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Cronache Pongistiche Sardegna del 25 giugno 2014

CAGLIARI, 25 GIUGNO 2014 -

TROFEO TEVERINO PPK: MEMORABILE BRONZO PER LA SARDEGNA TRASCINATA DA SARA CONGIU

Mai così in alto. Per la prima volta nella storia del Trofeo Teverino Ping Pong Kids, riservato ai nati dal 2003 in su, la rappresentativa sarda sale sul podio alle spalle di super corazzate (Piemonte e Veneto) e davanti a regioni (Campania, Sicilia, Lombardia, Emilia Romagna), che vantano un numero di gran lunga maggiore di giovani atleti tesserati.

Lo straordinario terzo posto è frutto di ottime prove individuali, che hanno fruttato una media totale soddisfacente. Al Palatennistavolo di Terni la rappresentativa guidata da Stefano Curcio ha dato vita ad un testa a testa all’ultima sfida con il Friuli Venezia Giulia, distanziato di appena cinque punti nella classifica finale grazie anche alle decisive vittorie di Thomas Cinus (Marcozzi Cagliari) e Marco Nieddu (Muravera) che hanno superato nelle finaline individuali di loro competenza proprio due avversari friulani. Con i due maschietti erano presenti anche Sara Congiu (Muravera) e Rossana Ferciug (Santa Tecla Nulvi). Sara è stata di sicuro l’atleta che ha fatto meglio di tutti giungendo quarta nel singolo e classificandosi tra le prime tre nella “generale” che comprende tutte le quattro prove disputate: motorie, cesto, tennistavolo singolare e doppio.

Rossana è stata invece l’unica rappresentante sarda a vincere una prova: l’atleta di origini rumene ma residente in Anglona è infatti stata la più forte nella prova al cesto “Multiballs”.

L’impresa ottenuta lo scorso fine settimana premia il lavoro svolto da tutti in perfetta sintonia. La Commissione Tecnica Regionale guidata da Giorgio Aprile, con la collaborazione del tecnico Stefano Curcio ha avuto il merito di saper trovare il giusto feeling con le società isolane dotate di settori giovanili. Tutti insieme hanno lavorato con serietà e impegno durante tutto l’anno per arrivare poi ad un risultato che infonde ottimismo.

LE IMPRESSIONI DI STEFANO CURCIO

Sotto, sotto il terzo posto era il suo obiettivo. Ma Stefano Curcio ha evitato di sbandierarlo ai quattro venti anche perché sapeva che non era affatto semplice da ottenere. “Ad onor del vero – dice il tecnico della Fitet Sardegna - vorrei precisare che la Lombardia ha schierato solo tre giocatori anziché quattro e questo ci ha agevolato parecchio.

Avete conquistato la medaglia perché..
Perché frutto della costanza, ma con l’apporto importante di Sara Congiu che ha avuto un buon rendimento per tutto l’arco del torneo.

Da elogiare ovviamente anche gli altri, a partire da Marco Nieddu
Da lui mi aspettavo qualcosa di più dalle prove fisiche durante le quali non si è espresso al 100%. Con il tennistavolo inizialmente ha fatto trapelare un po’ di emozione, ma nei giorni successivi ha espresso un buon gioco, facendo sempre sue le ultime gare disputate.

Thomas Cinus è anche un tuo allievo nelle giovanili della Marcozzi…
Thomas ha prodotto quello che mi aspettavo, anche se a mio avviso nella prova del tennistavolo avrebbe potuto competere per il quinto posto se fosse riuscito ad imporsi nuovamente su un avversario che già aveva battuto nel girone.
Nelle prove fisiche è andato discretamente con medie interessanti, anche se in alcune partiva svantaggiato, come nel lancio della palla o il salto in lungo da fermo, per via dell’altezza e del fisico, componenti che a quest’età incidono notevolmente sui risultati. Nel cesto è andato piuttosto bene classificandosi tra i primi cinque.

