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Cristina Sanna eletta presidente del CIP Sardegna

CAGLIARI, 4 MARZO 2019 - Nel segno della continuità, per dare ancor più risalto al ruolo delle scuole, ottimizzando i floridi trascorsi da atleta paralimpica e la conoscenza ad ampio spettro delle diverse realtà sportive isolane. La cagliaritana Cristina Sanna, 45 anni, impiegata alla Legacoop afferra con sicurezza il testimone portogli dal commissario straordinario Paolo Poddighe e diventa il nuovo presidente del Comitato Italiano Paralimpico Sardegna con il consenso di tutti gli aventi diritto presenti nella sede di via Grosseto 1 a Cagliari (pari all’86% del totale). E’ lì infatti che si è svolto il Consiglio Regionale Elettivo coordinato dalla Commissione Verifica Poteri (presidente Marco Stefano Cau, componenti Oriana Pistidda e Monica Pirina).

Oltre alla proclamazione di Sanna, affidata al presidente dell’Assemblea Sandrino Porru, è stata eletta la Giunta del Comitato regionale CIP Sardegna.

A supportare l’ex campionessa di atletica paralimpica ci saranno tre rappresentanti delle FSP (Federazioni Sportive Paralimpiche/FSNP (Federazioni Sportive Nazionali Paralimpiche): lo stesso Paolo Poddighe (vice presidente nazionale della FITARCO), Carmelo Addaris (delegato regionale FISPES) e Simone Carrucciu (presidente regionale FITET). Rimpolperanno la giunta anche Monica Vargiu (delegato regionale FISW) eletta in quota DSP (Disciplina Sportiva Paralimpica), il nuotatore olbiese dell’Albatross Nicola Azara (quota atleti) e il vice presidente dei Tigers Paralympic Sport Mario Trogu (quota tecnici).

Il sassarese Paolo Poddighe lascia così in buone mani il timone da lui manovrato negli ultimi quattro anni: prima come presidente, poi come commissario straordinario in quanto la sua rielezione, nell’autunno 2017 risultò incompatibile con le normative che caratterizzano il nuovo statuto del CIP che da qualche mese si era trasformato in Ente Pubblico.

Il nuovo assetto affiorato dalle urne mette in mostra una squadra compatta e affiatata che proseguirà il lavoro su fronti consolidati (INAIL, Regione Sardegna, Unità Spinale, Agitamus) con l’intenzione di allargare ancora di più il numero dei disabili che vorranno intraprendere una disciplina sportiva nella speranza di far emergere talenti da valorizzare nel miglior modo possibile e sommarsi a coloro che già stanno dando parecchio lustro alla Sardegna.

Alla giornata elettorale ha partecipato anche il presidente del CONI Gianfranco Fara, da sempre amico degli sport paralimpici che si è congratulato con la nuova presidente e con Paolo Poddighe per il bel lavoro che è stato sviluppato in questi ultimi anni.

CRISTINA SANNA: TANTA VOGLIA DI FARE

“Un maschiaccio scatenato”. Così si descrive il neo presidente Cristina Sanna negli anni della sua infanzia, prima che la paraplegia limitò improvvisamente le sue spericolate attitudini. Dopo essersi dedicata al nuoto non agonistico e alla ginnastica riabilitativa, nell’anno della maggiore età, durante una rappresentazione teatrale, incontra l’atleta paralimpico stampacino Walter Puddu che le parla della società Sa. Spo. Cagliari e delle numerose opportunità scaturenti se si cimentasse in qualche disciplina. Vorrebbe praticare il nuoto ma alla fine cambia idea e decide di coltivare la passione per l’atletica leggera.

“Mi hanno messo sopra una carrozzina da competizione ben equipaggiata – racconta Cristina Sanna – e da subito mi sono innamorata di questo sport che dava un senso di libertà facendo ritrovare la mia più autentica essenza. C’è stata una breve parentesi anche con il basket, ma è l’atletica che praticherò in modo serio anche perché i riscontri in pista sono da subito positivi”.

