Economia
Crisi energetica verso un periodo di austerity o di fine dell’economia come la conosciamo oggi?
Oramai la guerra tra Russia e Ucraina dura da molto tempo. In origine vedevamo solo le vittime ucraine ma ormai le vittime siamo diventati noi tutti. Vittime di una guerra molto più subdola e sottile, la guerra per risorse e materie prime, che consentono la sopravvivenza del genere umano. Stiamo assistendo a un rincaro energetico molto grave, in Italia il prezzo medio del gas ha raggiunto i 740 euro al MWh e assistiamo a rincari in Francia,Austria,Belgio,Grecia e Germania dove il costo energetico ha superato i mille euro al MWh e per il prossimo anno si stima un rincaro del 6,6%. Nel biennio 2021-2022 le bollette di luce e gas sono salite del 92,7%. La Germania tenta di correre ai ripari proponendo di sganciare il costo dell’elettricità da quello del gas e quindi di evitare che il prezzo più alto fissi il prezzo di tutte le altre energie. In Italia si rafforzano gli appelli alle forze politiche uscenti e a quelle che vi saranno in seguito alle nuove elezioni, per interventi a sostegno di famiglie e imprese. A tale incresciosa e drammatica situazione esistono molteplici e differenti soluzioni alcune semplici e a breve termine altre più difficili da attuare e quindi a lungo termine.
Partiamo da quelle a lungo termine e dispendiose in fatto economico e di risultati : l’Italia dovrebbe attuare una politica energetica di indipendenza da forniture da parte di altri Stati e iniziare a produrre lei stessa per abbattere i costi di acquisto di energia. Investendo dove ? sul nucleare, sul fotovoltaico, eolico? Costruire o ammodernare gli impianti nucleari che abbiamo eliminato con il referendum dell’ 8 novembre 1987 non sembra fattibile per il costo in materie prime e soprattutto per la burocrazia normativa. Il tempo scarseggia non si può risanare una politica energetica errata di anni in pochi mesi. Anche le rinnovabili potrebbero essere una soluzione, ma non immediatamente, porterebbero benefici solo in più anni, non sembra fattibile nel breve termine e la calda stagione sta finendo, da qui la necessità di trovare soluzioni in tempi brevi. Ma anche la produttività ne risente in quanto il caro energetico si ripercuote sul caro dei beni prodotti e dei materiali venduti impedendo alle famiglie di poter fare spese o comprare beni primari. In una famosissima lavanderia del Modenese «a luglio 2021 la bolletta del gas era di oltre 9 mila euro, a luglio 2022 quasi a 68 mila. Sono oltre il 600% in più» pur essendo il consumo cambiato molto poco32.451 smc (standard al metro cubo) l’anno scorso, 31.483 smc. Va da se che una situazione del genere non è sostenibile e allora cosa fare?
La soluzione semplice e rapida sarebbe fare pressione sull’Europa al fine di eliminare le sanzioni a Mosca che comportano riduzioni e razionamenti delle risorse energetiche nonché ritorsioni da parte della Federazione Russa. In Diritto Internazionale la Ritorsione è un’azione intrapresa da uno Stato contro un altro Stato in risposta ad una condotta che questo considera dannosa o ostile. La procedura ritorsiva generalmente opera in natura come la discriminazione delle tariffe, rialzo dei prezzi, chiusura dei porti ecc. Considerando che l’Italia dipendeva dal Gazprom sovietico totalmente, possiamo immaginare la conseguenze economiche irreversibili con paralisi delle attività e licenziamenti di massa con aumento della disoccupazione se non si trova una soluzione in tempi brevi e rapidi. Il rischio è quello di una involuzione della società da una consumistica ad una di carestia. Abbiamo assistito in molti mesi al vittimismo Ucraino e abbiamo applicato condotte politiche errate inviando armi e materiale di morte al presidente Zelensky, nonostante la nostra Carta Costituzionale all’art.11 cita “
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.” Forse avremmo dovuto aspettare che la controversia si risolvesse da sola tra Russi e Ucraini o spingere ad arbitrati internazionali.
Bisogna correre ai ripari cercando di salvare una nave che affonda dopo che l’equipaggio ha creato esso stesso le falle nello scafo. D’altro canto gli economisti pronunciatosi in materia avevano già previsto gli effetti boomerang delle sanzioni verso gli stati emittenti con rincari di risorse e problematiche sulla produttività, nonché la mancata lungimiranza dei partiti che non avevano previsto il caro vita, il caro bollette e che in un ipotetico futuro il popolo Italiano piomberà nella morsa della fame dal momento che ogni settore economico è vincolato al gas russo. Pare infatti che l’economia Russa non abbia avuto danni eccessivi dalle sanzioni, dato che le scelte politiche-economiche sovietiche hanno aperto alla stessa nuove relazioni commerciali con Cina, India,Pakistan e Africa impedendo cosi la paralisi economica sperata dall’occidente.
In conclusione, se non fosse abbastanza chiaro, per poter uscire da questa gravissima crisi economica ed energetica la peggiore dal secondo dopoguerra non ci resta in nome di un’etica politica superiore volta alla tutela della vita umana e del benessere sociale delle generazioni presenti e future, sospendere seduta stante le sanzioni inflitte alla Russia per tutelare la vita di famiglie bambini e lavoratori.
Mai come questa volta le bandiere della pace erano state così lungimiranti.
Marco Rispoli