Editoriale

Crimea, 5 punti da sapere sull'incursione di Putin

SIMFEROPOLI (CRIMEA), 3 MARZO 2014 – Dalla chiusura delle cerimonie delle Olimpiadi di Sochi, Vladimir Putin ha fatto del suo meglio per mettere in chiaro che intende rendere le cose quanto più difficili al nuovo governo ad interim ucraino. Prima ha ordinato massicce esercitazioni militari, coinvolgendo circa 150,000 truppe al confine con l'Ucraina. E mentre alcuni osservatori hanno notato che non erano state incluse sufficienti unità mediche per definire l'azione “un'invasione”, si può chiaramente parlare di un atto provocatorio. E ancor più preoccupanti risultano le sue azioni in Crimea, la regione semi-autonoma dell'Ucraina, che sembrano rispecchiare le mosse effettuate all'alba della guerra russo-georgiana del 2008.

Separatisti pro-russi, con indosso uniformi militari ma senza mostrine, hanno occupato edifici governativi, aeroporti e centri di comunicazione della regione. Successivamente, le truppe russe sono state messe in allerta “per proteggere i propri cittadini” residenti nell'area. Il nuovo primo ministro della Crimea – anch'egli un cittadino russo – ha chiesto l'aiuto di Mosca. Ora, in quella che sembra essere una operazione false-flag, le forze militari ucraine sono state accusate di aver attaccato il ministero degli interni della Crimea. È stato fissato anche un referendum per decidere le sorti della regione, mentre il parlamento russo ha approvato l'uso della forza militare in Ucraina.

Nella giornata di ieri, domenica 2 marzo, il presidente Obama ha minacciato la Russia di sanzioni, nel caso in cui le azioni militari in Crimea saranno destinate a continuare, e la tensione sembra aumentare. Ecco cosa c'è da sapere:

1. Che cos'è la Crimea?

Come citato sopra, la Crimea è una regione semi-autonoma dell'Ucraina, il che significa che, anche se rientra nel territorio ucraino, è in grossa parte governata autonomamente. È un luogo molto affascinante, situato sul Mar Nero, con monti accidentati che discendono su spiagge sabbiose, una popolare meta turistica. È stato, nel tempo, anche un turbolento scenario politico: nel 1954 Krusciov ne decretò la sua ufficiale appartenenza al territorio ucraino, decisione ancora oggi vista “illegittima” agli occhi di molti russi. Poco più della metà dei suoi abitanti sono di etnia russa, un quarto sono ucraini e il resto della popolazione è in gran parte rappresentato dai tartari di Crimea che, essendo stati deportati da Stalin nel 1944, sono ferocemente anti-russi. Nel 1992, con la caduta dell'Unione Sovietica, la regione decise di annettersi al territorio ucraino.

2. Perché la Russia brama la Crimea

La Crimea aleggia come uno spettro sulla storia russa. È stato il luogo in cui, negli anni che vanno dal 1853 al 1856, vide fronteggiarsi l'Impero Russo con l'alleanza composta dall'Impero Ottomano, la Francia, la Gran Bretagna e l'Impero di Sardegna. Nonostante la sconfitta della Russia, il coraggio dei suoi soldati è ancora oggi motivo d'orgoglio patriottico. Inoltre, è in Crimea che si trova la famosa città di Yalta, famosa per aver ospitato gli storici colloqui tra Roosevelt, Stalin e Churchill. Ma gli interessi russi vanno ben oltre la nostalgia; è la sua posizione geopolitica che, a quanto pare, fa gola. La base navale di Sebastopoli è un sito strategico per raggiungere il Mediterraneo. Si dice che lo stesso porto è stato utilizzato per dare supporto ad Assad, nel conflitto siriano. E mentre la Russia ha esteso il proprio contratto d'affitto con il porto di Sebastopoli fino al 2047, la maggior parte delle coste del Mar Nero è tenuta sotto controllo dagli alleati della NATO, escluse le coste della Georgia, che sta cercando di formalizzare l'adesione all'Alleanza, e le coste dell'ucraina. In parole povere, senza una base navale in Crimea, la Russia perde la propria potenza militare a livello globale.

