Politica
Coronavirus: infettivologo Galli, programmare fase 2
Coronavirus: Galli, programmare fase 2 solo con test. Dobbiamo capire perchè Italia non abbia preparato linee diagnosi
ROMA, 8 APR - Non si può programmare la fase 2 senza colmare l'attuale "carenza dispositivi diagnostici", ha detto l'infettivologo Massimo Galli dell'ospedale Sacco Milano, nel dibattito organizzato dalla pagina Facebook 'Coronavirus - Dati e analisi scientifiche'.
"Dobbiamo interrogarci sul perché l'Italia non abbia messo in piedi linee di diagnostica per passare alla fase 2, oggi prematura, ma da programmare altrimenti si rischia di spalmare la ripresa in un tempo infinito o anticipata, con il rischio di nuovi focolai".
Quella dell'Italia, ha proseguito Galli, "è stata una scelta sciagurata ma obbligata perché siamo riusciti a moltiplicare i posti di terapia intensiva, ma non le linee diagnostiche". Di conseguenza "in vista della fase 2 ci troviamo ad avere una carenza di dispositivi diagnostici", ha proseguito riferendosi anche ai test sierologici rapidi e poco costosi. Fare questi ultimi, ha osservato, non significherà però non fare il tampone perché avere gli anticorpi IgG, ossia le immunoglobuline G che possono indicare se l'infezione è avvenuta un mese prima, non significa essere guariti, ha detto ancora Galli, e resta il rischio che le persone possano ancora trasmettere il virus.