Politica

Crisi di governo: tutto rimandato al 14 dicembre

ROMA – Sessanta minuti è durato l’incontro delle più alte cariche dello Stato per decidere le date dei voti sulla fiducia e sfiducia a Silvio Berlusconi.
Infatti questa sera al Quirinale Fini e Schifani hanno incontrato Napolitano per fare il punto della situazione e per approdare a una cosiddetta “crisi” pilotata che permetterà all’Italia di affrontare il bisogno primario richiesto dall’Europa, ossia l’approvazione della legge finanziaria.
Secondo quanto si è deciso, il giorno 13 dicembre Berlusconi terrà il suo discorso al Senato ed il giorno dopo saranno votate alla Camera le mozioni presentate dalle opposizioni e dai finiani.[MORE]
Quindi sembra sempre più affievolirsi la possibilità di un governo tecnico di “unità nazionale” guidato dal governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, ma anche il tanto paventato Berlusconi-bis con l’aggiunta nel governo dell’Udc di Casini.

 

REAZIONI

Il primo a commentare tale decisione è stato lo stesso Premier che ha affermato che si è seguita la sua linea: “Era quello che chiedevo” ha affermato Berlusconi ai suoi collaboratori.
Per alcuni finiani, invece, questo slittamento consentirà al Premier di fare una campagna acquisti per assicurarsi la maggioranza al voto di fiducia.
Bersani, d’altro canto, giudica troppo lungo tale periodo d’attesa poiché, secondo il leader del Pd, il tempo del è ormai scaduto e spera ancora in un governo tecnico, magari con il suo partito nella coalizione temporanea. Antonio Di Pietro esclude il governo tecnico e chiede, in caso di sfiducia, lo scioglimento delle camere e le elezioni anticipate.

Quindi tra un mese ci sarà il vero Berlusconi-day, in cui si deciderà non solo delle sorti del suo governo, ma anche dell’esito di una legge da lui tanto bramata: il “legittimo impedimento”, sul quale, proprio in quella data, la Corte Costituzionale darà il suo parere.