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3. Perché l'Ucraina brama la Crimea


La Crimea, va sottolineato, appartiene al territorio sovrano dell'Ucraina. La regione ha scelto l'annessione, ed è il luogo prediletto degli ucraini dove trascorrere le proprie vacanze. In pratica, la Crimea sta all'Ucraina come la Florida o il Texas stanno agli Stati Uniti. Nonostante molte regioni della Crimea, come Sebastopoli e la capitale Sinferopoli, risultano ferventi filo-russe, gran parte di essa non lo è. I tartari, in particolare, non hanno alcuna intenzione di diventare cittadini russi. C'è anche la questione del Memorandum di Budapest del 1994, in cui l'Ucraina accettò di rinunciare al proprio programma nucleare, mentre la Russia si impegnava a rispettare la sovranità territoriale dell'Ucraina. Violando il trattato, Putin sembra voler affermare che tutti i patti stabiliti negli anni 90, periodo di profonda debolezza per la Russia, siano in realtà nulli.

4. Cosa si sta facendo a riguardo

In realtà, se Putin ha intenzione di impossessarsi della Crimea, c'è ben poco che Ucraina, NATO o Stati Uniti possano fare. La Russia ha ampie risorse militari nella zona, ed è pressoché improbabile che possa scoppiare un conflitto. Non basterebbe referendum alcuno, riguardo l'indipendenza della Crimea, poiché sarebbe tutto sommato facile ipotizzare un'influenza da parte di Mosca che faccia pesare la bilancia dalla sua parte, e dare al tutto persino una parvenza di legittimità. Nonostante gli intensi sforzi diplomatici in corso, che coinvolgono i funzionari russi, ucraini, così come gli alleati europei, non risulteranno efficaci abbastanza, se Putin si mostra realmente determinato. Obama, nel frattempo, oltre a minacciare timidamente sanzioni, sembra voler spingere sul fronte georgiano, e favorire l'ingresso del paese nell'Alleanza Atlantica. Questa ultima mossa potrebbe essere la più efficace. La Russia non è più una super-potenza, e il suo esercito è in gran parte costituito da coscritti mal equipaggiati e mal disciplinati, le cui famiglie principalmente non hanno i mezzi di fargli evitare il servizio militare. Durante il conflitto con la Georgia, nel 2008, furono abbattuti ben 9 caccia russi in meno di una settimana.

5. Quali saranno le conseguenze?

Se Putin annette la Crimea, ci saranno sicuramente condanne dalla comunità internazionale, e conseguenti sanzioni – dirette o indirette – che porterebbero a un indebolimento dell'economia russa, cosa che Mosca non potrebbe assolutamente permettersi. Putin inoltre vedrà un crescendo di forze militari nel proprio cortile. Con l'adesione della Georgia alla NATO, e i sistemi militari all'avanguardia, la sicurezza nazionale russa sarà sicuramente minata. Il porto di Batumi diventerà una preziosissima risorsa militare. O forse, ancor più importante, un'annessione della Crimea farà dire addio all'Ucraina per sempre, un errore che non sarà facilmente digerito da Kiev, e che spingerà il paese a velocizzare l'adesione all'Unione Europea. I tartari di Crimea, con il loro “odio profondo” verso la Russia, probabilmente resisteranno alla sovranità russa, così com'è avvenuto nella devastante guerra in Cecenia. Pare, in effetti, che il presidente russo stia seminando i semi per conflitti nei decenni a venire. È questo, in realtà, il punto più preoccupante delle ultime mosse di Putin. Danno chiaramente l'impressione che il presidente sia un uomo disperato, disposto a dare un taglio netto all'Ucraina e l'Europa, favorire l'accelerazione dell'adesione della Georgia alla NATO – un evento che vorrebbe evitare quasi quanto la perdita dell'Ucraina –, paralizzare la propria economia e reprimere un'altra popolazione indigena. Tutto per un misero tornaconto tangibile.

Pare che Putin non abbia davvero nulla da perdere, questa volta.

Foto: forbes.com

Fonte: forbes.com

Dino Buonaiuto