Rimane Rossana da Nulvi
Ha fatto quel che poteva. Ha dei limiti tecnici abbastanza evidenti legati al fatto che si alleni per due ore alla settimana. Però si è fatta valere vincendo la prova del cesto, mostrando una velocità impressionante. E poi l’ottavo posto nel tennistavolo è comunque un ottimo risultato. Mi sarei aspettato qualcosa di più dalle prove fisiche ma anche lei non è molto forzuta e nei salti non era agevolata per via della sua corporatura.

Sensazioni raccolte dai ragazzi?
Erano felicissimi. L’essere saliti sul podio per loro è stata una esperienza molto positiva. Vedere le loro facce contente è stato bello. Come anche quando hanno mostrato la coppa ai genitori al loro arrivo all’aeroporto di Elmas. Seppur stanchi erano lo specchio della contentezza.

E le tue?
Direi un’esperienza interessante perché conosci tanti bambini che rappresentano il futuro del nostro sport. Ho potuto vedere come si deve lavorare in determinate situazioni. Ho sicuramente imparato nuove cose che mi indirizzeranno in quella direzione ideale che mi consentirà di valutare quale sia il livello per sperare in una crescita continua dei nostri vivai.

Al di fuori del tavolo come sono stati i ragazzi?
Li conosci meglio e li vedi anche sotto altri aspetti. A parte Rossana che è venuta in compagnia del papà, per tutti gli altri era la prima volta che affrontavano un viaggio senza i genitori. Per Thomas era la prima volta in aereo.
Per me è stato un po’ faticoso perché sono state giornate molto intense. La sveglia suonava alle sette del mattino e si andava a letto dopo dieci ore di palestra. Però al di là delle fatiche mi sono divertito molto perché ho avuto a che fare con quattro giovani splendidi. E poi c’era anche il papà di Rossana Ferciug che si è rivelata persona squisita. Quei tre giorni sono davvero volati.

Cos’hanno detto di voi i presenti?
Quasi tutte le altre delegazioni ci hanno fatto i complimenti. D’altronde siamo una grande famiglia e con molte persone c’è un rapporto di amicizia. Ho legato di più con i tecnici responsabili di Campania e Puglia, rispettivamente Marialucia Di Meo e Rossella Scardigno. Mentre i ragazzi hanno familiarizzato parecchio con la rappresentativa calabra e con quella campana.

Per te si chiude una stagione ricca di soddisfazioni..
È stata un’annata positiva. Dai giovani sardi sono arrivati tanti bei risultati. Non è assolutamente merito mio al cento per cento, però hanno lavorato anche con me e in minima parte penso di aver contribuito alla loro crescita. Fatta eccezione per i marcozziani Rossi, Oyebode, Poma, e Loi che seguo quotidianamente assieme al tecnico Massimiliano Mondello. Per il resto posso dire che in casa Muravera Marco Nieddu in quest’ultimo anno è cresciuto tantissimo, le sue compagne Sara Congiu e Giulia Zucca sono arrivate in medaglia agli italiani. Sara ha fatto molto bene al Ping Ponk Kids. Notevoli anche i miglioramenti di Thomas e di Aurora Piras della Muraverese che ha conquistato prima l’oro nel doppio misto ai giovanili con Rossi e poi il bronzo nei quarta in coppia con la compagna Alice Mattana. Tutti hanno lavorato molto bene agli stage.

Quindi la sinergia tra Comitato e società ha funzionato per il meglio..
Questi sono risultati positivi che arrivano dai vivai della Sardegna. Da responsabile del progetto giovani non posso che essere soddisfatto. Ma se sono arrivato a tanto lo devo al responsabile della Commissione Tecnica regionale Giorgio Aprile che cura ogni minimo dettaglio e se c’è qualcosa che non va bene si prodiga per risolverla nel più breve tempo possibile. Ha dimostrato di essere un coordinatore competente, penso che non abbia rivali nel modo in cui ha saputo avviare la macchina organizzativa del suo settore di competenza. Lo devo ringraziare perché mi facilita il lavoro in una maniera incredibile.

