Salute
Covid, Vax Day Si parte con esercito di medici e infermieri. "Nord al Sud della Penisola"
Covid, Vax Day Si parte con esercito di medici e infermieri. Capobianchi, nessuno si tiri indietro.
ROMA, 27 DIC - Il messaggio, ripetuto come se fosse una sola voce, risuona forte e chiaro dal nord al sud della penisola, senza distinzioni: "massima fiducia e tranquillità nel vaccino anti-Covid". Quella di oggi è una giornata speciale, "di attesa e speranza" perchè "segna l'inizio di un nuovo momento, che lentamente porterà a uscire dal tunnel della pandemia". E'così che l'esercito di medici e infermieri, che per primi oggi hanno ricevuto il nuovo vaccino Pfizer-Biotench, raccontano le loro emozioni e sensazioni.
"Oggi comincia una nuova era - ha riassunto il presidente degli ordini dei medici, Filippo Anelli - l'era in cui noi possiamo dire che abbiamo uno strumento per porre fine a una pandemia. I vaccini hanno rappresentato questo nel corso della storia dell'umanità. Abbiamo addirittura eradicato una malattia, il vaiolo, tolto di mezzo un virus e ridotto quasi sino alla scomparsa altre malattie.
Tra queste vorremmo che ci fosse un giorno anche il Covid". Impressioni che hanno trasmesso i medici e gli infermieri che si sono vaccinati per primi. "Nessuno si tiri indietro, il vaccino e' sicuro, tutte le fasi sono state svolte con grande serietà rispettando i tempi necessari per le scelte migliori", ha detto Rosaria Capobianchi, direttore laboratorio di virologia dello Spallanzani prima vaccinata in Italia, che spiega la sua adesione alla campagna. "Nessuno si tiri indietro.
Questa scelta e' sicura, di assoluto altruismo e amore per i nostri cari e per la comunità. I vantaggi sono enormi". "C'era un'atmosfera di grande attesa, aspettativa e fiducia - racconta Michele Lisco, medici di famiglia e membro della task force rischio Covid della Asl di Brindisi - Il messaggio che vogliamo dare ai cittadini è che abbiamo la massima fiducia e tranquillità nei vaccini e anche loro devono averla.
Lentamente arriveremo a vaccinare tutti e potremo tornare ad avere una vita normale, anche se ciò non significa che dobbiamo ridurre le misure di precauzione nel frattempo, che vanno comunque mantenute". Anche per Carlo Vernelli, medico in servizio presso la clinica malattie infettive dell'azienda ospedaliera di Terni e uno dei primi a riceve il vaccino anti-Covid all'ospedale di Spoleto, quello di oggi "è un passo importante per il contrasto al Covid e non ho mai avuto alcun dubbio sul fatto di dovermi vaccinare. Nel vaccinarmi ho avvertito un po' di emozione - ha aggiunto -, ma ho la certezza che questo sia il comportamento da adottare a tutti i livelli, dai più giovani agli anziani". Per Fiorenzo Corti, vice segretario nazionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), che ha ricevuto oggi il vaccino a Milano, "l'iniezione è stata tranquilla e indolore.
Quella di oggi è una testimonianza che serve a tranquillizzare i cittadini che nutrono dubbi sul vaccino, sviluppato in tempi molto rapidi. Ci deve essere l'impegno a fare in modo che la maggioranza degli operatori sanitari si vaccini e noi medici di famiglia siamo disponibili a dare il nostro contributo, vaccinando, così come fatto con il vaccino antinfluenzale". Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini degli infermieri (Fnopi), tra i primi a ricevere stamattina il vaccino anti-Covid a Milano, ha sottolineato come vaccinarsi "per un infermiere è un dovere verso i cittadini, verso i colleghi e anche verso la scienza in cui crediamo". In tutta Italia gli infermieri sono stati e sono pronti a vaccinare e farsi vaccinare, da Nord a Sud, rileva la Fnopi, e in molte Regioni le regole seguite hanno voluto proprio che fossero i presidenti degli Ordini di infermieri e medici i primi a cui somministrare il vaccino nel V-Day.
Tra questi c'è stata Lucia Premoli, infermiera della Rianimazione dell'ospedale di Codogno tra gli operatori che hanno assistito il 'paziente 1' Mattia Maestri, la prima ad essere stata vaccinata contro il Covid nel presidio ospedaliero del Lodigiano simbolo della pandemia. L'infermiera ha ringraziato la sua azienda per "l'opportunità che mi ha offerto: essere di esempio per tutti i miei colleghi. Non abbiamo altra strada da percorrere - ha concluso - per tornare a una vita normale".