Cronaca
Corruzione aziendale, Italia ai primi posti in Europa
ROMA, 3 NOVEMBRE 2011 – L’Italia è la peggiore d’Europa nella classifica dei paesi più corruttori, cioè quelli dove le aziende sono più disponibili a pagare mazzette. A dichiararlo è Transparency International, una delle più autorevoli organizzazioni internazionali impegnate sul tema trasparenza, attraverso il rapporto “Bribe Payers Index”.[MORE]
Secondo il report l’Italia sarebbe al quindicesimo posto. L’ultima in Europa e con lo stesso punteggio di Hong Kong, Malesia e Sudafrica. I paesi peggiori sono risultati nell’ordine Russia, Cina e Messico. Meglio dell’Italia fanno tutti i paesi europei considerati (Svizzera e Olanda a pari merito i più virtuosi), Stati Uniti, Canada, Giappone, ma anche Brasile e Corea del Sud. A livello globale, secondo Transparency, il settore più “sporco” è quello degli appalti e delle costruzioni, seguito dai servizi pubblici, poi l’immobiliare e il petrolio-gas.
La presidente di Transparency International Italia (TI-It), Maria Teresa Brassiolo, lancia un appello al presidente del consiglio che aveva dichiarato «Non ci sono più soldi. Ci inventeremo qualcosa». «Ecco, Presidente, - commenta la dott.ssa Brassiolo - inserisca nel Decreto Sviluppo la lotta alla corruzione in modo efficace e troverà i soldi che mancano. La corruzione, vera o percepita, influisce fino al 30% sul rating paese e sugli investimenti esteri, costituendo un impedimento alla crescita e allo sviluppo dell’economia e del lavoro».
«In questo difficile periodo - aggiunge la presidente di TI-It - contrastare la corruzione, per una nazione è un’azione imprescindibile: fa diminuire i costi pubblici e quindi il debito e lascia risorse all’economia virtuosa che investe e crea lavoro certo e dignitoso. Qualsiasi progetto di sviluppo non può non mettere al primo posto il contrasto alla corruzione».
Transparency International Italia già da tempo propone delle soluzioni per combattere la corruzione nel nostro paese che porterebbero a un risparmio notevole di risorse pubbliche, dando allo stesso tempo un segnale forte e deciso alle istituzioni ed ai mercati internazionali. Le tre principali proposte sono: l’adozione di speciali Codici di Condotta per i membri del Parlamento e del Governo, l’introduzione di protezioni efficaci per coloro che segnalano negligenze e malversazioni (vedette civiche), l’introduzione dei Patti di Integrità – studiati da Transparency International – nei bandi di gara pubblici, la mancata sottoscrizione o il mancato rispetto dell’impegno comportano l’automatica esclusione dalla gara per il concorrente, la ratifica e l’implementazione della Convenzione Penale sulla Corruzione del Consiglio d’Europa.
Marika Di Cristina