ciò che è illegale, su ciò che magari dovrebbe essere giusto in questa terra, e le mette in pratica. Purtroppo se intorno a te non tante persone operano con lo stesso approccio, naturalmente risulti tu quello diverso che quindi viene premiato. Senza paragonarmi a nessuno, ovviamente, faccio l’esempio di Giancarlo Siani, assassinato dalla camorra. Lui non è un eroe, lui era semplicemente un giornalista che faceva il suo lavoro. E’ diventato eroe perché gli altri giornalisti non facevano il lavoro come lo faceva lui. Io dico che noi oggi non abbiamo bisogno di eroi che devono vincere un premio, noi oggi abbiamo bisogno di tanti piccoli eroi quotidiani che non fanno altro che muovere le proprie azioni secondo coscienza. Io, nel mio piccolo, lotto per cambiare le cose con gli strumenti che la televisione mi mette a disposizione. Sarebbe bello, un giorno, non dover più fare distinzioni tra chi lotta per la giustizia e chi magari non lo fa.”

Un’ultima domanda prima di salutarci. Quali sono le aspettative di Luca Abete per il suo futuro?

“Penso di essere una persona molto fortunata, credo di essere l’esempio di una persona che combatte per portare avanti i propri sogni e magari riesce anche a raggiungerli. Solo con caparbietà, senza l’aiuto di nessuno e aspettando solo che il tempo possa compiersi. Non ho mai fatto progetti a lungo termine, ho sempre cercato di sperimentarmi, di mettermi alla prova, magari di raggiungere gli step successivi. Oggi faccio Striscia la Notizia, sono amato da molta gente e penso che questo possa essere per molti un punto di arrivo. Lo è anche per me, ma non è colpa mia se appena raggiungo un traguardo voglio sempre partire per nuove avventure, per nuove esperienze.”

Ecco i contatti social per rimanere in contatto Luca Abete.

Facebook: https://www.facebook.com/lucaabeteofficialpage
Twitter: https://twitter.com/LucaAbete

OnePhotoOneDay: www.onephotooneday.it
Flickr: https://www.flickr.com/photos/onephotooneday/

Giovanni Cristiano