Cronaca
Crisi: Cgia Bortolussi, boom +303% di operazioni criminali sospette
Roma, 2 giugno 2012 - "A seguito della recessione economica in atto - commenta Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre - corriamo il pericolo che le organizzazioni criminali riciclino i proventi delle loro attivita' illegali nei settori economici maggiormente colpiti dalla crisi. Infatti, mai come in questo momento interi settori produttivi manifestano una preoccupante vulnerabilita' dovuta alla forte contrazione nell'erogazione del credito che le banche hanno attuato in questi ultimi tempi".
A livello territoriale, prosegue la Cgia, la regione piu' a rischio infiltrazioni e' la Lombardia che solo nel 2011 ha ricevuto ben 8.778 segnalazioni. Segue il Lazio con 6.350 e la Campania con 6.128. "Con il riciclaggio - prosegue Bortolussi - avviene la reintroduzione del denaro proveniente da reati nell'economia legale, al fine di dissimularne o occultarne l'origine illecita. Questo fenomeno non danneggia solo l'economia legale, perche' ne altera le normali condizioni concorrenziali dei mercati, ma rischia di diventare un pericolo gravissimo per l'efficienza e la stabilita' dell'intero sistema finanziario".[MORE]
USURA: CGIA, DA 2006 A 2010 DENUNCE +10,6%
- In termini geografici, secondo l'analisi della Cgia, "si evince che nelle aree dove ci sono piu' disoccupazione, alti tassi di interesse, maggiori sofferenze, pochi sportelli bancari e tanti protesti la situazione e' decisamente a rischio". Rispetto ad un indicatore nazionale medio stabilito dagli esperti della Cgia pari a 100, "il tasso di rischio usura rilevato in Campania, a cui spetta la maglia nera, e' di 166,3 (pari al 66,3% in piu' della media nazionale), seguono la Calabria, con il 144,6 (44,6 punti in piu' rispetto al dato medio nazionale), il Molise, con il 142,8 (42,8% in piu' rispetto la media Italia), la Sicilia con 139,2 (39,2% in piu' della media Italia), la Basilicata col 135,1 (35,1% in piu' della media nazionale)".
Le realta' "meno a rischio, o quasi, dall'azione dei "cravattari" sono il Veneto, con un indice di rischio usura pari al 77 (23% in meno della media nazionale). Seguono l'Emilia Romagna, con 76,7 (23,3% in meno della media Italia), il Friuli Venezia Giulia, con 65,6 (34,4% in meno della media Italia), la Valle d'Aosta, con il 53,8 (46,2% in meno del dato medio Italia) e il Trentino Alto Adige, con 53 (47% in meno della media nazionale).