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Corea, Pyongyang replica a Trump: "Cancelleremo gli Usa dalla faccia della terra"

PYONGYANG, 11 AGOSTO - Prosegue l’escalation a distanza tra Stati Uniti e Corea del Nord. Ieri, nella notte, Pyongyang aveva fatto sapere che per ferragosto sarà pronta a colpire le acque tra 30 e 40 km dall'isola Usa di Guam, dove sono posizionate le basi navali e quella dei bombardieri strategici americani. Poche ore prima Donald Trump aveva dichiarato di essere pronto a colpire con "fuoco e fiamme" i nordcoreani, perché l'intelligence statunitense aveva confermato la disponibilità da parte del regime di Kim Jong-un di ordigni nucleari collocabili su missili a medio e lungo raggio. [MORE]

La nuova risposta nordcoreana arriva dall'agenzia ufficiale di Pyongyang, Kcna, che a sua volta minaccia di "cancellare dalla faccia della terra senza alcuna pietà i provocatori (Trump, ndr) che fanno tentativi disperati di soffocare il Paese socialista" aggiungendo che "gli Usa soffriranno una vergognosa sconfitta e un destino tragico e definitivo se persisteranno nelle loro avventure militari, sanzioni e pressioni" contro il regime di Kim Jong-un.

A risposta corrisponde risposta e la palla passa ancora in mano a Trump, che non fa nulla per smorzare la tensione e, anzi, alza il tiro: "Forse non è stata sufficientemente dura la mia minaccia di colpire con fuoco e fiamme Pyongyang se dovesse attaccarci". Per essere ancora più chiaro il presidente Usa ha assicurato che "se la Corea del Nord dovesse anche solo immaginare di attaccare qualunque cosa che amiamo, nostri rappresentanti, i nostri alleati o noi, allora vi dico che loro dovrebbero essere molto molto preoccupati, perché le cose che gli succederanno saranno tali che non le avranno mai neanche ritenute possibili", ha affermato. E ha poi aggiunto: "Sarà meglio che la Corea del Nord inizi a mettere la testa a posto perché in caso contrario si troveranno nei guai così come non è mai successo neanche a poche nazioni nel mondo".

Il presidente Usa non chiude la porta a un eventuale attacco preventivo nei confronti della Corea del Nord: «Non parliamo di questo. Non lo facciamo mai» ha detto prima anche se poi ha aggiunto, lasciandosi di fatto la porta aperta, «vedremo cosa accadrà». Ad esporsi è anche il ministro della Difesa, James Mattis, che nei giorni scorsi aveva dichiarato che la sproporzione di forze avrebbe fatto rischiare a Kim Jong-un la distruzione del Paese, aggiungendo che se l'opzione militare era ben presente sul tavolo della Casa Bianca, la prima scelta dell'America era comunque la via diplomatica. "Sappiamo bene quanto possa essere catastrofica una guerra ai giorni nostri", ha detto Mattis.

 

Giuseppe Sanzi

(fonte immagine infooggi.it)