Salute

Cosenza: intervento della Fp Cgil sulla sanità cosentina

COSENZA, 24 FEBBRAIO 2013- Di seguito la nota diffusa dalla Fp Cgil.

A distanza di dieci giorni dal taglio del nastro, finalmente l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza ha un nuovo Pronto Soccorso, certamente più accogliente di quello vecchio. Sono stati cronometrati i tempi per raggiungere i reparti più “caldi” e sembrano soddisfacenti, sebbene una rilevazione notturna è diversa da quella degli orari di punta.

Forse non tutti gli impianti sono perfettamente funzionanti e in sicurezza, anche se gli uffici preposti hanno certificato i requisiti per l’accreditamento. La promessa del Direttore Generale è di trasferire nel nuovo plesso anche la Rianimazione e la Cardiologia entro venti giorni, e tutti speriamo che sia mantenuta. Intanto è stato necessario reperire personale sanitario, come quello proveniente dal Santa Barbara di Rogliano, che per questo è stato costretto a sospendere l’attività chirurgica e rimandare a casa pazienti già prenotati. E sarà necessario richiedere altre prestazioni aggiuntive, ricorrendo a specialisti che abitualmente svolgono tutt’altra attività all’interno dell’ospedale, e che sono molto costose. Non vorremmo che diventasse una pratica corrente, come quella che da due anni viene utilizzata per consentire i ricoveri nel reparto di Ortopedia, in barba alla continuità assistenziale, ma anche al Piano di rientro e ad ogni politica di revisione della spesa. Oltre che aggirare le regole, significherebbe continuare a sperperare risorse che potrebbero permettere l’assunzione stabile di qualche giovane o meno giovane operatore.

A nessuno è sfuggito che tanta fretta, dopo anni di attesa e a pochi giorni dal voto, avev\a un sapore di bassa propaganda elettorale. Forse sarebbe stato più serio, ed anche più opportuno, prima di inaugurare il DEA, avere tutti i locali in ordine e le apparecchiature ben collaudate, riunire i reparti specializzati che caratterizzano un Dipartimento di Emergenza e Accettazione e il personale necessario a farle funzionare, elaborare un “piano per l’emergenza” di collegamento con gli altri reparti dell’Annunziata e con gli stabilimenti ospedalieri Mariano Santo e Santa Barbara. Ci auguriamo che nessuno ne debba pagare qualche conseguenza negativa, che si tratti di pazienti o di personale sanitario, perché allora la misura sarebbe colma, come giustamente lamentano alcuni sindacati di medici e dirigenti sanitari in un documento diffuso durante una riunione con l’Azienda ospedaliera.
In ogni caso vogliamo mettere l’accento sul comportamento fortemente contraddittorio di questa amministrazione, che all’apparenza si prodiga per migliorare tecnologicamente l’ospedale di Cosenza e fargli riacquistare quel ruolo di presidio di secondo livello che nel tempo è andato perdendo, mentre le politiche messe in atto e le delibere approvate vanno in tutt’altra direzione.

L’Azienda ospedaliera di Cosenza ha deciso di coprire 17 posti di dirigente medico a tempo indeterminato, di cui 9 primari, sfruttando la deroga al blocco del turn-over. La deroga può essere concessa solo per garantire i Livelli essenziali di assistenza, attraverso un decreto inter-ministeriale, dopo il vaglio del Tavolo Massicci, e dopo che la struttura commissariale avrà raccolto e confrontato le richieste di tutte le aziende sanitarie della regione. Ci chiediamo: perché l’Azienda ospedaliera di Cosenza ha scelto di coprire soprattutto posti di primari, che non partecipano ai turni di reparto, ed ha scelto di privilegiare specialità che nulla hanno a che fare con l’emergenza o che sono addirittura fuori dai LEA (quali la Terapia antalgica o la Odontoiatria)? Perché l’Azienda non si è posto il problema di fare un concorso per andare incontro ai tanti dipendenti assunti con contratti a temine, che da anni lavorano in regime di precariato?

Sarà ben difficile che quella deroga venga concessa, ma intanto è stato messo un tassello, forse in attesa di sviluppi favorevoli a qualcuno che gode di alte protezioni. Ed un altro tassello si ritrova nell’Atto aziendale, che ovviamente deve prevedere quegli incarichi di direzione. Anzi in alcuni casi promuove a primari quelli che non lo erano, o viceversa ne declassa altri, secondo un disegno apparentemente privo di senso. Sono stati previsti reparti, servizi e uffici senza un progetto di sviluppo aziendale e senza un indirizzo a specifiche specializzazioni, che supportino attività assistenziali o diagnostiche reali, ma presumibilmente destinati ad accontentare i professionisti più vicini, tant’è che lo stesso decreto di approvazione ne ha disposto la soppressione. L’impressione è che si è disposti a sacrificare, per fini clientelari, quella funzione di perno (hub) della rete ospedaliera provinciale, che spetta a questo ospedale.

Il decreto di approvazione, firmato da Scopelliti il 12 febbraio, impone una serie di prescrizioni, osservando le quali l’Atto aziendale diverrebbe immediatamente esecutivo. Noi abbiamo forti dubbi sul fatto che ciò sia possibile e che sia legittimo approvare una nuova organizzazione, prima che la Regione stessa riscriva le linee guida, come ordinato dal Tavolo Massicci. Pensiamo che Scopelliti e Gangemi stiano tentando di accelerare i processi, ma non nell’interesse collettivo, e ci opporremo con tutti gli strumenti a nostra disposizione a queste scelte ed a questa operazione. Raccoglieremo tutte le obiezioni e le legittime aspettative degli operatori, insieme a tutte le lamentele dei cittadini eventualmente danneggiati, e ci rivolgeremo al TAR per sapere se ciò che è stato fatto in queste settimane poteva essere fatto con queste modalità. Non vogliamo fare polemiche di parte, ma non possiamo accettare che l’ospedale di Cosenza migliori solo la facciata, mentre in realtà sta facendo altri passi indietro nel tempo. Tra qualche giorno sarà comunicata la nuova data della manifestazione di protesta unitaria CGIL-CISL-UIL, rinviata per l’allarme neve del 9 febbraio: una data post-elettorale, a dimostrazione che la nostra battaglia sulla sanità non ha fini strumentali.[MORE]