E lui come ha reagito alla vittoria ?
L’ho visto sorridere e non mi capita spesso nell’ambito dei risultati sportivi. Quindi è rimasto soddisfatto perché dietro questo risultato ci sono stati tanti sacrifici che in pochi saprebbero quantificare. Abbiamo lavorato in previsione di due obiettivi: la Coppa delle Regioni e il Ping Pong Kids. Nella prima competizione siamo partiti senza Carlo Rossi e Ilenia Ariu; ma nonostante la loro assenza siamo arrivati ad un passo dal podio. E poi è arrivato questo importante piazzamento.

PAROLA AL RESPONSABILE DELLA COMMISSIONE TECNICA REGIONALE GIORGIO APRILE

Ed ecco anche le impressioni del tecnico Giorgio Aprile. “È stato un bel risultato – dice – ma per quanto mi riguarda non si tratta di un punto d'arrivo, ma siamo solo alla partenza. Il lavoro alla lunga paga sempre e questo risultato deve stimolare tutti a fare ancora meglio”.
Da buon osservatore di numeri, proporzioni e statistiche, Aprile arriva a questa conclusione: “Analizzando certi parametri come il numero abitanti nella nostra cara regione, il numero tesserati, il numero di persone che ruotano intorno al nostro sport, devo ammettere che si è ottenuto un gran bel risultato”. Poi continua: “Bisogna ricordarsi che i riconoscimenti sul campo non arrivano dall’ oggi al domani, c’è bisogno di programmazione che significa investire nel tempo. Ma per avere risultati tangibili passano anni. Credo che nessuno abbia da obiettare sul fatto che il movimento stia crescendo; la base è sempre più ampia e questo si può riscontrare dal numero di iscritti ai tornei giovanili. Si stanno mettendo in luce ragazzi/e sempre più interessanti e promettenti, con prospettive nazionali”.
Dalla stagione appena conclusa il responsabile della Commissione fa le seguenti considerazioni :
- si è riscontrato un numero sempre più ampio degli iscritti ai tornei giovanili.
- abbiamo ottenuto il quinto posto al Torneo delle Regioni, svoltosi a Molfetta, con una rappresentativa composta da Johnny Oyebode, Marco Poma, Alice Mattana e facendo a meno del n°1 d'Italia della categoria Ragazzi Carlo Rossi.
- Nel recente Trofeo Teverino PPK ci siamo classificati al terzo posto, con il miglior risultato di sempre grazie alle ottime prestazioni dei magnifici Nieddu, Congiu, Cinus e Ferciug.
Giorgio Aprile approfitta di questo spazio per ringraziare tutto il movimento: ”
- innanzitutto i ragazzi che hanno rappresentato la nostra isola nelle varie manifestazioni. Bambini/e ragazzi/e, meravigliosi, disposti a sacrificarsi, con gran lavoro svolto nelle proprie società e sempre positivi verso i tecnici e dirigenti.
- i loro genitori, che con grandi sacrifici, seguono e accompagnano i propri ragazzi, nelle palestre e nelle manifestazioni.
- i dirigenti e tecnici delle società che con professionalità si dedicano ai ragazzi/e.
- i componenti del Comitato Regionale, che sulle linee tracciate dalla Federazione, cercano sempre la soluzione migliore, la più favorevole al movimento, chiudendo quel cerchio ipotetico aperto dagli stessi bambini/e e ragazzi/e che mettono per la prima volta piede in palestra.
- il tecnico regionale Stefano Curcio, che ha dimostrato, nonostante la giovane età, grande serietà, professionalità nel lavoro svolto, in palestra e non solo, creando un bellissimo rapporto con i nostri e i vostri piccoli grandi atleti”.
Giorgio Aprile conclude il suo intervento facendo riferimento a certe “chiacchiere da salotto” che si sono sentite negli ultimi giorni: “Se i nostri bambini/e-ragazzi/e-atleti/e, ottengono risultati, ribadisco sia a livello regionale e sia, ancor di più, a livello nazionale, è perché vengono coinvolte tutte le componenti del movimento. Si parte dalla struttura societaria di appartenenza (genitori, dirigenti, allenatori, sparring), per arrivare alle strutture regionali e nazionali della Fitet. Non mi stancherò di sottolineare che tutti contribuiscono alla crescita del movimento, grazie al lavoro sinergico. Se ciascuno di noi continuasse a rispettare i propri ruoli e mansioni, sicuramente i risultati non si farebbero attendere. Auguro a tutti buone vacanze”..

