Politica
Covid-19. Da prefetti stop a 2296 aziende, controlli luoghi lavoro
Coronavirus. Da prefetti stop a 2296 aziende, controlli luoghi lavoro. Viminale richiama distanze e ingressi dilazionati in negozi
ROMA, 15 APR - Fino all'8 aprile i prefetti hanno 'spento' 2.296 aziende che non erano legittimate ad operare, sulle 105.727 che hanno inviato la comunicazione di prosecuzione dell'attività, dopo le chiusure decise dal Governo. E gli stessi prefetti - invitati a velocizzare le pratiche (sono 38.534 le istruttorie in corso) - potranno affidare alla Guardia di finanza i controlli sulla veridicità delle comunicazioni e chiedere la collaborazione di Asl e Ispettori del lavoro per monitorare l'osservanza delle precauzioni "dettate per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro e la sussistenza di adeguati livelli di protezione dei lavoratori". Lo prevede una circolare firmata dal capo di Gabinetto del ministero,
Matteo Piantedosi, che ricorda anche l'obbligo di assicurare, per gli esercizi commerciali non sospesi, "oltre alla distanza interpersonale di un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all'interno dei locali più del tempo necessario all'acquisto di beni". La direttiva del Viminale fa seguito al decreto del presidente del Consiglio del 10 aprile scorso che conferma la sospensione di tutte le attività produttive industriali e commerciali, ad eccezione di quelle indicate, ed amplia le attività consentite. I prefetti sono invitati ad accelerare le istruttorie sulle richieste di autorizzazione a proseguire l'attività presentate dalle aziende.
E per una serie di queste (dall'aerospazio alla difesa alle altre industrie strategiche per l'economia nazionale) ora basta la "preventiva comunicazione al prefetto", mentre in precedenza occorreva "l'autorizzazione". Dunque, per quanto riguarda le richieste di autorizzazione "non ancora definite o decise negativamente", la circolare sollecita i prefetti ad accelerare le pratiche per "verificare se le stesse possano considerarsi come comunicazioni legittimamente presentate". Infatti, segnala il capo di Gabinetto, "poichè le imprese che hanno in precedenza presentato tali richieste potranno ora beneficiare di un immediato avvio dell'attività, in attesa degli esiti delle verifiche sottese all'eventuale sospensione", è evidente che i prefetti "dovranno dedicare una particolare attenzione all'esigenza di una celere definizione delle relative istruttorie".
L'eventuale provvedimento di sospensione di attività può essere adottato dal prefetto "sentito il presidente della Regione interessata". Le imprese che comunicano la prosecuzione dell'attività potranno ricevere controlli da parte della Guardia di finanza "a mezzo di disamine documentali, tramite le banche dati in uso e, ove necessario, rilevamenti presso le sedi aziendali". La circolare ricorda infine che "continuano a trovare applicazione le misure più restrittive adottate dalle Regioni, anche d'intesa con il ministero della Salute, relativamente a specifiche aree dei rispettivi territori regionali".