Crolla l'impianto accusatorio della Procura di Sanremo: nessuna minaccia mafiosa a Bordighera
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SANREMO (IM), 24 NOVEMBRE 2011– Il Consiglio Comunale di Bordighera fu sciolto proprio a seguito di quest'inchiesta con l'accusa di essere in mano ai poteri mafiosi. Crolla l'impianto accusatorio della Procura di Sanremo, sostenuto dalla Lega Nord: l'Amministrazione comunale di Bordighera non era soggetta a minacce mafiose.[MORE]
Dallo scorso mese di Febbraio l'Amministrazione Comunale di Bordighera è retta da tre Commissari governativi in quanto nel secondo mese di quest'anno l'allora Ministro degli Interni della Lega Nord, Roberto Maroni, nonostante il parere contrario del Prefetto di Imperia, poi dallo stesso Maroni rimosso, sciolse Giunta e Consiglio della " Città delle Palme" per inquinamento mafioso.
L'inchiesta amministrativa prese il via parallelamente all'inchiesta penale che sbatté in carcere vari esponenti delle famiglie bordigotte di imprenditori, d'origine calabrese, Barilaro e Pellegrino. I membri di tali famiglie erano accusati di aver minacciato alcuni Assessori di Bordighera che si opponevano all'apertura in città di una sala- giochi che la moglie di uno di loro avrebbe dovuto gestire. Secondo il Procuratore di Sanremo Roberto Cavallone, che ha giurisdizione su Bordighera, i Barilaro ed i Pellegrino erano, anzi, in grado, con metodi para- mafiosi, di condizionare la vita amministrativa della cittadina ligure sì da annullare ogni autonomia decisionale in capo ai membri della sua Amministrazione locale quasi tutti provenienti da Forza Italia.
Le tesi della Procura di Sanremo furono immediatamente sposate dai maggiorenti della Lega Nord locale con a capo l'allora Sottosegretario Sonia Viale, fedelissima di Maroni, che a lungo accarezzò l'idea di diventare, alle prossime elezioni, Sindaco della città. Il Primo cittadino di Bordighera, Giovanni Bosio uno dei fondatori di Forza Italia nel Ponente ligure, a lungo si ribellò a questa lettura dei fatti ma inutilmente. Maroni fu inflessibile e la giunta bordigotta venne sciolta.
Oggi il Tribunale di Sanremo ha dato, invece, sostanzialmente ragione all'ex Sindaco Bosio: i fratelli Roberto, Giovanni e Michele Pellegrino sono stati sì condannati ma per fatti minori quali minacce ad un Carabiniere, ad un cronista locale e tentata estorsione ad un imprenditore concorrente in solido con Antonino Barilaro e Rocco Di Marte, ma tutti sono stati assolti, perché il fatto non sussiste, dall'accusa di aver minacciato un Corpo Istituzionale quale l'Amministrazione comunale bordigotta è stata inoltre riconosciuta l'innocenza di altri sette imputati, tra imputati italiani e giovani romene, accusati di aver trasformato alcuni night della Riviera dei Fiori in bordelli per finanziare le attività criminali del supposto clan mafioso di Bordighera.
Deluso dalla sentenza, resa tra l'altro da un collegio il cui Presidente appartiene ad una delle più note famiglie della Sinistra imperiese, il Procuratore Cavallone mentre grande è la soddisfazione degli avvocati Bosio, Icardi e Moroni, principi del Foro di Sanremo, che difendevano gli imputati principali. Clamorosamente smentito il teorema leghista secondo cui a Bordighera l'Amministrazione comunale andava sciolta giacché in quella città il nucleo storico del Pdl, proveniente da Forza Italia, era pesantemente condizionato dalla 'ndrangheta calabrese, acuendo così profondamente il solco esistente tra le due maggiori forze del centro- destra. Una sconfitta, dunque, anche per l'ex Ministro Maroni e la sua " alter ego" in zona Sonia Viale. Una sentenza infine che restituisce dignità all'ex Sindaco Giovanni Bosio, detronizzato proprio dai suoi alleati leghisti.
Sergio Bagnoli
(notizia segnalata da SERGIO BAGNOLI)