LA NAZIONALE ALLIEVI A CAGLIARI. PARLA IL TECNICO VALENTINO PIACENTINI

Seconda parte di rifinitura prima dei campionati europei giovanili in Trentino Alto Adige. Dopo il ritiro a Castel Goffredo e tre giorni di riposo, la nazionale italiana allievi guidata dal tecnico Valentino Piacentini è da ieri a Cagliari e ci rimarrà fino al primo luglio. Seguirà (dal 4) il trasferimento a Riva del Garda per la terza parte dello stage: si allenerà negli impianti che ospiteranno, a partire da venerdì 11 luglio, l’importante rassegna continentale a squadre alla quale parteciperanno quarantadue nazioni.
I quattro convocati della categoria allievi sono il quartese marcozziano Carlo Rossi, Daniele Pinto, Matteo Mutti e Antonino Amato. Nel girone di apertura gli azzurrini se la vedranno contro Bielorussia, Repubblica Ceca e la forte Romania. Con la solita disponibilità che lo contraddistingue e nonostante un viaggio ricco di contrattempi,Valentino Piacentini ha parlato della sua nazionale.

Facciamo il punto dopo il ritiro a Castel Goffredo?
Il primo stage è andato bene. Da circa un anno lavoro costantemente con gli stessi giocatori e la squadra si sta amalgamando bene. C’è stato un periodo in cui ho ravvisato un calo fisiologico dovuto sicuramente all’accumularsi degli impegni di fine stagione. Scuola e Campionati Italiani hanno fatto si che la loro parabola diventasse discendente. Da lì ho intuito che c’era bisogno di fermarsi per ricaricare le pile. Sarà molto importante arrivare a questo appuntamento con un’energia mentale e fisica al 100%.

Cosa ti aspetti da questa squadra?
Sinceramente non mi sono dato dei traguardi prefissati. Sto lavorando con atleti competitivi e lo hanno dimostrato durante tutta la stagione. Quello che ci attende non è un normale Open, è un campionato molto più complicato con situazioni tecniche ed emotive che non sono riscontrabili in altre competizioni. Avverto che stiano lavorando per ottenere un risultato: se non adesso, sono sicuro che arriverà in futuro. A patto che continuino su questa strada.

Le favorite alla vittoria finale?[MORE]
Romania e Francia hanno qualcosa in più. Dalla terza alla decima posizione seguono Belgio, Germania, Moldova, e tra queste metto anche l’Italia.
Si tratta di una competizione molto strana. A volte passare il turno da primo o da terzo classificato non cambia le sorti anche se la fortuna è una componente da non sottovalutare ma che va ricercata.

In Sardegna il popolo del tennistavolo attende nuovi exploit da parte di Carlo Rossi, reduce dalla vittoria agli italiani di terza categoria.
Carlo lo conosciamo molto bene dal punto di vista tecnico e anche umano. Però l’aver vinto un titolo in terza categoria a neanche tredici anni mi ha sorpreso in maniera positiva; soprattutto sotto l’aspetto mentale. Si è imposto in una competizione dura e importante dove si disputano tante partite e dove la forza fisica conta parecchio. Devo fare i complimenti a Carlo e a chi lo ha seguito nella Marcozzi. Tra l’altro mi ha fatto piacere che nei terza categoria, ma anche negli assoluti e nei seconda categoria, molti giovani abbiano fatto la differenza e questo rappresenta un valore positivo.

Il lavoro a Cagliari su quali aspetti sarà imperniato?
Mi concentrerò sulle squadre che dovremo incontrare in quello che io reputo un girone abbastanza tosto. Spazio quindi alla preparazione tecnico tattica di alcune partite e soprattutto all’aspetto mentale del gruppo a cui tengo molto. Arriveranno di sicuro dei momenti in cui le cose non gireranno per il verso giusto, ma è importante che facciano gruppo.

