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Covid. Regioni chiedono aggiustamenti a dl, Speranza frena
Covid. Regioni chiedono aggiustamenti a dl, Speranza frena."Serve prudenza". Fedriga, si poteva aprire di più. Oggi 251 morti
ROMA, 18 APR - Le Regioni chiedono un passo in più sulle riaperture, dalle palestre ai ristoranti, dal coprifuoco al pass. Ma il Governo mantiene per ora la roadmap annunciata dal premier Mario Draghi, con le ripartenze graduali a partire dal 26 aprile di diverse attività.
"Guardiamo al futuro con fiducia - ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza - ma serve ancora tanta prudenza: se si fa un passo troppo lungo si rischia poi di dover tornare indietro". A rafforzare gli inviti alla cautela sono i dati delle ultime 24 ore che danno conto di una salita del tasso di positività, arrivato al 5,5% (+0,9% rispetto a ieri).
I nuovi contagiati sono stati 12.694 e 251 le vittime, in calo rispetto alle 310 di ieri. Il papa, intanto, ha esultato per la Preghiera mariana del Regina Caeli recitata dal balcone dopo oltre un mese ai fedeli in piazza: "Mi manca la piazza quando devo fare l'Angelus in Biblioteca", ha detto Francesco.
Per il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, "si poteva riaprire di più, ad esempio le palestre con le lezioni individuali che non sono fonte di particolare contagio. Su qualche dettaglio potremmo collaborare col Governo per migliorare le misure". Più netto il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che plaude alla stagione delle riaperture, ma, avverte, "alcune cose ancora non tornano". Nel mirino,
in particolare, il coprifuoco alle 22 ed il pass per gli spostamenti. Se prima, spiega il governatore, "senza vaccini" si mangiava nelle zone 'gialle' "all'interno di bar e ristoranti", con tutte le norme di prudenza previste, "dobbiamo poterlo fare anche ora, quando riapriremo". Inoltre, aggiunge, "se apriamo i ristoranti la sera, non può restare il divieto di movimento dopo le 22. In Italia si va a cena alle 20.30 o alle 21. Non vedo il bisogno di fare ingozzare gli avventori in pochi minuti perché deve scappare a casa".
Quanto al pass, rileva il governatore ligure, "non tutti i cittadini potranno avere il vaccino nelle prossime settimane, e non per loro scelta. Quindi una persona deve potersi spostare per lavoro, studio e tutte le altre motivazioni già previste. Altrimenti fino a luglio almeno potranno muoversi solo le persone con più di 60 anni, mentre tutti gli altri dovranno aspettare il proprio turno del vaccino, paralizzando il Paese".
Un confronto col Governo le Regioni, insieme ad Anci e Upi, lo chiedono anche sul tema delle scuole, in vista delle riaperture del 26 in presenza e dei relativi problemi legati all'uso dei mezzi pubblici da parte dei ragazzi. "Bisogna rivedere gli orari di entrata ed uscita dalle scuole", osserva Fedriga. Speranza, da parte sua, invita a "tenere insieme due parole: fiducia e prudenza. C'è l'esigenza di ripartire, ma va fatto con gradualità. Non ci sarà un 'giorno X' in cui tutte le misure spariranno.
Dal 26 possiamo permetterci alcune riaperture, ci sarà una fase di transizione non brevissima e avremo ancora più bisogno di evitare assembramenti, usare la mascherina e rispettare le prescrizioni. Chiediamo una mano alle persone, dipende anche dai nostri comportamenti". Il Governo è al lavoro al nuovo decreto da approvare martedì o mercoledì prossimi in Consiglio dei ministri.
Il cronoprogramma delle riaperture è stato stilato, restano diversi dettagli da definire sulle singole attività e relative prescrizioni, anche con l'aiuto del Cts che domani si riunirà per esaminare in particolare il pass che servirà dal 26 a spostarsi tra regioni di diverso colore e per accedere agli eventi che riapriranno, dai concerti allo sport. Nella fase iniziale dovrebbe bastare un certificato che dimostri una delle tre condizioni richieste: vaccinazione, test negativo nelle ultime 48 ore, avvenuta guarigione. In seguito, tra le ipotesi c'è anche quella di una app con un codice Qr da esibire sul modello del pass europeo che Bruxelles intende attivare dall'estate.
Sul coprifuoco, nonostante le critiche di FdI e della pressione di Matteo Salvini e di alcuni presidenti di Regione, sarà mantenuto il limite delle 22. Anche sul no alle attività al chiuso al Governo sembra prevalere la linea rigorista, con una possibile rivalutazione in base ai dati dei contagi nella seconda metà di maggio