Covid. Anonimato e niente Gps, Ue detta regole per l'app. Plauso da Garante Soro. In Europa c'è già
Cronaca Lombardia Milano

Covid. Anonimato e niente Gps, Ue detta regole per l'app. Plauso da Garante Soro. In Europa c'è già

giovedì 16 aprile, 2020

Covid. Anonimato e niente Gps, Ue detta regole per l'app. Plauso da Garante Soro. In Europa c'è già progetto idoneo 

MILANO, 16 APR - Anonimato e niente geolocalizzazione, sì a bluetooth e volontarietà. L'Europa detta le regole per un'app di tracciamento del contagio da coronavirus e sostiene un approccio comune dei governi nel costruire una piattaforma tecnologica che, insieme ad altre misure, possa aiutare a gestire la cosiddetta 'fase 2'. In Italia la scelta è nelle mani del governo e della task force di Vincenzo Colao. Mentre il garante Antonello Soro plaude ai principi fissati dall'Ue. 

E in Europa ci sarebbe già un progetto che soddisfa i criteri di Bruxelles. "I Paesi Ue stanno convergendo verso un approccio comune" con "soluzioni che minimizzano il trattamento dei dati personali", scrive la Commissione nel documento stilato in collaborazione con i governi. Oltre ai requisiti di volontarietà e interoperabilità tra Stati, già ribaditi, l'Ue si sofferma in particolare sulla tecnologia giudicata più idonea per le app di tracciamento, cioè il bluetooth. 

Le app, spiega, devono "stimare con sufficiente precisione" (circa 1 metro) "la vicinanza" tra le persone per rendere efficace l'avvertimento se si è venuti in contatto con un positivo al Covid-19. "I dati sulla posizione dei cittadini non sono necessari né consigliati ai fini del tracciamento del contagio" sottolinea Bruxelles escludendo dunque la geolocalizzazione e precisando che l'obiettivo "non è seguire i movimenti delle persone o far rispettare le regole" perché questo crea "rilevanti problemi di sicurezza e privacy". 

Per mantenere l'anonimato, è previsto che le app utilizzino un ID (codice d'identificazione utente, ndr) "anonimo e temporaneo che consenta di stabilire un contatto con gli altri utenti nelle vicinanze". Il Garante italiano per la privacy, Antonello Soro, che pochi giorni fa ha ipotizzato per l'app italiana "una norma di rango primario, anche un decreto-legge", oggi plaude ai principi fissati dall'Ue "perfettamente in linea" con le indicazioni contenute nel parere - di cui è stato relatore - reso pochi giorni fa dall'Edp, il Comitato che riunisce le Autorità garanti europee. In Europa esiste già un progetto che potrebbe soddisfare i criteri europei, su cui stanno convergendo Francia e Germania. 

Si chiama Pepp-Pt (Pan-European Privacy-Preserving Proximity Tracing) è stato messo in piedi da un gruppo di 130 scienziati e 32 fra aziende e istituti di ricerca di 8 Paesi (tra cui la Fondazione ISI di Torino). 

Tra i partner del progetto c'è Vodafone (di cui Colao è stato a lungo amministratore delegato) e anche Bending Spoons, la software house con cui collabora Luca Foresti del Centro Medico Santagostino. Queste due ultime realtà, insieme a Jakala, hanno progettato l'app italiana che, secondo indiscrezioni, sarebbe in cima alla lista che il ministero dell'Innovazione ha consegnato pochi giorni fa al premier Conte dopo l'esame di oltre 300 proposte. Ora spetta al governo nella sua collegialità e alla task force di Vittorio Colao prendere una decisione su contenuti e tempi dell'app di tracciamento


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