Coronavirus: Garanti diritti persona, fase 2 parta da minori
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Coronavirus: Garanti diritti persona, fase 2 parta da minori

lunedì 20 aprile, 2020

Coronavirus: Garanti diritti persona, fase 2 parta da minori. Documento comune, Covid-19 ha fatto esplodere attività
VENEZIA, 20 APR - "E' necessario sin da subito incominciare a riflettere e pianificare la cosiddetta fase 2 dell'emergenza da Covid-19, riprendere la costruzione, all'interno di una visione generale, di percorsi che partano dall'attenzione dei diritti delle persone di Minore età". Lo affermano i Garanti regionali dei Diritti della Persona di Basilicata, Calabria, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Province Autonome di Trento e di Bolzano, Toscana e del Veneto, rappresentato da Mirella Gallinaro. In una nota comune, diffusa dal Consiglio regionale del Veneto dopo la riunione in videoconferenza, si sottolinea che "il Covid-19 ha letteralmente fatto esplodere l'attività dei Garanti regionali, che hanno dovuto confrontarsi tra imposte limitazioni e diritti non più tutelati.

Difficoltà gestite in precedenza con fatica, oggi necessitano più che mai di maggiore interlocuzione con il governo. Come comportarsi rispetto alle evidenti difficoltà della educazione a distanza? Impossibile da garantire in maniera uniforme nei vari territori, per territori o contesti in cui vi è assenza o poca copertura delle connessioni e di differente disponibilità agli strumenti per l'accesso. Come affrontare l'aumento di casi di cyberbullismo e di adescamento in situazioni di isolamento? Come agire nei confronti di violenze vissute o assistite in situazioni di cattività in cui è impossibile anche la semplice denuncia? Le ricadute psicologiche e sanitarie saranno importanti e sarà necessario avere la disponibilità di strumenti e risorse dedicate".

I Garanti rilevano inoltre che il distanziamento sociale "ha creato difficoltà al ricongiungimento in situazioni di affido o di diritto di visita in situazioni di separazione o di allontanamento genitoriale, ma anche nell'inserimento in comunità o in case famiglia in assenza di diagnosi certe. La stessa continuità socio-assistenziale ed educativa nella presa in carico quotidiana è messa in difficoltà se non si progettano modalità alternative. Anche l'accesso a parchi e giardini ha necessità di regolamentazione, tutte quelle attività che prima apparivano scontate adesso avranno bisogno di regole certe e non discriminanti. Solo così - conclude la nota - la ripresa potrà rappresentare l'occasione per invertire l'ordine delle priorità e immaginare nuovi modelli organizzativi, relazionali e sociali, che mettano al centro bambini e ragazzi".


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