Chiesa e Società
Cosa devi sapere sul Sacramento della Confessione?
5 MARZO 2015 - Comprenderemo il Sacramento della confessione se sapremo e conosceremo che il peccato nella sua essenza è distacco da Dio, allontanamento da Lui. Esso non è una nozione filosofica, teologica, morale, spirituale esterna all’uomo. È invece morte del nostro essere, smembramento del nostro spirito, lacerazione del nostro corpo, divisione all’interno di noi stessi. [MORE]
Ci aiuterà nella nostra meditazione e riflessione il Salmo di Davide, composto dopo la triste esperienza del suo adulterio e dell’uccisione in battaglia del marito di Betsabea. Davide sa di aver insultato il Signore. Questo insulto ha infangato la sua anima, il suo spirito, lo stesso suo corpo. Lui si sente sporco, sudicio, imbrattato di male. Il peccato è come un macigno sul suo spirito, sul suo corpo, sulla sua anima. Si sente oppresso. La coscienza gli morde. Avverte tutta la gravità di quanto da lui è stato fatto. Si vede bisognoso di essere lavato, purificato, mondato. Chi potrà fare questo è solo il Signore. Solo Lui può rimettere la malizia di ogni trasgressione. Solo Lui può perdonare il peccato dell’uomo. Solo Lui può risuscitare il peccatore.
Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro. Sì, le mie iniquità io le riconosco, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto: così sei giusto nella tua sentenza, sei retto nel tuo giudizio. Ecco, nella colpa io sono nato, nel peccato mi ha concepito mia madre. Ma tu gradisci la sincerità nel mio intimo, nel segreto del cuore mi insegni la sapienza. Aspergimi con rami d’issòpo e sarò puro; lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia: esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe.
Davide sa che non è sufficiente il perdono del peccato per essere immuni dal ricadere nuovamente nella trasgressione e violazione della legge santa di Dio. Occorre che il Signore crei in lui un cuore puro e uno spirito saldo. Occorre una nuova creazione per non peccare e questa sarà il frutto dello Spirito Santo. Il peccatore perdonato, redento, santificato diviene messaggero, araldo perché gli altri peccatori facciamo anch’essi ritorno al Signore.
Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non scacciarmi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. Rendimi la gioia della tua salvezza, sostienimi con uno spirito generoso. Insegnerò ai ribelli le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. Liberami dal sangue, o Dio, Dio mia salvezza: la mia lingua esalterà la tua giustizia. Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode. Tu non gradisci il sacrificio; se offro olocausti, tu non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio; un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi (Sal 51,1-21).
Un tempo ci si lamentava che si era persa la coscienza del peccato. Oggi questo limite è stato abbondantemente superato. Siamo nell’era nella non distinzione tra bene e male, giusto e ingiusto, santo e profano, vero e falso. Quanti si confessano quasi tutti mancano della vera visione del peccato che è insulto, offesa contro il Signore. Si considerano solo gli effetti umani. Si ignorano quelli divini che sono la vera gravità di ogni peccato. In più il peccato è visto come atto in se stesso. Tutto finisce con l’assoluzione. Invece nessuno pensa che con l’assoluzione tutto comincia. Chi è stato perdonato, chi sente di avere offeso Dio, di certo vorrà non più offenderlo ed è questo il proponimento necessario perché il peccato possa essere cancellato dal potere delle chiavi. Più grande è il dolore e più forte è la volontà di non offendere il Signore.
Riconoscere il proprio peccato, pentirsi, proporsi di non offendere più il Signore sono un solo atto, devono sempre essere posti come una cosa sola. Se uno di questi momenti viene a mancare, la stessa Confessione viene esposta a nullità e spesso anche al sacrilegio. Il pentimento è dolore. Il dolore è emendamento. L’emendamento è proposito forte e risoluto di rimanere perennemente nell’amicizia con il nostro Dio. Le cose necessarie per una santa e ottima confessione sono ben cinque: esame di coscienza, dolore dei peccati, accusa proponimento, soddisfazione. Il dolore è la cosa più necessaria. Senza dolore non vi è perdono, perché non vi è volontà decisa e risoluta di non peccare più. La Confessione è vera nuova creazione e risurrezione dell’uomo. Il peccato è morte, perdita della vita divina in noi. Con il perdono dei peccati, la vita eterna ritorna in noi e noi ricominciamo a vivere secondo verità.
don Francesco Cristofaro