Cronaca

Covid: Dia, controllo amministrativo preventivo su appalti

Covid: Dia, controllo amministrativo preventivo su appaltiDirettore Vallone, strumento consentirebbe di non bloccare gare

ROMA, 24 FEB - Un 'controllo amministrativo preventivo' da parte dei prefetti, non sulle imprese che partecipano ai bandi ma sull'appalto stesso. Con l'arrivo dei fondi del Recovery la Direzione investigativa antimafia lancia una proposta per evitare che gli infiniti ricorsi blocchino le gare e allo stesso tempo garantire allo Stato uno strumento concreto per monitorare possibili infiltrazioni mafiose. A spiegarla è il direttore della Dia Maurizio Vallone, una lunga esperienza nella lotta alle mafie, da quella al clan dei casalesi fino a quella alle 'ndrine da questore di Reggio Calabria. "Uno dei grandi problemi delle interdittive antimafia - argomenta Vallone - sta nel fatto che se l'impresa viene esclusa dall'appalto, o si aspettano le decisioni dei tribunali amministrativi, ritardando di anni la realizzazione delle opere, una scelta grave e che lo sarebbe ancora di più in una situazione di pandemia, oppure si assegna la gara alla seconda classificata, aprendo però la strada a contenziosi milionari se la ditta esclusa dovesse vincere". Come se ne esce dunque? La soluzione avanzata dalla Dia è quella di utilizzare l'articolo 34 bis del Codice Antimafia, con la differenza che il controllo spetterebbe ai prefetti e non sarebbe sull'impresa quanto sull'appalto. "Sulla base del 34 bis, quando un tribunale ritiene che ci siano elementi da approfondire - spiega ancora Vallone - anziché interdire la ditta, si stabilisce un controllo giudiziario per sei mesi nei quali l'impresa continua ad esercitare nel pieno delle sue funzioni, ma deve rendere conto al delegato del tribunale di ogni sua operazione. Invece, in via amministrativa, per similitudine, il prefetto potrebbe rilasciare la certificazione antimafia operando, però, un controllo su tutto l'appalto, conto corrente unico, elenco fornitori e subappaltatori. Il controllo termina alla conclusione dell'appalto". Così facendo, è la conclusione del direttore della Dia, "lo Stato ha la sicurezza del controllo dell'appalto, un controllo leggero e non invasivo. Ma se dobbiamo velocizzare le procedure non possiamo tenere bloccati gli appalti, servono strumenti veloci e speditivi ma che garantiscono l'impermeabilità dell'appalto a fronte degli appetiti criminali". (AN