Salute

Coronavirus, Codiv-19, l'Oms dichiara la pandemia. #IoRestoaCasa

Coronavirus, Codiv-19, l'Oms dichiara la pandemia 'Siamo allarmati dai livelli di gravità e inazione'
ROMA, 11 MAR -  L’Organizzazione mondiale della Sanità ha dichiarato che il Coronavirus può ufficialmente essere definito una pandemia. «Descrivere la situazione come una pandemia non cambia la valutazione dell’OMS sulla minaccia rappresentata da questo coronavirus», ha affermato il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus. «Non cambia ciò che l’OMS sta facendo e non cambia ciò che i Paesi sono chiamati a fare».

Stando all’Oms, al momento ci sono più di 118.000 casi in 114 diversi Paesi, e i morti sono in tutto 4.291.«Pandemia non è una parola da usare con leggerezza o noncuranza – ha aggiunto Ghebreyesus – È una parola che, se usata in modo improprio, può causare paura irragionevole o accettazione ingiustificata della fine della battaglia contro la malattia, causando sofferenze inutili e morte».

La crisi provocata dal diffondersi del Covid19 sta colpendo tutti i settori di tutto il mondo: «È una questione che ormai riguarda tutti – ha aggiunto Ghebreyesus – e ogni Paese può contribuire a cambiare il corso di questa pandemia, in primis raccontando le cose come stanno La sfida non è se i Paesi potranno fare la differenza, ma se decideranno di farla».

Iss, Oms? Italia ha fatto quel che doveva Pandemia invito ad altri paesi a misure molto più restrittive
"Noi quello che dovevamo fare lo stiamo facendo, lo stato di pandemia non ci cambia molto. E' un invito agli stati membri ad intervenire in maniere molto ma molto più restrittiva" di quanto fatto finora. Così il direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Iss Giovanni Rezza in conferenza stampa alla Protezione Civile.

"La dichiarazione di pandemia a noi non aggiunge molto, avendo avuto tra i primi un'epidemia dentro casa; ci colpisce poco la diffusione globale della malattia. L'Oms forse puntualizza che diversi Stati hanno fatto poco per arginare il virus; l'Italia se l'è trovata in Lombardia con il picco influenzale in corso e poteva fare poco - ha aggiunto Rezza -. La Cina ha fatto molto, Corea e Giappone anche, in altri Paesi la situazione è sfuggita di mano, come in Iran dove ci sono molti casi a Teheran".