Cronaca
D'Aureli: si avvicina sempre piu' l'orlo del precipizio
Lettera aperta a Infooggi
Tarquinia (Viterbo) 28 aprile 2012 - Nonostante l’appello televisivo ed in numerosi appelli sui quotidiani locali non ho ricevuto nessuna risposta. Le Istituzioni, tutte: dai gradi più alti a quelli locali ,Il Sindaco, l’amministrazione comunale, le aziende locali sono rimaste sorde e mute al mio grido d’aiuto . Non mi spaventano i continui “no” che sono costretta a dire ai miei figli, servono anche quelli perche' la vita non è facile per nessuno e non si può far credere lo sia neanche ai bambini.
Quello che mi spaventa è non essere in grado di dare l’opportunità ai miei figli di poter giocare con i loro coetani, di poter studiare, di fare sport … di poter crescere sereni. Torno a ripeterlo non cerco “elemosine” ma un lavoro che mi permetta di far crescere in maniera serena e dignitosa i miei figli.
Ormai sto perdendo ogni speranza ed ogni giorno che passa si avvicina sempre piu’ l’orlo del precipizio, ma non mi arrenderò e continuerò a gridare per i miei figli. Il Garante dell’infanzia dopo aver ricevuto la mia mai mi ha scritto indignato, non credendo sia possibile questa situazione oltretutto dopo tutti i solleciti inviati da parte loro all’amministrazione comunale, l’unico ente che puo’ veramente risolvere situazioni del genere. [MORE]
La mail inviata la garante dell’infanzia: “Trovo assordante il silenzio dei rappresentanti del ns Stato: senatori, deputati, onorevoli, amministratori locali, impenditori, etc..., nessuno di loro/voi si è fatto avanti. Si parla tanto di solidarietà, di aiuti alle famiglie, di tutela dei bambini... tutte belle parole ! Ma i fatti dove sono????????????????
Torno a gridarlo sono una madre rimasta vedova, sola, senza nessun aiuto, conoscenze politiche, senza un lavoro... ma ho due grandi gioie,i miei figli:Giulia e Simone e continuerò a gridare la mia richiesta d'aiuto per cercare di garantirgli un minimo di serenità e farli crescere dignitosamente. Ho bisogno di trovare un lavoro che mi permetta di riacquistare la dignità mia e dei miei figli, non posso continuare ad elemosinare aiuti. Il Sindaco del mio paese mi ha dato aiuto psicologico e sostegno economico (€ 300,00 al mese) e di questo lo ringrazio, ma non riesce a trovare una soluzione concreta al mio problema "un lavoro dignitoso".Durante un colloquio sia lui che la direttrice dei servizi sociali mi hanno fatto notare nonostante io avessi scritto a tutte le Istituzioni, come le stesse (Prefetto, Garante per l'infanzia, Ministero per l'Interno,etc)si fossero limitate a passare "la patata bollente" al Sindaco che ha le mani legate.Sono stata invitata a riflettere, a cercare di smorzare i toni. Viviamo in un paese democratico fondato sul lavoro, considerato come un diritto del cittadino.Ora quello che Vi chiedo, gentili Signori, sapete dirmi a chi rivolgermi per far valere uno dei diritti fondamentali della ns Costituzione?[MORE]
La risposta che cerco non è certo quella della propaganda elettorale, ma una soluzione al mio problema, che poi non riguarda solo me ma centinaia di donne che si trovano nella mia stessa situazione e forse non hanno la forza di gridare la loro disperazione . Certa in una Vs risposta, invito cordiali saluti.
Laura D'Aureli
Via Chiusi 1
01016 Tarquinia (Vt)
tel. 320 4667548
La situazione che ci viene segnalata, l’abbiamo girata più volte al Comune di Tarquinia che è l’unica struttura deputata ad intervenire secondo le proprie risorse. La consiglio di fare altrettanto e direttamente. Con molti saluti.
La ringrazio per la sua cortese risposta.
So benissimo che la mia situazione è stata piu' volte segnalata al comune di tarquinia e in special modo al Sindaco, il quale se ne è candidamente lavato le mani e messo a posto la coscienza concedendomi attraverso i servizi sociali un aiuto economico di € 300,00 ed il sostegno psicologico.
Ora mi dica Lei a chi rivolgermi se chi deputato ad intervenire e chiamato in causa da me direttamente, non lo fa.