Arrivano le prime convocazioni in nazionale, i titoli italiani (una trentina o forse più) e poi le soddisfazioni a livello continentale e mondiale. Ricordiamo la medaglia di bronzo nei 200 mt ai mondiali di Birmingham, e altri due bronzi agli europei di Helsinky e ai Giochi del Mediterraneo di Almeria (800 mt).

Hai sfiorato traguardi memorabili

Come tutti gli atleti che si rispettino inseguivo il sogno di poter partecipare alle paraolimpiadi, la vetta più ambita. Mi sono qualificata per Atlanta 1996, Sidney 2000 e Pechino 2008. Purtroppo le convocazioni per nazioni e discipline baciano solo un numero ristretto di atleti.

Ma sei stata alla Maratona di New York..

E anche a quella di Barcellona. Negli States ci andai nel 2008, conquistando il nono posto. Una bella esperienza in tutti i sensi, su un percorso impegnativo contraddistinto da molti cambi di ritmo. Non dimenticherò mai il sostegno del pubblico che cantava e incitava.

Quando Paolo Poddighe ti ha proposto di diventare presidente CIP Sardegna, come hai reagito?

Ho preso tempo prima di dare risposta affermativa. La prima sensazione è stata di non sentirmi all’altezza per quell’incarico. Mi ha rincuorato sul fatto che non sarei stata sola perché l’attività del CIP Sardegna è intensa e articolata; ha bisogno di un gruppo molto unito per poterla mandare avanti. L’aver collaborato nel CIP in questi ultimi anni, anche come componente di giunta mi è stato di grande aiuto.

Poi hai detto sì!

Mi sono resa conto che tutto si facilita con il lavoro assiduo e la passione. Spero nel più breve tempo possibile di familiarizzare col mio nuovo ruolo che sarà foriero di aspetti positivi ma anche di difficoltà. Sono convinta che le federazioni non mi faranno mancare il loro apporto e soprattutto potrò contare sul sostegno degli atleti che hanno sempre accolto con entusiasmo tutte le attività che proponevo loro.

In fondo rimani una atleta e questo è un vantaggio

Già da molto tempo prima, in qualità di collaboratrice del CIP, ho avuto modo di incrementare i rapporti con tutte le federazioni nel tentativo di coinvolgerle nei nostri progetti sportivi, mettendo a disposizione la mia esperienza come ex atleta e anche perché ho avuto modo di interagire spesso e volentieri con gli atleti.

Mi trovo la strada spianata perché io conosco loro e loro conoscono me e il rapporto instaurato è ottimo. Sono sicura che questa coalizione ci darà la possibilità di portare avanti progetti sportivi di una certa importanza.

Hai assistito in prima persone a tutte le evoluzioni del Comitato sardo

Stiamo entrando nelle scuole primarie e questo mi colpisce favorevolmente. E’ nella tenera età che puoi coltivare senza filtri la cultura della diversità e agevolare l’approccio agli sport paralimpici con tutti i riscontri positivi che ciò produce. Spero che il progetto Agitamus si possa allargare in tutta la Sardegna e dia un’impronta nuova sul concetto della disabilità, da molti vista come qualcosa di limitativo. E poi non sarebbe male diffondere una conoscenza ancor più approfondita delle discipline paralimpiche. Lo sport può cambiare radicalmente l’esistenza di un individuo: è bene che in tanti lo sappiano.

I bambini ne sanno sempre una in più degli altri

Saranno gli insegnanti dei loro genitori: recepiscono la problematica, non hanno filtri e trovano la risoluzione del problema per integrare i loro compagni disabili. Padri e madri possono recepire dei messaggi straordinari di cui non erano mai stati a conoscenza.

Punterai sul lavoro di squadra

Ho la certezza di avere stretti collaboratori tra cui soprattutto il presidente uscente. E poi conosco sin troppo bene tutti gli altri componenti della giunta con cui vado molto d’accordo. Anche loro mi faranno superare le prime difficoltà. Ringrazio loro, i presidenti di tutte le federazioni e soprattutto Paolo Poddighe per l’importante opportunità che mi stanno dando.

