Cosi e' (se gli pare)
Così è (se gli pare). I profeti non esistono
ROMA, 25 LUGLIO 2013 - L'Italia va incontro alla rivolta. Forse non alla guerra civile, ma sicuramente a problemi di ordine pubblico. É il pensiero di Gianroberto Casaleggio che, in un'intervista a Gianluigi Nuzzi pubblicata sul blog di Beppe Grillo, spiega: "Io penso che il Paese avrà nei prossimi mesi, non so quanti, uno shock economico”. L’Italia sta attraversando una pesante crisi economica e politica, dura ormai da tempo, troppo. È tuttavia un Paese che, a differenza di molti altri, dopo una caduta è sempre riuscito a rialzarsi. [MORE]
Disordini , rivolte e tracollo economico. Questa è la profezia di Casaleggio, guru del M5S. Sostiene infatti che nei prossimi mesi l’Italia avrà uno shock economico che potrebbe portare a un vero cambiamento. Il progetto di rinnovamento del Paese da parte del Movimento di Beppe Grillo resta sempre quello di conquistare il 51 % dei consensi elettorali. Il M5S riuscirà a “salvare” l’Italia?
Le affermazioni di Casaleggio sono il risultato di studi sociologici, non c’è niente di profetico. Chi ha studiato sociologia in modo un po’ meno che scolastico sa che la china presa dall’Italia, ma anche dall’intero Occidente, è stata prevista anni fa da eminenti studiosi puntualmente inascoltati. I disordini ci saranno, come pure il tracollo economico, bisogna prenderne atto. La crisi accentua le differenze economiche, assottiglia la classe media, aumentando il numero dei meno abbienti e incrementa i profitti dei ricchi che, come sempre, riescono a trarre profitto dalla situazione di crisi. A questo si aggiunge la situazione specifica italiana e dal punto di vista finanziario e dal punto di vista politico. Il fatto poi che la politica sia parte del problema anziché fucina di idee e soluzioni dona quel tocco farsesco di cui non riusciamo mai a fare a meno. Il Movimento 5 Stelle non è certo la salvezza, ma anche l’attuale governo dagli equilibri precari, con i “mal di pancia” del Pdl e gli “sdoppiamenti di personalità” del Pd, non dimostra quel dinamismo necessario in un momento (più che momento direi epoca) così difficile.
Per l’altra anima del M5S, le istituzioni politiche saranno sostituite. «La parola democrazia digitale è una parola molto più ampia del concetto di democrazia diretta. È la democrazia diretta che si sta imponendo», così ha detto Casaleggio. I partiti hanno i giorni contati, secondo te?
Ormai di giorni ne abbiamo contati a migliaia e la politica italiana è sempre uguale a se stessa. I partiti in Italia non scompariranno, e non credo neanche che sia giusto farli scomparire, ma rifondarli sì! Bisogna ripartire dalle idee e non dai volti, bisogna ritornare al bene comune e abbandonare l’interesse di pochi. Questo si sente dire in continuazione e non avviene mai, per questo mi aspetto i disordini, è per disperazione che prima o poi qualcuno si rivolterà.
Il M5S agisce in particolare sul web; in Italia la stragrande maggioranza dei cittadini non è collegata alla rete. Internet è un processo globale che non è uguale solo alla politica, ma soprattutto all’economia. Casaleggio ha affermato che economia vuol dire ristrutturazione delle aziende, integrazione. «Non essere all’interno dello sviluppo di internet vorrebbe dire confinarsi in un atollo del Pacifico». Rispetto ad altri Stati, noi abbiamo una parziale diffusione di internet. Perché il Movimento di Grillo non ha avuto una così grande estensione della rete?
Da notare non è tanto il successo o l’insuccesso del movimento di Grillo, quanto la scarsa diffusione di internet in questa Italia che è rimasta indietro nella corsa alle nuove tecnologie, nella ricerca, nello sviluppo di energie alternative. Eccellenza fa coppia con eccezione nel nostro Paese martoriato da tagli indiscriminati e anni di politica “peracottara”.
L’andamento dei 5 Stelle è il linea con il risultato ottenuto alle politiche. Se ci fosse un’ipotesi di governo Pd – M5S, Csaleggio uscirebbe dal Movimento. Vede bene Giorgio Napolitano anche se ha dei limiti, ovvero l’età e il fatto che sia in politica oramai da troppo tempo. È necessario un ricambio politico? Matteo Renzi potrebbe essere il cambiamento tanto desiderato?
La finanza, la crisi, ma più materialmente, i problemi quotidiani di noi italiani marciano a ritmi molto diversi rispetto a quelli del nostro Parlamento che da anni ha sacrificato l’ampio respiro della prospettiva e della pianificazione del futuro (l’uso ormai quotidiano del decreto legge che da provvedimento d’urgenza è diventato l’iter normale ne è un esempio eclatante), per il fiato corto di chi arranca correndo dietro alle problematiche del momento. Quante volte abbiamo parlato di ricambio politico? Di nuove energie, nuove facce? A questo punto, con le lancette che girano a velocità sempre maggiore, anche Renzi è vecchio, vecchio come idee, come ingranaggio politico di un meccanismo vecchio. Allora forse ci vuole proprio uno scossone, ma non da Grillo con i suoi, che sono già vecchi.
Tra catastrofismo dell’opposizione e ottimismo del governo, chi rimane in mezzo ai problemi reali dell’Italia sono sempre i cittadini che rischiano di essere travolti dalla politica delle chiacchiere. Il Paese reclama fatti concreti: una politica dei redditi più giusta, un fisco più equo e una radicale riforma del lavoro. L’Italia ha bisogno di una svolta, com’ è possibile attuarla?
La svolta si può attuare solo con una sana e salda maggioranza politica capace di fare scelte coraggiose. Il che significa che non sarà questo governo. La maggioranza non è coesa come ci vogliono dare ad intendere, e in quanto a sana…lasciamo perdere. Una corretta politica fiscale, una riforma del lavoro e tutte le altre decisioni che devono necessariamente essere prese hanno bisogno di essere accompagnate da una rinnovata fiducia nelle istituzioni e nei nostri rappresentanti. Tanto per iniziare sarebbe opportuno rispettare la divisione dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Poi sarebbe incoraggiante vedere la nostra classe politica partecipare più attivamente ai sacrifici che i normali cittadini affrontano giornalmente, il che significa non solo eliminare i privilegi ma anche una corretta comunicazione fra istituzioni e cittadini: meno protagonismi, meno voci fuori dal coro, maggiore decoro. In due parole: etica e protocollo.
Giulia Farneti e Alessandro Bertolucci