Estero
Crisi Ucraina, Kerry: «Obama potrebbe inviare armi a Kiev». Mosca chiama i riservisti
KIEV, 5 FEBBRAIO 2015 - La strada della diplomazia sull’asse Mosca-Washington si era interrotta già da tempo, ma adesso sembra volgere a decisioni irreversibili. La crisi che attanaglia il territorio ucraino non sembra trovare strade risolutive, anzi. Il numero di morti, infatti, continua ad aumentare e con il rigido inverno le prospettive non lasciano intravedere margini di speranza. Nelle ultime 24 ore, sono 19 le persone uccise, 5.300 quelle negli ultimi 10 mesi.
E questi sono soltanto i numeri resi pubblici. Con l’intento di arginare tale crisi, quest’oggi a Kiev sono giunti John Kerry, segretario di Stato americano, ed i premier di Germania e Francia, Angela Merkel e Francois Hollande. Quest’ultimi, domani pomeriggio si muoveranno alla volta di Mosca, dove incontreranno Vladimir Putin nella speranza di trovare un nuovo piano di pace. Un incontro che dal Cremlino definiscono «costruttivo».
Di tutt’altro tenore è invece la posizione degli Stati Uniti. Il segretario di Stato, John Kerry, infatti, ha reso noto che il presidente Barack Obama medita di prendere severe misure contro le azioni russe. «Obama – ha affermato Kerry sta studiando diverse soluzioni, tra le quali c’è la possibilità di fornire armamento difensivo e sistemi all’Ucraina». «L’aggressione della Russia nella parte orientale dell’Ucraina – ha aggiunto il segretario generale statunitense – è la più grande minaccia».[MORE]
Al termine dell’incontro con il presidente ucraino Petro Poroshenko, John Kerry ha chiosato dicendo: «Washington ». A tal proposito da Mosca fanno sapere che un eventuale aiuto militare da parte dell’America a Kiev, costituirebbe un «danno colossale». Il presidente Putin, tuttavia, si è già mobilitato chiamando alla mobilitazione per due mesi i riservisti. Un provvedimento di prassi, ma che non preannuncia nulla di buono.
(Immagine da ilsecoloxix.it)
Giovanni Maria Elia