PAOLO PODDIGHE RESTA UN PERNO IMPORTANTE

Nel suo discorso di commiato Paolo Poddighe ha riavvolto il nastro che riassume quattro anni di brillanti consensi. “Siamo riusciti a ripristinare proficui rapporti con alcune federazioni – dice l’arciere ed ex judoka - compresa la FISDIR. Questo ha portato tanta serenità nel mondo paralimpico e di conseguenza il lavoro assiduo perpetrato in questi trenta mesi ci ha consentito di diventare una bella realtà consolidata sul territorio.

Qual è l’iniziativa che avrai più a cuore?

Il progetto Agitamus perché porta la scuola da noi, crea continuità differenziandosi dalla solita manifestazione dove si va via e non rimane niente. Attualmente si sta creando un contatto diretto e continuo col mondo dell’istruzione e credo che questa sia la parte più interessante: l’aver messo a disposizione gli strumenti per favorire un ampio processo di integrazione della cultura paralimpica negli istituti comprensivi

Cristina Sanna sarà un’abile continuatrice della attuale programmazione 

Conosce esattamente quello che abbiamo fatto sin dall’inizio, è una persona solare e positiva. In un passaggio come questo, devi avere la capacità di rapportarti con gli altri e lei è una che ascolta. Tra entrante e uscente è giusto che ci sia questa simbiosi, Cristina non lascerà la vecchia strada, anzi sono sicuro che saprà fare molto bene con l’aiuto di tutti.

In qualità di membro della giunta su quali aspetti preferirai lavorare?

Continuerò a battermi sull’aspetto politico della nostra mission. In un momento in cui tutta la Giunta regionale è cambiata, con un quadro politico totalmente diverso, bisogna riprendere tutta una serie di dialoghi relativi ad un piano triennale che verosimilmente sarà approvato fra quattro mesi. Dobbiamo dare continuità alla gestione dei finanziamenti verso il Comitato Paralimpico. Con Cristina e insieme al CONI rimetteremo in piedi le relazioni con la parte politica.

SANDRINO PORRU: IL CIP SARDEGNA MODELLO DA SEGUIRE

E’ arrivato in via Grosseto per portare i saluti del presidente nazionale Luca Pancalli. Poi si è ritrovato a presiedere l’Assemblea elettorale e a proclamare Cristina Sanna, con la quale ha condiviso quasi trent’anni di agonismo e politica sportiva all’interno della società Sardegna Sport (Sa.Spo.). Sandrino Porru, vice presidente nazionale del CIP, ma anche presidente nazionale della FISPES (Federazione Italiana Sport paralimpici e Sperimentali): due modi per dire che la cultura paralimpica in Italia è anche frutto delle sue battaglie e iniziative personali.

Una valutazione a caldo su questa nuova squadra?

Non ho alcun tipo di riserva, è la diramazione di una base unita. Cristina e i suoi collaboratori sono persone eccezionali, hanno sposato un modo di pensare e condividono una serie di idee già amalgamate. E’ un cambio di ruoli per quadrare al meglio un modo di lavorare ancor più importante. Il valore aggiunto è di aver messo in campo una persona che stiamo formando affinché diventi una presidente a tutti gli effetti.

La conosci bene, come si barcamenerà?

Cristina non ha alle spalle un’esperienza di dirigente sportiva così importante da poter avere immediatamente un’autorevolezza. Ma paradossalmente da questo creiamo un valore aggiunto supportando un percorso di crescita per farle acquisire prestigio. Succederà così che ciascuno aiuta l’altro ad essere sempre migliore: potrà contare sul supporto di una politica sportiva condivisa a più ampio spettro.

Nel tuo intervento hai detto che il CIP Sardegna è in assoluto il più attivo in Italia..

