"Cose nostre - Malavita" di Luc Besson, De Niro fa il Soprano stonato

COSE NOSTRE - MALAVITA DI LUC BESSON: LA RECENSIONE - Besson ci propina De Niro nell'ennesima versione funny boss, in un'agile quanto inutile commedia sulla famiglia (mafiosa) e per la famiglia.

Com'è andata oggi? - chiede il padre. Bene! - risponde in coro la famigliola, senza aggiungere altro. In particolare, la madre (Michelle Pfeiffer) aveva fatto saltare un supermercato a corto di burro di arachidi, la figlia (Dianna Agron) aveva pestato un pretendente troppo audace a scuola, fregandogli l'auto; il figlio (John D'Leo) era stato malmenato, ma aveva messo in atto una complessa strategia di vendetta. Questo è l'allegro clan dei consanguinei di Giovanni Manzoni (Robert De Niro), boss mafioso nel programma di protezione testimoni dell'FBI, costretto all'ennesimo trasferimento, questa volta in Normandia e sotto le mentite spoglie di pseudo-scrittore, in un paesino nel nulla, sempre sotto l'occhio vigile dello scorbutico supervisore (Tommy Lee Jones). Gli yankees cercheranno d'integrarsi a suon di barbecue nella diffidente comunità francese, mentre dalla prigione qualche vecchio rivale proverà ad orchestrare una missione punitiva.[MORE]

MALAVITA DI TUTTI I GIORNI - Tratto dal romanzo Malavita dello scrittore, sceneggiatore e fumettista francese figlio d’immigrati italiani Tonino Benacquista, Cose nostre - Malavita è diretto da Luc Besson con in mente più di una suggestione cinematografica, a partire dalla benedizione morale di Martin Scorsese, produttore esecutivo. Le irritanti citazioni a manetta, anche esplicite, di Quei bravi ragazzi vorrebbero cascare a fagiuolo, per quanto il sorrisetto di De Niro faccia piuttosto ricordare la buonanima di Gandolfini ne I Soprano. Certo, questa ennesima variazione semi-farsesca sul tema della famiglia malavitosa, vivacchia di tiepida spiritosità e d'un trio di mammasantissima al cast (Pfeiffer-De Niro-Lee Jones), rinunciando non solo ad ogni complicazione drammatica, ma in fin dei conti anche all'azione, un disimpegno altrove ben più efficace (vedasi il recente Uomini di parola, con Walken ed Al Pacino che non danno tregua), e risultando semmai un bislacco ibrido in versione Mario Puzo tra Giù al nord e la recente commedia di fuorilegge svitati Come ti spaccio la famiglia.

Prevalgono, infatti, i clichè da macchietta sull'integrazione della famiglia in Francia, con trovate nemmeno troppo brillanti da monellesca cricca di delinquenti e larghi tratti da commediucola americana - specie nelle vicende dei figli, alle prese con bulletti e primi amori: humour rosa più che nero. Vorrebbe essere gustoso, come il piatto di peperoni e patate che la Pfeiffer prepara ai due gorilloni dell'FBI messi a guardia del marito: ma come i peperoni, può risultare pesante e indigesto.

Il boss De Niro prova a far sentire il proprio carisma - ma la sensazione è simil-cinematografica: con ruoli di questo tipo, per quanto gestiti con consumata esperienza, lo si sta invero pensionando anzitempo. Lee Jones gioca di grinze e rughe tipo il cane di famiglia - che si chiama, che arguzia, Malavita - mentre la Pfeiffer sarebbe stata perfetta per uno spin-off da moglie del boss con tendenze piromani. Che mancano ad uno scolastico Besson, nè pirotecnico nè davvero divertente. Capita, quando si cercano di raccontare barzellette sui mafiosi come lo si farebbe in Italia, con poco gusto, sui carabinieri.



USCITA CINEMA: 17/10/2013
GENERE: Drammatico, Thriller
REGIA: Luc Besson
SCENEGGIATURA: Luc Besson, Michael Caleo
ATTORI: Robert De Niro, Michelle Pfeiffer, Tommy Lee Jones, Dianna Agron, Jon Freda, Dominic Chianese, Domenick Lombardozzi, David Belle, Vincent Pastore, Joseph Perrino, Paul Borghese
FOTOGRAFIA: Thierry Arbogast
MONTAGGIO: Julien Rey
MUSICHE: Evgueni Galperine, Sacha Galperine
PRODUZIONE: EuropaCorp, Malavita, Relativity Media
DISTRIBUZIONE: Eagle Pictures
PAESE: Francia, USA 2013
DURATA: 112 Min
FORMATO: Colore

Antonio Maiorino
Critico cinematografico e d'arte
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