Cronaca

Criminalità: operazione Iceberg carabinieri, 20 gli arrestati

LOCRI, 10 SET - È stata denominata ""Iceberg" l'operazione condotta stamattina dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio contro un gruppo criminale, attivo nella Locride e riconducibile ad elementi appartenenti alle locali comunità rom.

Le persone coinvolte nell'operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Locri, sono 23: per 14 é stata disposta la custodia cautelare in carcere, sei sono finiti agli arresti domiciliari e per tre è stato disposto il divieto di dimora. Il reato contestato è l'associazione per delinquere finalizzata all'organizzazione di delitti contro il patrimonio, quali estorsioni, ricettazioni, riciclaggi, furti e truffe, nonché contro la fede pubblica, l'ambiente ed in materia di stupefacenti, aggravati dalla disponibilità di armi.

Le indagini dei carabinieri hanno consentito di delineare gli assetti interni della consorteria che potrebbe avere avuto cointeressenze e contatti con le locali cosche di 'ndrangheta. Aspetto, quest'ultimo, su cui sono in corso ulteriori accertamenti. Dall'inchiesta sono emersi numerosi furti in abitazione ed episodi di ricettazione e spaccio di sostanze stupefacenti come eroina e cocaina.

L'indagine, inoltre, ha fatto luce sullo smaltimento illecito di rifiuti e sulle truffe con sottrazione di mezzi da lavoro, di motoveicoli, di ciclomotori e di equini. Furti e truffe venivano consumati nei comuni di Ardore, Bovalino, Bianco, Brancaleone, Caulonia, Locri, Marina di Gioiosa Jonica, Roccella Jonica, San Luca, Sant'Ilario dello Jonio e Siderno. La base operativa dell'organizzazione criminale era nei complessi popolari di Bovalino dove veniva nascosta anche l'eroina e la cocaina.

Il principale indagato è un 36enne che coordinava le attività illecite del gruppo affiancato dallo zio di 54 anni. Entrambi erano parenti di N.B., il capo della "cosca degli zingari", assassinato nell'aprile del 2012. L'indagine ha anche consentito di accertare che tra le vittime dei reati, contattate dagli arrestati su siti di annunci online, c'erano anche genitori costretti a vendere i propri beni per poter curare i figli affetti da gravi patologie. Beni che poi, gli indagati rivendevano nel mercato nero o su internet. Il gruppo criminale aveva anche la disponibilità di numerose armi, alcune delle quali sono state sequestrate nel maggio scorso a D.M., familiare di uno degli arrestati. Le armi, inoltre, venivano maneggiate anche in presenza di bambini.