Salute

Coronavirus, ministri ha dichiarato lo stato di emergenza, come avvenne per la Sars

Stato d'emergenza per il virus, un commissario per la crisi. In Cina quasi 12 mila contagi, fermi aerei da e per il paese
ROMA, 1 FEB - Il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per sei mesi per il coronavirus cinese, stanziando 5 milioni di euro. A gestire la calamità sarà un commissario straordinario, come avvenne per la Sars. È il capo della Protezione civile Borrelli: in caso di necessità, potrà requisire hotel e strutture abitative, ma intanto rassicura: la prevenzione funziona e ogni allarmismo è ingiustificato. Condannati gli atti di intolleranza. I casi accertati in Italia restano due, una coppia di turisti cinesi in 'condizioni discrete' allo Spallanzani di Roma.

Stop ai voli da e per la Cina. Controlli rafforzati nei porti. E' emergenza anche negli Stati Uniti, dove Wall Street cede oltre il 2 per cento. In Cina l'ultimo bilancio registra quasi 12 mila contagi e 259 morti. Pechino ammette ritardi nella gestione dell'epidemia. E si comincia a temere per le conseguenze economiche.

Nel dettaglio

Il 31 gennaio il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria per l’epidemia da nuovo coronavirus. La decisione è stata assunta subito dopo che l'OMS ha dichiarato l’emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale.

“Alla luce della dichiarazione di emergenza internazionale dell’OMS abbiamo attivato gli strumenti normativi precauzionali previsti nel nostro Paese in questi casi, come già avvenuto nel 2003 in occasione dell’infezione Sars.” Queste le parole del ministro della Salute, Roberto Speranza, al termine della seduta del Consiglio dei Ministri.

“Sul Nuovo coronavirus - ha sottolineato Speranza - vogliamo dare un messaggio di assoluta serenità. Il Servizio Sanitario Nazionale è molto forte, abbiamo scelto fin dall’inizio di avere un livello di attenzione che è il più alto in Europa. In questo momento siamo l’unico paese che ha interrotto i collegamenti con la Cina, l’OMS ha riconosciuto pubblicamente che siamo quelli con il più alto livello di vigilanza e di salvaguardia delle persone".

In Italia nel pomeriggio del 30 gennaio sono stati confermati i primi due casi di contagio. Si tratta di due turisti cinesi, attualmente ricoverati presso il Centro di riferimento Lazzaro Spallanzani di Roma in regime di isolamento.  Negli altri Paesi europei al 30 gennaio i casi confermati sono: cinque in Francia, uno in Finlandia e quattro in Germania.   In totale nel mondo al 30 gennaio sono stati confermati 7818 casi, di cui 7.736 in Cina (Report n.10 OMS).

L’Italia sin dalle prime fasi dell’epidemia, ispirandosi al principio di precauzione, ha implementato già prima della sospensione dei voli da parte della Cina controlli aeroportuali per i cittadini provenienti dalla zona sede del focolaio epidemico e attuato accurate misure di controllo: misurazione della temperatura corporea, identificazione ed isolamento dei malati, procedure per il rintraccio e la quarantena dei contatti stretti che, unitamente ad un efficiente sistema di sorveglianza epidemiologico e microbiologico, possano garantire il rapido contenimento di eventuali casi.

È stata istituita dal 22 gennaio una Task force che si riunisce quotidianamente per coordinare, in raccordo continuo con le istituzioni internazionali competenti, tutte le azioni di controllo da assumere al fine di limitare la diffusione del virus e verificarne la rispondenza alle raccomandazioni dell’OMS. Inoltre è stato attivato 24 ore su 24 il numero di pubblica utilità 1500 dove operatori sanitari appositamente formati e mediatori culturali forniscono risposte alle domande dei cittadini e sono state diffuse locandine informative con consigli di prevenzione negli aeroporti. Dopo i casi confermati in Italia il 30 gennaio, il Governo italiano ha ritenuto opportuno interrompere i collegamenti con la Cina.