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Coronavirus: Viminale, sostegno a donne vittime di violenza

Coronavirus: Viminale, sostegno a donne vittime di violenza. Circolare a prefetti, requisire immobili per accoglienza
ROMA, 24 MAR - Le prefetture entrano in campo a supporto dei centri anti violenza e delle case rifugio per risolvere "il delicato e grave problema dell'ospitalità di donne vittime di  violenza che non possono essere accolte per motivi sanitari in applicazione delle misure emergenziali per il contenimento del contagio da Coronavirus".

Così il Viminale, che ha diramato una circolare, a seguito dei contatti tra i ministri dell'Interno Luciana Lamorgese e il ministro per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, per invitare i prefetti a verificare sui territori, anche coinvolgendo i comuni e le associazioni, l'esistenza di soluzioni di alloggio ulteriori, anche temporanee, rispetto a quelle esistenti. I prefetti, ricorda la circolare, possono eventualmente anche avvalersi del potere attribuito loro dal recente decreto legge 17 marzo 2020, n. 18, "di requisire strutture alberghiere o altri immobili idonei per ospitarvi persone in sorveglianza sanitaria e isolamento fiduciario o in permanenza domiciliare, quando queste misure non possano - come nel caso specifico - essere attuate nel domicilio della persona interessata".

E' stata la ministra Bonetti, indica la circolare firmata dal capo di Gabinetto del ministro dell'Interno, prefetto Matteo Piantedosi, ad evidenziare "che le indispensabili, rigorose misure introdotte dal Governo, in relazione all'evolversi della situazione epidemiologica in atto, vengono ad incidere sull'operatività di numerosi servizi aventi grandissima importanza sul piano sociale".

Le difficoltà riguardano, in modo particolare, i Centri Anti Violenza e le Case Rifugio - strutture destinate ad offrire accoglienza, tutela e sostegno nei percorsi di uscita dalla violenza - che costituiscono il fulcro della rete territoriale per la presa in carico delle vittime. "L'obbligo di rispettare le disposizioni normative in materia di distanziamento sociale (isolamento dei malati; quarantena dei soggetti esposti; misure per i luoghi di lavoro; divieti di assembramento), introdotte al fine di contenere il contagio - si legge nella circolare - si rivela, di fatto, elemento che ostacola l'accoglienza delle vittime".

Di qui l'invito ai prefetti di verificare l'esistenza delle difficoltà e, se confermate, "ad esplorare - anche con il coinvolgimento dei Sindaci e degli enti e delle associazioni che operano nel settore - la possibilità di reperire sistemazioni alloggiative ulteriori, rispetto a quelle già offerte dai territori"