Non era una sviolinata, solo la constatazione della realtà delle cose. Tutto è migliorabile e mutabile, come le tematiche e le motivazioni, e su questo dobbiamo confrontarci. Avendo la cognizione di quelle che sono le realtà di tutto il territorio nazionale rispetto a come i nostri comitati regionali lavorano. Anche perché è in mano loro l’organizzazione della promozione attraverso il coinvolgimento delle federazioni che si devono mettere nelle condizioni di poter implementare azioni di proselitismo nel procacciamento di ipotetici futuri atleti. Molto spesso vengono organizzate importanti attività; spesso però rimangono monche rispetto alla ricaduta a favore delle attività che ogni federazione deve svolgere.

Un’altra premessa per far emergere il bel lavoro svolto in Sardegna?

Lo stereotipo creato in Sardegna è quello vincente. Per quello ho fatto un plauso a ciò che realmente siamo. Da sardo sono orgoglioso di una regione che lavora nella maniera corretta. Coordinando la politica nazionale abbiamo disegnato nelle nostre menti un certo percorso. Paolo Poddighe è stato bravo a metterlo in pratica rendendo protagoniste le federazioni e questo lo si vede in maniera importante.

Anche tu sei un grande sostenitore del progetto Agitamus

Nella politica di coinvolgimento delle scuole c’è lo stesso stereotipo d’approccio: non è il CIP che va ad insegnare nelle scuole, ma lo fa attraverso le federazioni. Il comitato interagisce con le scuole disegnando la tipologia di tematica da sviluppare. Le scuole diventano proattive nel trovare le strategie più idonee per studiare e sperimentare oggettivamente quello che è il mondo della disabilità. I ragazzi hanno disegnato una loro visione sia dell’ambito sportivo, sia dell’impatto di carattere sociale, relazionale e inclusivo.

Finalmente la disabilità è vista con occhi diversi

Con la creazione di un ventaglio di modalità comunicative gli studenti si sono resi partecipi nel tributare il grande valore che la persona disabile incarna. Spesso viene considerata una persona d’aiutare e viene aprioristicamente scartata l’ipotesi che sia lei in grado di aiutare te. E questo in Italia non è mai capitato da nessuna parte. Mi ha fatto piacere non tanto ciò che abbiamo fatto, ma come lo abbiamo fatto. Da questo successo dobbiamo farne ancor più tesoro per essere ancora migliori e più bravi nel poter divulgare ancor di più questo modo di pensare e di essere.

E poi?

E poi si deve avvalorare ciò che dice Luca Pancalli: “Il movimento paralimpico non è un movimento ma un modo di pensare”. Lo sconvolgimento di un pensiero culturale ha come radice basilare quella di mettere al centro la persona con i valori intrinsechi utili per la realizzazione personale e il godimento di tutti i talenti che ciascuno di noi ha. E metterli a disposizione di tutta la collettività.

PARLANO ANCHE GLI ALTRI ELETTI

Un altro uomo perno del movimento paralimpico è Carmelo Addaris che da lustri si batte per runa vita migliore del disabile anche in ambiti extra sportivi. “Gli auspici sono impostati su tutto quello che abbiamo realizzato sino ad ora – afferma - ed è anche abbastanza facile prevedere quella che sarà la posa in opera e tutta la realizzazione dei progetti che abbiamo in serbo. Il lavoro svolto in questi ultimi due anni è stato sottolineato da tutti i presenti per quanto riguarda la positività. La cosa più importante è che sono in costante evoluzione e molto apprezzati. Questo è presupposto non solo di soddisfazione ma anche, in proiezione futura, per il consenso che avremo in futuro”.

Nicola Azara è un patito del mare, addirittura attraversò a nuoto il Tirreno (Olbia – Ostia) assieme ad altri tre staffettisti. “Mi fa piacere di far parte del comitato – dice – e farò del mio meglio. Spero di essere aiutato nello svolgere mansioni che dovrò approfondire e di essere una buona spalla per Cristina; mi ha preceduto in questo ruolo e quindi le chiederò particolari consigli”. Dice di sé: “Mi reputo caparbio, sono uno che non molla, ho i miei obiettivi e li voglio perseguire, nello sport più che nella vita di tutti i giorni. L’attività fisica in realtà si tramuta in mentale perché se certe cose non le pensi non riesci ad ottenerle”. La sua prima passione sono le acque libere. Poi è subentrato il Triathlon con non pochi problemi d’adattamento. Il suo fine ultimo è, da qui a due anni, di riuscire a partecipare e chiudere un ironman (5 km di nuoto, 180 km in bici e 41 di corsa).