Le invio per conoscenza, di seguito la mail che mi ha inviato il sindaco ed in allegato la mia risposta.
Cordiali saluti
Laura D'Aureli
Prot. nr. 4813
Tarquinia, 25 febbraio 2012
Gentilissima,
Nel rivolgermi a Lei, mi rivolgo anche a tutte quelle persone che, da Lei vivamente sollecitate, mi scrivono per supportare la Sua causa.
Prima di mettere mano alla penna ho a lungo esitato poiché di norma, in tali situazioni, evito di rispondere, non fosse che, nel caso specifico, mi sembra si stia andando un po’ fuori le righe e un po’ distanti dalla realtà.
Più volte ho accolto Lei personalmente e le Sue richieste e, adempiendo al mio dovere di Sindaco, senza tralasciare la capacità di discernimento, ho fatto tutto quanto in mio potere e forse anche qualcosa di più, prendendo così a cuore la Sua tragica vicenda.
Pochi giorni fa, ho ricevuto un’altra sua scrupolosa e-mail. L’accostamento tra le due fatture da pagare con il bonifico rilasciato dal Comune di Tarquinia e l’ennesimo grido disperato di aiuto economico, lascia trapelare una certa indolenza o noncuranza del Comune stesso che, al contrario, proprio non è: il supporto in moneta, necessario al pagamento di beni primari quali luce e gas, è stato accompagnato anche dalla copertura delle spese per assistenza psicologica e medica per Lei e i Suoi figli. Per quanto possa volerlo io, nelle pubbliche amministrazioni, non è assolutamente possibile assumere personale senza rispettare le giuste norme e neppure scavalcare quanti, giornalmente, si recano al centro per l’impiego (ufficio delegato alla ricerca dell’occupazione) per essere regolarmente avviati al lavoro.
Ma, al di là dei miei doveri ed obblighi istituzionali, quello che più mi colpisce in questa vicenda è l’ostentazione del terribile epilogo della vita di suo marito, quasi dovesse mettere sul piatto della bilancia un peso diverso per ogni morte diversa.
Vero, lei ha perso un marito e i suoi figli hanno perso un padre ma, mi chiedo, questo incessante martellare, non potrebbe nuocere ai suoi figli? E ancora, mi creda, lo affermo come Sindaco ma prima ancora come uomo, ho visto famiglie e famiglie distrutte dal medesimo dolore e con situazioni economiche disastrose: morti incidentali, morti per malattie devastanti, morti sul lavoro e morti che hanno portato non solo la fine dei sentimenti, ma anche debiti ingenti e precarietà abitative.
Vede, il ruolo di Sindaco pro-tempore che ricopro e l’imparzialità che ne deriva, mi spingono a pronunciare queste sentite e sincere parole: se potessi risollevare economicamente e collocare personalmente nel mondo del lavoro le centinaia di persone che bussano alla mia porta, lo avrei già fatto da tempo acquisendo, tra le altre cose, popolarità infinita e insuperabile.
Ma quello che invece faccio, con sentimento e dovere, è non pronunciare false promesse e sostenere, come posso, tutti quanti, indistintamente, ne hanno bisogno.
La mia mail di risposta
CHIEDO SOLO L’APPLICAZIONE DEI PRINCIPI FONDAMENTALI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Gentilissimo Sindaco,
scrivo questa in risposta alla Sua del 25.02.2012 in copia ai giornalisti che mi hanno appoggiata nella diffusione mediatica della mia storia, del mio appello disperato, perché temo che Lei abbia frainteso alcune mie richieste e desidero pertanto scusarmi chiarendo pubblicamente alcuni punti.
Le mail che ha ricevuto in questi giorni nascono da una iniziativa spontanea di persone che, una volta conosciuta la mia storia, hanno pensato di esprimermi la loro solidarietà in questo modo. Non ne sono l’artefice.
Ne ho ricevute tantissime anche io. La maggior parte sono scritte da persone che non conoscevo e devo dirLe che mi sono state di grande conforto. Nonostante nessuno, purtroppo, fosse in grado di offrirmi un lavoro, le loro parole mi hanno dato tanto coraggio …
Credo fermamente che dinanzi all’immenso dolore della morte di una persona cara siamo tutti uguali. Non ho sicuramente la presunzione di pensare che la perdita di mio marito, l’uomo che ho amato da sempre, il padre dei miei figli, sia differente e più importante di altre e mi spiace che Lei abbia percepito questo messaggio.
