Pubblica Istruzione
Covid. Ritorno in aula, Veneto archivia i banchi a rotelle
Covid. Ritorno in aula, Veneto archivia i banchi a rotelle
In Sicilia si torna l'8 febbraio, più dad al sud
ROMA, 31 GEN - Tutti in classe, ma solo dopo aver sentito finalmente di nuovo il suono della campanella. Da domani rientrano a scuola gli 8,3 milioni di studenti italiani, compresi i 2,5 milioni delle superiori anche se con percentuali che vanno dal 50 al 75% in presenza, come prevede l'ultimo Dpcm per effetto dell'ordinanza del ministro della Salute che ha portato in zona gialla 14 regioni. Nel Veneto però c'è una novità: sono stati tolti dalle aule e rimessi in magazzino i banchi a rotelle acquistati nei mesi scorsi dal Governo per facilitare il distanziamento tra gli studenti in classe.
La ragione principale dell'accantonamento dei banchi anti-Covid sarebbe che favoriscono l'insorgere di mal di schiena nei ragazzi, come ha riferito l'assessore regionale all'istruzione, Elena Donazzan. La riapertura delle scuole è salutata come una vittoria della ministra Lucia Azzolina che si è sempre battuta per il rientro degli studenti in classe e intorno alla quale il M5S fa quadrato usando parole che sembrano blindare la titolare del dicastero dell'Istruzione anche per il prossimo governo: "Domani tanti ragazzi delle superiori torneranno a frequentare la scuola - affermano gli esponenti del M5S in commissione Istruzione al Senato - Per noi è un passo importante, ottenuto anche grazie al lavoro della ministra Lucia Azzolina e al suo impegno per riportare i ragazzi in presenza. I giovani, la formazione, la cultura digitale sono temi identitari per il Movimento. E così la scuola, che questi elementi li custodisce tutti, e che è un elemento fondamentale nella nostra agenda dei prossimi anni.
La scuola ha bisogno di continuità e deve mantenere la centralità che le è stata faticosamente riconosciuta in questi mesi". Slitta di una settimana il rientro in classe per gli studenti delle scuole superiori della Sicilia (arancione insieme a Puglia, Sardegna, Umbria e provincia di Bolzano): qui le lezioni riprenderanno lunedì 8. In Calabria un'ordinanza firmata dal presidente della Regione Nino Spirlì prevede la presenza in aula al 50% e didattica digitale integrata per tutti gli studenti delle scuole superiori le cui famiglie ne facciano esplicita richiesta.
Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, criticato in queste settimane per aver consentito la didattica digitale integrata a tutte le famiglie che ne facessero richiesta, ha detto due giorni fa che "a scuola vige l'obbligo di presenza, ma l'obbligo di frequenza durante una pandemia è inconcepibile. Chi pretende di dire ad una famiglia 'devi portare per forza fisicamente tuo figlio a scuola', viola il diritto alla salute previsto dalla Costituzione".
Ed ha aggiunto che "la didattica in presenza è pericolosa non solo per la scuola in sé per sé, che potrebbe essere sicura, ma in teoria c'è un milione di persone che va avanti e indietro due volte al giorno ed è una cosa folle". Di qui la decisione: da domani in Puglia riaprono le scuole superiori ma le famiglie degli studenti hanno la possibilità di scegliere tra didattica in presenza al 50% e didattica a distanza, come in Calabria. In Umbria saranno i sindaci, in particolare quelli della provincia di Perugia maggiormente interessata dal contagio da Covid, a decidere Comune per Comune, in base al quadro fornito loro dalla Sanità regionale con un documento inviato in queste ore, la possibilità di chiudere le scuole. Non si va quindi verso un'unica ordinanza regionale proprio per le differenze epidemiologiche del territorio. Il sindaco di Avellino, Gianluca Festa, ha invece deciso di firmare l'ordinanza che posticipa al prossimo 8 febbraio la riapertura in presenza delle scuole superiori della città, in contrasto con quanto avverrà in Campania dove si torna sui banchi domani.