Economia
Cresce il divario tra salari e prezzi
MILANO, 29 NOVEMBRE 2011 – Secondo l’Istat, a ottobre, è cresciuta la forbice tra l’aumento delle retribuzioni contrattuali orarie (+1,7%) e il livello dell’inflazione (+3,4%). La differenza, di 1,7 punti percentuali, è la più alta registrata, almeno dal 1997. Parte della colpa è del mancato rinnovo dei contratti di lavoro: trentuno su quarantasette sono scaduti almeno da ventidue mesi.[MORE]
A ottobre le retribuzioni orarie contrattuali registrano un incremento dell’1,9% per i dipendenti del settore privato, mentre per quelli del settore pubblico l’incremento è dello 0, 6%. Presentano gli aumenti annui maggiori: militari-difesa (+3,7%), forze dell’ordine (+3,5%), gomma, plastica e lavorazioni minerali non metalliferi e vigili del fuoco (+3,1%). Per quanto riguarda ministeri, scuola e autonomie locali e servizio sanitario nazionale si registrano variazioni nulle.
Inoltre, in riferimento al rinnovo dei contratti, risultano in vigore 47 contratti che regolano il trattamento economico di circa 8,7 milioni di dipendenti. A questi corrisponde il 61, 7% del monte retributivo complessivo. In attesa di rinnovo risultano 31 contratti, di cui 16 appartenenti alla pubblica amministrazione, relativi a 4,3 milioni di dipendenti.
La quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 33,1% nel totale dell’economia e del 12,9% nel settore privato.
L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è, in media, di 22,4 mesi nel totale e di 23, 4 mesi nell’insieme dei settori privati.
Gaia Seregni
(fonte foto: gazzettadellavoro.com)