Lancia un appello: “Ai futuri atleti paralimpci dico di farsi avanti, buttatevi, fare sport ti riporta ad una condizione mentale fantastica, raggiungi la pace e ti permette di conoscere altre realtà. Stare chiusi senza far niente è deleterio. La prima volta che ho partecipato ad una gara di campionato italiano in vasca sono rimasto estasiato dalla positività che c’era tra gli atleti e soprattutto la voglia di agonismo. La loro forza e la loro personalità difficilmente l’ho vista nelle gare master che condivido con i non disabili”.

Anche Monica Vargiu non vede l’ora di sostenere il gruppo di lavoro che ritiene fantastico. “Cercherò di fare del mio meglio – puntualizza - per essere collaborativa al massimo”. Da quattro anni è delegata regionale della FISW (Federazione Italiana Sci Nautico e Wakeboard). “Cerchiamo di gestire questo sport in tutta la Sardegna con l’organizzazione di eventi molto importanti anche di rilievo nazionale e internazionale. Ovviamente sono ottime anche le collaborazioni con il CIP: in molti ricordano l’evento sul lago Flumendosa in collaborazione con l’INAIL dove oltre alla nostra disciplina sono intervenuti anche giocatori di Tennistavolo e Tiro con l’Arco paralimpico. Il mio grande desiderio sarebbe di invitare in Sardegna il grande campione non vedente Daniele Cassioli che nel mondo ha vinto tutto quello che si poteva vincere. Sarebbe di grande esempio nella speranza di attirare tanti ragazzi come lui”.

Mario Trogu ricopre il ruolo di vice presidente della Tiger Paralympic Sport: è stato educatore sportivo ai tempi dei Centri di avviamento allo sport del Coni. Ma soprattutto è tecnico di discipline per non vedenti: Torball, Basebal. “Mi fa piacere questa riconferma – ha dichiarato - alla luce dell’esperienza quarantennale che ho nel mondo paralimpico penso di poter dare un valido contributo. Credo molto nel lavoro delle scuole; con la mia associazione partecipiamo sovente alle giornate di sensibilizzazione alla disabilità”. Sul nuovo gruppo dirigente afferma: “La squadra mi piace; ci sarà senz’altro la continuità che questo comitato senz’altro merita”. Tra le sue soddisfazioni più grandi, ce n’è una in particolare di cui va fiero: “Vedere i nostri ragazzi ciechi muoversi con maggiore autonomia, dimostrando di avere più consapevolezza delle loro capacità e possibilità. Sentirli dichiarare che con lo sport sono rinati a me dà un piacere immenso”.

Il presidente regionale della Federazione Italiana Tennistavolo Simone Carrucciu ha il merito di aver creato per primo un movimento di atleti disabili attorno alla sua disciplina di riferimento. Di sicuro hanno inciso le sue precedenti esperienze in altre due giunte CIP che lo hanno forgiato a dovere, proprio assieme a Cristina Sanna di cui può vantare una amicizia indissolubile. “Faccio i migliori auguri alla nuova presidente – ha esclamato - ma ho ringraziato pubblicamente anche Paolo Poddighe per l’egregio lavoro che è riuscito a portare avanti in questi anni. Sono sicuro che continuando a partorire idee in maniera corale il Comitato andrà ancora più lontano, e questo grazie anche a tutte le persone che più o meno nascostamente la vorano in nome e per conto del CIP con grande professionalità. E poi un immenso plauso va alle numerose Federazioni presenti all’assemblea elettiva: partecipando in massa hanno confermato con i fatti che credono nella Giunta e questo è uno sprone molto gratificante”.