Cronaca
Coronavirus: “Lettera a decisori” esperti, dati App restino su Smartphone
Coronavirus: esperti, dati app Immuni restino su smartphone. Lettera a decisori, "necessaria trasparenza e rispetto diritti"
ROMA, 21 APR - Nelle app di tracciamento vanno adottati "approcci decentralizzati" con i dati conservati localmente sui dispositivi. Dovrà essere "esclusa la geolocalizzazione" e i dati dovranno essere "tutti cancellati al termine del periodo di utilità degli stessi ai fini della ricostruzione del contagio".
Sono alcuni punti delineati in una lettera aperta - iniziativa presa dal Nexa Center for Internet and Society del Politecnico di Torino - a cui hanno aderito accademici ed esperti, da Juan Carlos de Martin del Politecnico di Torino a Stefano Zanero del Politecnico di Milano, dal giurista Vladimiro Zagrebelsky allo scrittore ed editorialista Evgeny Morozov.
La lettera è rivolta "ai decisori" e arriva alla vigilia dell'audizione al Copasir del commissario per l'emergenza Domenico Arcuri. Per essere ampiamente usata dalla popolazione si legge, "è essenziale che tale tecnologia sia trasparente, sicura e rispetti i diritti e le libertà fondamentali delle persone".
La lettera fissa quattro punti "importanti" per l'app. Il primo è "l'uso volontario e libero, nessuna limitazione o discriminazione potrà essere determinata dal mancato utilizzo". Il secondo esclude l'uso della geolocalizzazione e chiede che "la finalità specifica dell'app resti il tracciamento e non finalità estranee" come "le autocertificazioni online o più o meno improbabili nulla-osta di circolazione che richiedono altre e diverse valutazioni di liceità del trattamento".
Per gli esperti, inoltre, "il software delle tecnologie da adottare deve essere disponibile pubblicamente" così come "il protocollo su cui si basa l'app, i documenti che hanno portato alle scelte dei decisori, incluso il parere del Garante della Privacy" e deve essere "trasparente il governo complessivo dell'intero processo di tracciamento inserito nelle più ampie strategie di contenimento del virus nella fase 2".
Infine, "la memorizzazione dei dati deve essere completamente decentralizzata" con i dati "conservati localmente sui dispositivi, soluzione che risponde appieno all'esigenza, propria dell'intera normativa a protezione dei dati, di lasciare ai cittadini il controllo sulle informazioni personali". "L'uso di tecnologie e dati digitali svolge e svolgerà un ruolo importante nelle strategie di sanità pubblica per contrastare l'epidemia COVID-19", si legge nella lettera in cui si registra "una preoccupante sottovalutazione dei rischi connessi alla messa in campo di app non adeguate". "Tale tecnologia - si aggiunge - dovrà essere inserita in una efficace strategia sanitaria complessiva ed essere largamente accettata e utilizzata dalla popolazione.
Affinché quest'ultima condizione si realizzi è essenziale che tale tecnologia sia trasparente, sicura e rispetti i diritti e le libertà fondamentali delle persone. Le scelte politiche che faremo in questo particolare momento saranno determinanti nel disegnare domani il rapporto tra cittadini e Stato. Siamo preoccupati che nell'effettiva messa in campo dell'app si possano insinuare interessi che hanno priorità diverse da quella della tutela dei diritti fondamentali dei cittadini e che quindi siano adottate e implementate soluzioni in deroga alla normativa a protezione dei dati".