Economia
Corte Conti: Riforma fiscale non coperta,"tassare beni personali e reali"
ROMA, 11 OTTOBRE 2011- Durante la cerimonia di apertura dell'anno giudiziario, il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino ha sottolineato, davanti alla commissione Finanze della Camera che, "La riforma fiscale non ha copertura, anche perche' parte delle entrate sono state usate dal decreto di agosto. Bisogna quindi tassare beni personali e reali, evitando i tagli lineari alle agevolazioni che sarebbero recessivi". [MORE]
Per Giampaolino, il disegno di legge di delega della riforma fiscale e assistenziale, che è nato con "l'aspettativa" di ridurre il prelievo fiscale e di ridistribuirlo, allo stato attuale risultato essere "in conflitto" con le esigenze di "rigore" nella finanza pubblica emerse in estate. Secondo la Corte dei Conti, la situazione si complica dal momento in cui parte delle coperture (aumento dell'Iva, aumento delle aliquote sulle rendite finanziarie) sono state impiegate dal decreto di agosto.
"La copertura del ddl risulta intaccata e messa in forse dalla 'concorrenza' che si è venuta a determinare tra due obiettivi: quella della riforma tributaria e quello della messa in sicurezza dei conti pubblici con riferimento alle risorse attese dal riordino della tassazione delle attività finanziarie e dalla parziale revisione delle aliquote Iva. Dimensioni ben più consistenti raggiungerà lo spiazzamento che si produrrà per quanto riguarda le risorse attese dalla revisione delle agevolazioni fiscali", avverte Giapaolino, esprimendo "perplessità" sulle "stime" di un'altra fonte di copertura, e cioé la lotta all'evasione.
Rimanendo sempre sul ddl, il presidente della Corte dei Conti, sostiene che, "Oltre a largamente affidarsi a mezzi incerti limitati e talora superati dagli eventi. Su esse pende la mannaia della "clausola della manovra di agosto, che prevede un taglio lineare del 10% a tutte le agevolazioni se non verrà approvata la delega, la quale dovrà dare 4 miliardi nel 2012, 16 nel 2013 e 20 nel 2014. I tagli lineari avrebbero inevitabili effetti regressivi che si concentrerebbero soprattutto su coloro che già pagano l'imposta e, più specificamente, sui contribuenti che si collocano nelle classi di reddito meno elevate".
A tal proposito, Giampaolino, ha invitato i presenti a cercare di approvare "in tempi stringenti", il testo "per impedire che risulti inevitabile l'attivazione della clausola di salvaguardia". Tuttavia il giudizio sul provvedimento é tutt'altro che incoraggiante.
Infatti, sottolinea la Corte dei Conti, "nel complessivo disegno redistributivo il ddl risulta ormai spiazzato dagli eventi che hanno riportato in primo piano le esigenze del rigore. Le incertezze che ne discendono investono la praticabilità di una riforma complessiva del sistema del prelievo in assenza di una concreta identificazione dei necessari mezzi di copertura. Un taglio della spesa sociale, così come è prefigurato dal ddl delega di riforma fiscale e assistenziale, è difficilmente da percorrere, perché finirebbe per colpire i ceti più deboli e in più avrebbe gli stessi effetti negativi per l'economia del Paese "di quelli derivanti da un prelievo fiscale eccessivo e distorto".
Giampaolino ha, inoltre, definito "inusuale" la "estensione della delega dall'ambito fiscale a quello assistenziale che restringe i criteri per l'accesso allo stato sociale. Infatti questa parte della delega si configura come la conseguenza di un obiettivo che appare teso, in via prioritaria e prevalente, alla riduzione della spesa pubblica".
In base alle conclusioni della Corte dei Conti, "resta da valutare la praticabilità di un intervento di riordino della spesa sociale, espressamente richiamato dal ddl per far fronte alle due esigenze di copertura espresse dalla delega: quella di concorrere alla riforma del sistema tributario e quella di contribuire all'obiettivo di riduzione dell'indebitamento netto. E' difficile prevedere gli effetti delle misure che il ddl prefigura. E tuttavia i risparmi effettivamente conseguibili dovrebbero risultare relativamente limitati rispetto alle complessive esigenze poste dal ddl".
Il presidente fa presente che, "In molti casi si è in presenza di erogazioni monetarie che fanno parte di una politica 'nascosta' di contrasto alla povertà. Non appare irragionevole attendersi che i risparmi di un riordino possano risultare in larga parte controbilanciati dalle risorse che sarà necessario mettere in campo per assicurare servizi adeguati ad una prevedibile impennata del fenomeno della non autosufficienza".
Infine, Giampaolino ha concluso esortando ad avere "la consapevolezza che la strada di una riduzione del perimetro della spesa sociale risulta difficile da percorrere e rischia di produrre effetti diversi da quelli derivanti da un prelievo eccessivo e distorto".
Rosy Merola