Economia
Crisi, Confindustria: «Recessione finita, ma ripresa lenta. Cruciale stabilità politica»
MILANO, 11 SETTEMBRE 2013 – Ormai sembra che tutti i pricipali Osservatori ed esperti sembrano concordare che si comincia a vedere luce in fondo al tunnel della recessione. Dopo il numero uno della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che ieri ha dichiarato: «Ci sono rischi al ribasso aggravati dalle preoccupazioni degli investitori sulla possibile incertezza politica, ma complessivamente il Paese sta mandando segnali del fatto che la recessione sta terminando», oggi è il turno di Confindustria.
Così, per il Centro Studo Confindustria: «L'Italia è al punto di svolta, ma nella strada della ripresa persistono rischi. Cruciale è la stabilità politica per rinsaldare la fiducia di imprese e famiglie». In particolare, sottolinea il Csc: « Se confermata la variazione nulla stimata ora per il il nel terzo trimestre 2013 interrompe la contrazione iniziata due anni prima e durata otto trimestri, uno in più rispetto a quella precedente (iniziata nel quarto trimestre del 2007 e finita con il secondo del 2009)». Tuttavia, gli esperti avvertovo: «Sulla strada della ripresa persistono rischi, interni e internazionali, e ostacoli».
PRESSIONE FISCALE - Inoltre, Il Csc passa in rassegna i punti più critici, per la ripresa economica. Tra questi, la pressione fiscale: nel 2013 ha toccato il picco record, portandosi al 44,5% del Pil e rimando alta nel 2014 (44,2%). Ma, come evidenziano da Viale Astronomia, la pressione fiscale effettiva, escluso il sommerso, supera il 53%: al 53,5% quest'anno e al 53,2% il prossimo.
OCCUPAZIONE - Altro punto “caldo” è l’occupazione: «L'emergenza del mercato del lavoro fatica a rientrare spontaneamente, data la lentezza della ripresa. Perciò sono urgenti provvedimenti sia per innalzare la crescita sostenibile del Paese sia per aumentare l'occupabilita' delle persone». Ol rapporto diffuso oggi, altresì, evidenzia che: «La riduzione dell'imposizione sul reddito da lavoro e impresa è vitale per riportare il Paese su un piu' alto sentiero di sviluppo. Assieme agli interventi, più volte ricordati, che riguardano burocrazia, infrastrutture, capitale umano, concorrenza e finanza di impresa».
DOMANDA INTERNA - «Tratto distintivo della recessione 2011-13, registra un -3,1% (che porta a -12,2% il divario con i valori 2007) e mette a segno un marginale recupero nel 2014:+ 0,3%. L'export, invece, sale dell'1,4% quest'anno e del 2,9% il prossimo, superando così il picco raggiunto sette anni prima».
CONSUMI – Il sopraindicato rapporto, in merito ai consumi, precisa che quelli «delle famiglie retrocedono di ulteriori 2,8% nel 2013 e 0,1% nel 2014, cumulando così una flessione del 7,7% dal 2007. Mentre gli investimenti, comprese le costruzioni, ricominciano a salire l'anno venturo (+1,2%), dopo il -5,4% di questo. Rispetto al 2007, "il gap è siderale: -27%».
Infine, lo studio di Confindustria conclude che: «Il basso livello degli investimenti mina il potenziale di sviluppo e quindi la velocità futura raggiungibile dall'economia italiana. Ma dà anche una misura dell'ampiezza del possibile rimbalzo. La bassa redditività media toglie autofinanziamento e incentivi a puntare sul Paese. Occorrono quindi provvedimenti che aiutino a riallocare le risorse tra settori e tra imprese e che rendano più allettante l'Italia, in un contesto globale dove la concorrenza per attrarre iniziative imprenditoriali è altissima».
(Fonte: Il Sole 24 Ore)
Rosy Merola [MORE]