Sono molte le persone che devo ringraziare per la sensibilità dimostratami; dal direttore della Centrale Ortofrutticola , dott. Piero Valdi, che mi ha permesso di riprendere il lavoro che stavo svolgendo presso di loro nonostante il mio stato d’animo, a tutti i dipendenti della stessa Centrale che sono stati cosi’ carini da correggere tutti gli errori che ho commesso dimostrandomi concretamente cosa significa capire e condividere un dolore. Forte è stata anche la solidarietà dimostratami dagli agricoltori di Tarquinia è l’ho apprezzata tantissimo.
Ho sempre ringraziato, anche pubblicamente, il Comune, i Servizi sociali e Lei, signor Sindaco, per avermi dato un sostegno economico e psicologico. Entrambi sappiamo che fino all’ultimo ho tentato di farcela con le mie forze e Lei ed i servizi sociali mi avete sollecitato ad accettare entrambi gli aiuti. Mi ha piu’ volte invitata a rivolgermi a Lei direttamente se mi fossi trovata in difficoltà, dicendomi di portarle anche le bollette che non riuscivo a pagare … cosa che non ho mai fatto perché ho tentato in tutti i modi di essere autosufficiente.
Sa bene che mi reco continuamente al Centro per l’impiego e mi attivo con tutti i mezzi possibili per la ricerca di un lavoro. Non mi sono “adagiata” nella speranza che altri risolvano i miei problemi, ma lotto costantemente e tenacemente ogni giorno.
Non voglio pesare nelle tasche di nessuno, non voglio sentirmi umiliata. E’ per questo che chiedo di riacquistare la mia dignità con un lavoro che mi permetta di crescere serenamente i miei figli.
Non “pretendo” niente di più di quello che è sancito nella nostra Costituzione. So che è lo stesso diritto che hanno altre centinaia, migliaia di persone, ma io devo pensare ai miei figli, alla mia famiglia.
Non mi biasimi signor Sindaco se urlo la mia disperazione, se mi sono appellata agli organi di informazione per raggiungere più persone possibili: il mio unico scopo è quello di trovare chi può offrirmi un lavoro onesto .
Vi invio di seguito anche la mail inviatami dalla dr.ssa Maria Paglia –Presidenza del Consiglio Dei Ministri –Dipartimento delle politiche della Famiglia
Gentile signora,
le rispondo a titolo assolutamente personale e, mi creda, lo faccio perché non trovo giusto che lei si trovi in questa situazione.
Mi deve credere, come Dipartimento per le Politiche per la Famiglia, abbiamo fatto l'unica cosa che potevamo fare, sostenere la sua richiesta presso il suo Comune. Se poi le cose non sono andate bene non abbiamo altri mezzi per intervenire nel suo caso.
Al di là di questo, e a titolo personale, lo ribadisco, vorrei sapere che cosa c'è intorno a lei come reti di solidarietà o come sostegni istituzionali, possibile che non si possa fare nulla?
Lei vorrebbe un lavoro.... come? Forse part-time o forse ben pagato o con delle esigenze che rendono la cosa difficile.
Non posso pensare che non riesce a trovare nulla!
Mi faccia sapere, vorrei almeno starle vicino e farle sentire che non è sola!
Cordialmente,
dr.ssa Maria Paglia
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Dipartimento per le Politiche della Famiglia
via della Mercede, 9 - 00187 ROMA
uff. dir. 06.67794899
Gentile dott.sa Paglia,
La ringrazio per la sua cortese risposta.
Le garantisco che non è la voglia di lavorare che mi manca, ma nonostante le
mie continue richieste/invii di curriculum/colloqui, nessuna azienda di
Tarquinia o dei paesi limitrofi è stata disposta a tendermi una mano.
Davanti a me ho trovato portoni chiusi, promesse non mantenute
"corteggiare" l'ing. ...o il dott....
Sono una madre di famiglia che è stata educata con dei sani principi morali e
non voglio scendere a simili compromessi.
Ho bisogno di un lavoro che mi permetta di garantire un futuro ai miei due
figli.
Non cerco l'elemosina o chissa' cosa ma un lavoro dignitoso, con uno stipendio normale, con orari normali(non posso fare certo la notte. Da quando è morto il
padre dormono solo nel lettone insieme a me!)
La ringrazio per il suo interessamento e se vorra' fissarmi un appuntamento
avrei piacere anche di parlarle personalmente .
Cordiali saluti
Laura D'aureli