Sono in quattro ma giocheranno le sfide in due..
Daniele Pinto è l’atleta che forse ha più esperienza rispetto agli altri. Però tutti quanti sono in grado di affrontare la manifestazione. Posso sentirmi in difficoltà nel dover individuare i due “eletti”, però vista da un'altra angolazione è anche un bene perché significa che posso contare su elementi intercambiabili, sempre pronti ad entrare in campo. E quello che voglio trasmettere ai ragazzi in questi giorni è che siamo forti anche sotto l’aspetto mentale.

Punterai anche sul tempo libero..
Ho programmato delle mezze giornate di pausa dove il relax sarà totale. E in caso di condizioni meteo clementi sarò ben felice di portare i ragazzi al mare. D’altronde sono dei momenti importanti in cui il gruppo ha comunque nuove possibilità di crescita. E ribadisco, ho sempre cercato di dare un’impronta alla squadra più che al risultato fine a sé stesso e di questo sono molto contento. E sono altresì soddisfatto perché tra i quattro c’è un bel feeling Si sentono anche quando non sono in palestra e questa della socializzazione spontanea potrebbe essere una componente che influisce sul risultato.

LE CONFESSIONI DI UN ARBITRO INTERNAZIONALE MA SARDO: EMILIA PULINA E LE SUE SCORRIBANDE IN GIRO PER IL MONDO

Una carriera invidiabile sotto ogni profilo. E un vanto per la Sardegna del Tennistavolo. Ha arbitrato di tutto, dai Campionati del Mondo a Squadre in Germania, alla Coppa del Mondo in Italia e vari Open Mondiali Super Serie. Per intenderci ha avuto a che fare con quasi tutti i primi 100 giocatori delle classifiche mondiali sia maschili sia femminili. L’arbitro internazionale Emilia Pulina colleziona soddisfazioni con la consapevolezza che tutti i sacrifici fatti, alla fine ripagano sempre. Ultima stratosferica esperienza in ordine cronologico, quella come primo arbitro nella finale del singolo femminile all’Open del Giappone.
La sua storia pongistica comincia a Sassari quando aveva sedici anni. Prima in un dopolavoro del vecchio “Partito Sardo d’Azione”, poi al glorioso Sporting Club Sassari dove ha giocato per circa tre anni “ma sempre ad un livello abbastanza basso” ci tiene a precisare. Il suo miglior risultato è stato un terzo posto nel doppio misto 3^ cat. ai Campionati Italiani di Napoli, forse nel 1975, con il sassarese, trapiantato a Portotorres, Tore Piga. Sempre verso la prima metà degli anni settanta ha disputato i concentramenti di serie B femminile per l’accesso alla serie A, “miseramente falliti” precisa ancora Emilia Pulina, con le sorelle Careddu. Nel 1976 decide di smettere di giocare e su richiesta dell’allora Presidente dello Sporting Club Sassari, Giovannino Manca, ha frequentato il primo corso per arbitro. “Dopo un lungo periodo di gavetta nel quale ho arbitrato serie D2, D1, C2, C1 – puntualizza Emilia Pulina- ho sostenuto gli esami per i vari passaggi di categoria a G.A.P., G.A.R., G.A.N. e nel 1998 ad Arbitro Internazionale.

Con l'approdo alla pensione si sono aperti ulteriori spazi di manovra nella tua attività di arbitro internazionale?
Sicuramente con più tempo libero ho la possibilità di potermi muovere senza problemi. Prima utilizzavo tutti i giorni di ferie per impegni arbitrali e non riuscivo mai a riposare. Per anni sono rientrata al lavoro immediatamente dopo qualsiasi manifestazione, sia in Italia che all’Estero e la cosa era abbastanza stressante.

Nell'ultimo anno sei uscita spesso, ci ricordi il tuo giro del mondo nel nome della racchetta e della pallina?
Se per ultimo anno si intende da giugno dello scorso anno la lista è abbastanza lunga: agosto 2013 Open del Canada e Campionati America del Nord a Vancouver, febbraio 2014 Open Kuwait e Open Doha, marzo 2014 Latin American Championships Santo Domingo, Aprile 2014 Open Lussemburgo, maggio 2014 Open Filippine e infine giugno 2014 Open Giappone.

