Salute

Cura dell'obesità nell'Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini

CATANZARO, 20 GIUGNO 2012 - L’obesità e il sovrappeso, da sempre considerati problemi solo dei paesi ricchi, sono ora in forte crescita anche nei paesi a basso e medio reddito, specialmente negli insediamenti urbani, e sono ormai riconosciuti come veri e propri problemi di salute pubblica. Secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2008 1,5 miliardi di adulti, di età inferiore ai 20 anni, risultavano in sovrappeso e, di questi, circa 200 milioni di uomini e 300 milioni di donne. In Italia l’obesità rappresenta un problema sanitario di crescente e pressante gravità con una maggiore diffusione a livello territoriale di sovrappeso e obesità nel Sud (50,9%), in particolare in Calabria (51,4%), Molise (51,6%) e Campania (51,8%), ma sono ancora pochissimi i Centri strutturalmente idonei al trattamento di questa patologia. In Calabria, nel 2011, da una proposta del professor Alessandro Puzziello, direttore dell’unità operativa di Endocrinochirurgia dell’Azienda ospedaliera universitaria Mater Domini di Germaneto di Catanzaro, nasce un gruppo multidisciplinare per il trattamento dell’obesità, che è condizione essenziale per effettuare alcuni trattamenti. Il reparto dell’Azienda Matero Domini, di recente costruzione – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale - è stato realizzato con tutte le strutture e le apparecchiature necessarie a rendere il percorso diagnostico, la fase chirurgica e la degenza in modo più sicuro e confortevole possibile, evitando finalmente ai pazienti calabresi di recarsi altrove.[MORE]


Il direttore generale della Mater Domini Florindo Antoniozzi riferisce che Puzziello, propose ai colleghi delle altre unità operative l’istituzione del gruppo allo scopo di fornire un percorso specifico, equilibrato e soprattutto qualificato, per la cura dell’obesità e delle malattie metaboliche. “Curare oggi una malattia come l’obesità grave - secondo il dg Antoniozzi - è solo uno dei tanti compiti della nostra buona sanità dedicata alla popolazione di una regione che ha intrapreso un percorso difficile di risanamento, ma nel contempo, anche in base alle sollecitazioni del Presidente della Regione e commissario ad acta per il Piano di rientro Giuseppe Scopelliti, virtuoso e pieno di risposte concrete per tutti cittadini, grazie all’impegno ed alla grande professionalità di chi dedica il proprio lavoro al miglioramento ed alla adeguatezza dell’offerta sanitaria. La nostra realtà ospedaliera universitaria – sottolinea ancora Antoniozzi - è strutturalmente nuova e molto bene attrezzata tecnicamente, grazie anche per l’intervento dell’Università Magna Graecia e dei suoi professori, nonché ad un nucleo coeso di persone che lavora in sintonia anche in settori particolari come la cura dell’obesità grave, siamo in grado di soddisfare a pieno le esigenze di una Calabria che trova sempre più risposte concrete e qualificate sul suo territorio, senza doversi rivolgere a strutture fuori regione”.


Entrando nel merito della malattia, il professor Puzziello spiega che “L’obesità è considerata un fattore di rischio per gravi condizioni morbose e patologie croniche invalidanti come le malattie ischemiche del cuore, l’ictus cerebrale, il diabete insulino dipendente, l’ipertensione arteriosa e alcune neoplasie. Per un paradosso economico-sanitario - dice Puzziello - si muore più di troppo mangiare, o meglio di mangiare male, che non di fame. Fortunatamente oggi abbiamo più opportunità a disposizione e nuove tecniche chirurgiche che interagiscono tra loro per creare quelle condizioni necessarie alla migliore riuscita. L’obiettivo finale è raggiungere una cura efficace e su misura per il paziente grande obeso. L’approccio terapeutico deve essere multidisciplinare. Il criterio giusto – prosegue Puzziello - si basa sul lavoro sinergico tra più figure mediche: il dietologo, il chirurgo, l’anestesista, lo psichiatra, l’internista/diabetologo, l’endocrinologo e così via. Del resto, la Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità raccomanda che la terapia chirurgica dell’obesità grave e della superobesità sia effettuata solo in Centri che possano garantire la presenza effettiva di un’équipe interdisciplinare dedicata che abbia competenze culturali e tecniche specifiche, tali da potersi fare carico di tutte le fasi terapeutiche. In sintesi è necessaria la creazione di una task-force multidisciplinare deputata al trattamento dell’obesità che conosca l’importanza clinica di questa condizione patologica, la sua diffusione sul territorio, la difficoltà che si ha nel fronteggiarla, la necessità di chiarezza in termini di prevenzione ma anche di terapia.

In sostanza - chiarisci ancora Puzziello - al termine del percorso di valutazione multidisciplinare, ai pazienti sono proposte sia procedure restrittive sia malassorbitive, stabilite rispetto al grado dell’obesità presente e delle eventuali patologie associate, quali: il pallone intragastrico, il bendaggio gastrico regolabile, la restrizione dello stomaco denominata sleeve gastrectomy, il by-pass gastrico. I pazienti non candidabili alla chirurgia sono indirizzati invece verso diete ipocaloriche/iperproteiche e percorsi di psicomotricità. Le procedure chirurgiche sono eseguite esclusivamente per via mini invasiva (laparoscopica) consentendo un rapido recupero funzionale postoperatorio ed esiguo dolore postoperatorio. L’Azienda Mater Domini – evidenzia Puzziello - è dotata delle migliori competenze tecnico-scientifiche e della strumentazione adeguata per un corretto inquadramento, diagnostico e terapeutico dell’obesità. Penso fermamente e con convinzione – sostiene infine il professore Puzziello - che iniziative del genere debbano nascere e svilupparsi nell’Università, alveo naturale dell’incontro di più discipline, ove si coniuga perfettamente la sua triade istituzionale di didattica, ricerca e assistenza. Colgo l’occasione per ringraziare il Magnifico Rettore dell’Università Magna Graecia professor Aldo Quattrone e dottor Antoniozzi, cosi come il professor Rosario Sacco, che sono stati vicino al gruppo per la concretizzazione di quest’avventura”.