Cronaca
Cosa succede in città? Bologna tra inquinamento acustico e decisioni del Tar
BOLOGNA, 29 LUGLIO 2012 – Per il Tar non ci sono dubbi, i comitati antidegrado hanno ragione ogni permesso concesso per sforare il limite dei decibel e da considerarsi annullato. Ma ora cosa cambierà in città? Le decisioni ufficiali verranno prese martedì prossimo, giorno nel quale è prevista la riunione della Giunta. Secondo quanto spiegato dai giudici amministrativi, le concessioni dovrebbero essere dispensate caso per caso e non, com'è successo nel caso della deroga 80, in maniera cumulativa. Così, si cercherà di analizzare la “compatibilità degli eventi con i limiti della delibera della giunta regionale 45/2002 che fissa tetti quantitativi, limiti di orario e di rumorosità”. [MORE]
Si è anche accusato Palazzo d'Accursio di non essersi dotato di regolamento acustico comunale (cosa di cui si riparlerà a settembre), così il limite a cui attenersi è di 70 decibel. È di tutt'altro avviso l'avvocato dei comitati, secondo il quale “con la sospensione della delibera rivive la normativa di zonizzazione acustica precedente, che prevede 50-55 decibel a partire dalle 22”. “Se il comune non rispetterà tali limiti – sottolinea l'avvocato Antonello Tomanelli – si profila il reato di inosservanza dei provvedimenti dell'autorità, ex art. 650 del codice penale”.
Per l'esponente del PD, Raffaella Santi Casali, la questione è abbastanza semplice: “dove abita la gente, bisogna che la gente dorma”. E torna sul piede di guerra anche la presidente del quartiere san vitale: secondo Milena Naldi la sentenza del Tar non è stata affatto una cosa straordinaria, “era prevedibile”, conclude. Brutte notizie anche per l'assessore Ronchi. Per lui sarebe in arrivo una querela. Secondo i comitati antidegrado parte della colpa è da addossare all'assessore alla cultura: “ha istigato a delinquere!” ha annunciato Giuseppe Sisti, portavoce dell'associazione “Piazza Verdi e dintorni”.
Cecilia Andrea Bacci