Estero
Crisi, troika presto ad Atene; è allarme disoccupazione per la Grecia
ATENE, 3 LUGLIO 2012- Sale l'attesa, in Grecia, per la nuova visita dei rappresentanti della Troika (Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea e Banca centrale europea) che in questi giorni si recheranno ad Atene per valutare lo stato di attuazione del programma per l'adeguamento del bilancio e delle riforme strutturali; da ore, il premier Antonis Samaras è impegnato in colloqui con i suoi più stretti collaboratori, e con i leader degli altri partiti nell'esecutivo.
Anche Evangelos Venizelos, capo del Pasok (socialista) e Fotis Kouvelis, di Sinistra Democratica, sono stati a consulto con il primo ministro, per scegliere la linea comune da seguire di fronte ai creditori internazionali.[MORE]
Da Bruxelles, infatti, si preme perchè la Grecia rispetti i termini previsti nel Memorandum, che comprendono un ampio progetto di riforme strutturali e privatizzazioni, indispensabili per sbloccare ulteriori tranche di aiuti dall'estero; ma è proprio su questo punto, però, che il governo di Samaras sta incontrando maggiori difficoltà, tra riforme che non decollano e privatizzazioni ostacolate dalle parti sociali.
Numerosi organi sincali di imprese a partecipazione statale, infatti, si stanno opponendo con tutte le forze al trasferimento delle proprietà dallo stato al Taiped, l'ente creato dal governo precedente per promuovere le privatizzazioni; tra le aziende che minacciano ricorsi in tribunale ci sono in realtà molte compagnie di importanza strategica, come la Banca dell'Agricoltura, l'Hellenic Postal Bank, e società energetiche nazionali come l'Eydap e l'Eyath, che rifornisce d'acqua Atene, il Pireo e Salonicco.
Un problema non facile da risolvere, insomma, che la politica sembra disposta ad affrontare ad ogni costo; il governo, infatti, vuole mostrarsi pronto a rispettare gli impegni assunti nei confronti dei creditori, e come ha ricordato il leader della sinistra radicale Alexis Tsipras, è giusto che alla Grecia vengano accordate le stesse condizioni di Spagna e Italia.
E mentre si discute del cambio di politica più appropriato per uscire dalla recessione, dagli esperti dell'Istituto per il Lavoro arrivano dati più allarmanti che mai per il fronte occupazione; entro la fine dell'anno, infatti, altre 600mila persone, il 30 per cento della forza lavoro del Paese, potrebbe perdere il posto. Prima della fine di agosto, inoltre, solamente 165 mila disoccupati, su un totale di oltre un milione, riceveranno aiuti e sussidi.
(immagine da: www.cdt.ch)
Simona Peluso