Al solo pensiero c’è da restare impressionati..
Diciamo che mi sono “fatta male” da sola perché viaggi così lunghi e impegnativi non possono essere fatti a distanza di pochi giorni. Il prossimo anno vedrò di programmare la mia attività in modo meno stressante.

Le esperienze che ti hanno coinvolto di più?
Sicuramente la manifestazione più toccante è stata quella di Santo Domingo, non sul piano agonistico ma su quello emotivo personale. Infatti ho visto delle situazioni di povertà e miseria che non immaginavo esistessero ancora. Passavamo dal nostro Villaggio 5 stelle, fantastico per i turisti, a ghetti e capanne dove vivevano in situazioni estreme famiglie con tanti bambini che chiedevano qualcosa da mangiare e tentavano di venderti qualsiasi cosa (palme, pietre, conchiglie, noci di cocco, etc.) pur di racimolare qualche spicciolo. Montagne di spazzatura accatastate in ogni strada, camioncini semidistrutti che fungevano da mezzi di trasporto, degrado delle costruzioni, servizi essenziali inesistenti (acqua, luce, manutenzione strade), insomma veramente un “terzo mondo”!

I campioni del Tennistavolo sono molto lontani dai nostri campioni italiani?
Molto, molto, molto lontani.. Per loro il tennistavolo è un lavoro che svolgono con la massima serietà, professionalità, educazione e impegno.

Sotto l'aspetto della disciplina sui tavoli noi italiani come ci raffrontiamo con gli stranieri?
Dipende molto dalla loro provenienza. I più corretti sono senz’altro gli asiatici. Gli italiani hanno lo stesso temperamento abbastanza “acceso” degli europei e dei sud americani.

Cosa significa per te dover avere la valigia sempre a disposizione, una tortura o un piacere?
Quando i viaggi sono troppo frequenti diventa uno stress, ma se lo faccio evidentemente è anche un piacere.

C'è qualche campione internazionale che ti ha colpito in modo particolare?
Il mio giocatore preferito attualmente è il n. 2 del mondo Ma Long anche se rimane la mia vecchia passione per Samsonov……

I souvenir più curiosi che ti sei portata al tuo rientro in Sardegna?
Purtroppo nei miei viaggi non ne posso portare molti per via delle limitazioni del bagaglio. Forse il più carino è un dipinto su tela con disegni tipici della Repubblica Dominicana, molto colorato e di effetto. Poi ho tante bamboline dei diversi paesi e non mi manca mai la calamita per il frigo con la scritta del luogo visitato! Ah, dimenticavo il vestito tipico delle donne arabe che ho comprato in Kuwait, compreso di velo. Non l’ho ancora messo ma per il prossimo viaggio in Arabia..

Ma la Sardegna come si pone al cospetto dei bellissimi paradisi turistici che hai visitato?
Per quanto riguarda il mare non abbiamo niente da invidiare al resto del Mondo! Le spiagge sono solo molto più lunghe e inesplorate. Poi certamente il Nord America ha tanto verde, acqua, parchi e giardini curati che a noi mancano. Quello che ho notato in molti paesi (primo il Giappone!) è il rispetto per la natura, la pulizia, l’ordine e la cortesia delle persone, cose che in Italia lasciano un po’ a desiderare..

Sei sempre proiettata verso mete internazionali, ma il tennistavolo sardo continuerai a seguirlo con attenzione?
Certamente. Anzi spero che in Sardegna si riesca ad organizzare qualcosa di internazionale, ma in caso contrario continuerò a seguire tutte le manifestazioni anche a livello amatoriale!

I più bei complimenti che ti hanno fatto durante una partita?
L’ultimo è stato dopo la finale del singolo femminile che ho arbitrato in Giappone, dove uno spettatore mi ha raggiunto alla fine dell’incontro e dandomi la mano mi ha detto: “Complimenti! Bella voce!” (ero microfonata!). La cosa mi ha fatto ridere perché tutti mi dicono che ho una voce maschile! Poi mi hanno fatto anche piacere i complimenti del Referee Giapponese Yukito Seta.