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PALERMO, 15 MARZO 2013 - Brutta storia quella accaduta ieri nel capoluogo siciliano a due rispettabili medici, che per un problema di origine burocratico, si sono recati in un istituto di credito per risolvere la situazione e invece si ritrovati ad essere infangati e diffamanti nella stessa banca, da parte di un’impiegata.
La loro “colpa”, se così la vogliamo definire, giusto per trovare un alibi alla cotanta ignoranza che ancora vige nel nostro paese nonostante il 2013, le frontiere aperte, l’Unione europea e un neo Papa appena eletto proveniente dal Sud America, quella di essere gay e per di più una coppia di fatto. È stato lo stesso Giovanni M., pediatra di professione, dopo l’accaduto a rilasciare la versione dei fatti all’Andkronos, ancora leggermente scosso.[MORE]
«Quello che è accaduto è gravissimo, io e il mio compagno Augusto, che è un ginecologo, questa mattina siamo andati in banca per un disguido che si era verificato su un assegno. La bancaria che poi ci ha offesi, già al telefono ha usato un tono arrogante e poco consono alla sua professione».
Ha continuato dicendo: «Così con Augusto siamo andati in banca per chiarire il disguido. Qui ho incontrato il direttore della filiale che è stato con me molto gentile e così abbiamo risolto subito il problema che si era verificato per un banale disguido».
Ecco improvvisamente spuntare la funzionaria, e mentre i ragazzi si recavano verso l’uscita : «[...] Senza alcun motivo siamo stati aggrediti verbalmente e pubblicamente con ingiurie, in presenza degli impiegati e dei clienti dalla bancaria. Ci ha detto: “Mi auguro di non avere mai a che fare con due medici come voi, pezzenti, non siete uomini, froci”!».
Subito dopo l’accaduto, i giovani ancora leggermente sotto shock hanno deciso di sporgere denuncia : «La citerò in giudizio, sia penalmente che civilmente. In caso di risarcimento devolverò il ricavato all'Arcigay e alle associazioni che si battono per la causa degli omosessuali. Non è pensabile che nel 2013 ci sia ancora una omofobia così estesa.[…] A volte succede di ricevere delle occhiate, ma finora nessuno ci aveva mai offesi in questo modo. La nostra dignità di persone è stata calpestata da una omofoba. Siamo due medici stimati da tutti e svolgiamo il nostro lavoro con grande professionalità. La nostra omosessualità non c'entra niente. Siamo stati offesi, per questo abbiamo deciso di denunciare la bancaria. Adesso basta prendersela con persone per bene, solo perché sono gay e non eterosessuali».
La vicenda ha avuto un prosieguo, come giusto che sia, amareggiate e solidali nei confronti dei due professionisti, che hanno espresso il loro disappunto a riguardo, la consigliera comunale Antonella Monastra che ha affermato: «Esprimo solidarietà alla coppia gay di medici che è stata verbalmente aggredita ieri in una banca. Il nostro Paese resta ancorato a stereotipi e pregiudizi duri a morire, specie in Sicilia: l’episodio è drammaticamente emblematico e rappresenta un diffuso clima di omofobia. Domani sarà presentato il Pride nazionale che quest’anno si svolgerà a Palermo, un’ occasione quanto mai opportuna e significativa per lottare contro l’omofobia e restituire piena cittadinanza ai diritti di tutti».
Dello stesso avviso Doriana Ribaudo, assessore alle Pari Opportunità della Provincia di Palermo: « La mia solidarietà alla coppia di uomini gay insultata ieri in una banca, poco importa se professionisti o disoccupati, il rispetto della dignità umana viene prima di tutto e al netto di possibili incomprensioni tra un dipendente e un utente, a tutto c’è un limite. Si possono non condividere le inclinazioni sessuali ma questo non consente a nessuno di dire "non sei un uomo". Vorremmo lasciare queste espressioni ad un periodo poco felice del '900 e ricordarle solo per sentire ancora oggi il dovere di combattere contro ogni pregiudizio».
Quale sarà la risposta a tutto ciò, da parte dell'impiegata? Noi tutti ci attendiano delle scuse pubbliche.
(fonte: www.articolotre.com)
Rosalba Capasso