Cosi e' (se gli pare)

Così è (se gli pare). "Una mamma imperfetta", web-serie su Corriere.it

ROMA, 9 MAGGIO 2013 - “House of Cards” è una serie televisiva statunitense adattata da Beau Willimon per il servizio di streaming Netflix, prodotta e interpretata dal premio Oscar Kevin Spacey. Oggi più che mai le web-serie sono prodotti ben strutturati realizzate grazie al contributo di veri e propri professionisti. In Italia, lunedì 6 maggio ha debuttato “Una mamma imperfetta” su Corrire.it.[MORE]

“House of Cards” è una web-serie che sta avendo un enorme successo negli USA, prodotta e interpretata da Kevin Spacey. È la prova che anche in rete si può produrre qualcosa di alta qualità e non sono nei grandi network?

Credo che sia la prova che molto sta cambiando nel mondo della comunicazione e dell’intrattenimento. Il cambiamento è frutto di continue evoluzioni tecnologiche alle quali fanno seguito evoluzioni sociali, ed è anche una conseguenza della crisi globale che stiamo vivendo. La necessità di intrattenere e comunicare non viene mai meno e la mancanza di risorse economiche (mancanza in molti casi decisamente relativa) porta alla necessità di aguzzare l’ingegno. Il computer poi, nell’accezione sempre più aggiornata e proiettata in avanti, è il nostro presente, presente progressivo e futuro. Ci sono quindi nuovi mercati e spazi da conquistare, le web-serie sono una grande risorsa; nate in principio come audiovisivo autoprodotto, con nessun tipo di budget, sono cresciute rapidamente passando da prodotti semi-professionali a serie ben strutturate realizzate con il contributo di grandi professionisti e grandi attori. Il fenomeno crescerà ancora, ma forse qualcosa della prima genuinità già si è perso.

Da lunedì 6 maggio debutterai con “Una mamma imperfetta” su Corriere.it. Ogni giorno alle ore 13 otto minuti circa sui problemi che tutte le madri si trovano a dover gestire quotidianamente. Ci racconti per quali motivi hai accettato di far parte di questa nuova avventura?

Una serie per il web più il corriere.it e la Rai è sicuramente qualcosa che incuriosisce. All’epoca del provino ignoravo che si trattasse di una web-serie, io pensavo fosse un film per il cinema, solo dopo essere stato scelto mi è stato detto in quale tipo di progetto stavo per imbarcarmi. Mi piaceva molto l’idea di lavorare con Cotroneo, ma non mi esaltava l’idea della serie per il web. Io sono un po’ vecchio stile e fino a poco tempo fa per me le serie erano solo per la tv. È stata una piacevole scoperta e una rivelazione, soprattutto per il sistema di lavoro e per il codice di comunicazione che bisogna adottare per arrivare al pubblico di riferimento. I tempi di lavorazione sono più rapidi, più stretti, sicuramente per via dei budget comunque ridotti rispetto alle serie tv e al cinema. Il lavoro dell’attore è, in un prodotto del genere, diverso rispetto alla classica serie tv: la macchina da presa c’è e il rapporto con essa è in genere più istintuale e immediato, ma a volte anche più costruito in funzione del fatto che l’attenzione di chi ti segue è più difficile da catturare. Un nuovo mezzo col quale imparare a misurarsi.

Il regista Ivan Cotroneo recentemente ha dichiarato come l'idea della quotidianità sia l’espediente narrativo che ha portato lui e suoi produttori a creare uno spazio quotidiano che però non fosse la tradizionale soap televisiva, perché in quel modo avrebbe perso la dimensione della spontaneità. Una web serie può portare ad una maggiore immediatezza? Non rischia di portare ad una frammentazione della storia?

Una storia scritta appositamente per il web tiene conto dei tempi e dei ritmi connessi al mezzo al quale si fa riferimento, e soprattutto tiene in considerazione, come avviene rispettivamente anche per la televisione e per il cinema, il pubblico al quale si rivolge. Ogni mezzo di comunicazione, come ogni forma di intrattenimento, ha il proprio linguaggio, i propri spettatori o fruitori; i prodotti rispondono alle caratteristiche richieste dal mezzo, dal committente e dal pubblico. Il successo, mai garantito o scontato, è il giusto dosaggio nella risposta alle tre istanze.

« Quello del Corriere ci è sembrato il luogo ideale per quello che avevamo in mente. Così come l'immediatezza del web si sposa perfettamente con l'idea narrativa del diario. Al cinema gli attori non devono guardare in macchina, dritto negli occhi dello spettatore. Sul web invece la possibilità che scatti questo tipo di identificazione è fondamentale, come se i miei personaggi si mettessero a bussare sullo schermo per attirare l'attenzione di chi sta dall'altra parte», ha detto il regista. È davvero così?

La partecipazione sul web è molto più attiva rispetto alla televisione. Internet è la nuova piazza, è luogo di incontro virtuale dove essere finalmente se stessi o qualcosa di totalmente altro. I social network hanno soppiantato i diari, gli album di famiglia, le conferenze, alcune riunioni e per alcuni anche il classico referendum. Una serie del tipo di “Una mamma imperfetta” è una finestra aperta sulla vita di una donna normale (o quasi) e sulle esistenze delle persone che intorno a lei ruotano. Lo spettatore è chiamato in causa quasi si trattasse di una conversazione su Skype.

Una serie tv che debutta in rete. Il web sostituisce ora la televisione sotto diversi aspetti; dalla politica grillina costituita da sondaggi e non solo alla connessione internet nelle metropolitane americane. Il web sostituirà completamente i più importanti mezzi di comunicazione?

Io credo che internet sia già il più importante mezzo di comunicazione. Tutto passa dal web, le ricette della torta di mele come le rivoluzioni. Non dimentichiamo che la primavera araba ha visto i suoi primi giorni grazie anche ad internet e alla sua capacità di divulgazione. La “stella” del Beppe Grillo post-televisivo ha ricominciato a brillare in un blog seguitissimo. Nel bene e nel mal internet offre visibilità a tutti: molti degli assassini che hanno compiuto stragi negli ultimi anni avevano precedentemente preannunciato via web le loro folli intenzioni. Le domande che mi pongo a riguardo sono principalmente due: per quanto tempo esisterà ancora la televisione come la conosciamo adesso? La libertà del web è vera o apparente?

Alessandro Bertolucci e Giulia Farneti